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Visualizza la versione completa : Luserna - Lusérn


trottalemme
19-05-2013, 22:02
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Incuneata fra Lavarone e Passo Vezzena, e quasi custodita da un folto e scuro bosco, giace Luserna. È disposta su un piccolo declivio gettato sopra la Valdastico di fronte all’altopiano dei Fiorentini e all’aguzzo “dente”, chiamato Spitz Tonezza.
Luserna è “Magnifica” per posizione e per rango; appartiene infatti a quella Comunità degli Altipiani che circa mille anni fa cominciò a reggersi con uno statuto di indipendenza e con propri organi di autogoverno, primo fra tutti l'assemblea generale dei capifamiglia (i capifuoco). La popolazione appartiene in gran parte alla minoranza etnica e linguistica “cimbra”, sparsa tra le provincie di Trento, Vicenza e Verona e rappresenta l’ultima isola dove il “cimbro” viene ancora correntemente parlato dal 90% della popolazione. Si tratta di una lingua di ceppo germanico che i coloni portarono con sé dai luoghi di provenienza.
In queste settimane mi sto documentando sulle fortificazioni italiane e austro-ungariche che furono erette a cavallo fra diciannovesimo e ventesimo secolo intorno alla Valdastico e dalle quale furono sparati i primi colpi della Grande Guerra. Uno di essi è situato proprio sopra Luserna che fino ad oggi non conoscevo e dunque vado a Luserna, luogo geografico e antropico da cui rimango folgorato.
Quelli appena passati sono stati giorni di forte maltempo e oggi la pioggia ci da tregua prima che sopraggiunga una nuova perturbazione. Parto presto al mattino e fa freddo in modo inconsueto per la stagione; dopo un’ora di moto, all’imbocco della Valle di Terragnolo, sono intirizzito come quando ci si muove a Marzo. Il panorama intorno ha la livrea brillante della vegetazione nuova e il nitore che segue sempre la burrasca. L’acqua sembra uscire da ogni dove, ruscellando fra le rocce e invadendo anche la strada. Più in alto, dopo Folgaria, il sole riscalda i prati e l’umidità si condensa in fugaci nuvole di vapore che turbinano nell’aria.
Si arriva a Luserna abbandonando la statale 349 all’altezza dell’Osteria di Monterovere per inoltrarsi nel bosco nel quale la strada prosegue per qualche chilometro fino all’abitato.
Il paese è minuscolo, ma ricco di attrattive a cominciare dalla posizione veramente spettacolare. L’abitato si presenta quasi come lo descriveva nel 1905 l’arciprete Josef Bacher: “All’entrata vi è la chiesa. Da qui parte una stradina con pavimentazione grezza in direzione nord, fiancheggiata da case su entrambi i lati. Questa parte del villaggio viene chiamata Ek ed i suoi abitanti de Ekar. Un’altra stradina fiancheggia il lato lungo della chiesa verso est, ma gira a sudest subito dietro la chiesa. Anch’essa è pavimentata grossolanamente, con case rade al suo inizio; ma ben presto le case diventano più fitte e formano, oltre alla via principale, varie viuzze laterali. La piazza, da dove queste si diramano, si chiama Pil e l’estremità della via principale a sudest dar Plètz.”
Luserna conta un bel museo, curato dal vivace Centro Documentazione Luserna, che illustra la vita tradizionale della popolazione, l’archeometallurgia del rame risalente al XV secolo A.C. e la fauna degli altipiani. Il museo ospita anche mostre temporanee, centrate quest’anno sugli avvenimenti che portarono alla Prima Guerra Mondiale e sulla partecipazione dei trentini alla sfortunata campagna in Galizia nel 1914. Sono esibizioni molto accattivanti e ricche di informazioni da leggere e da cui farsi toccare. Fra gli altri, un grande manifesto riporta un brano tratto dal diario di un soldato disperso sul fronte orientale: A passi lenti faceva il mio giro osservando il cielo seminato di stelle, fra le quali quelle conosciute nei nostri paesi e diceva, fra me stesso, voi o stelle che vedete il mio paese natio portate un saluto di conforto a mia moglie e ai teneri miei figli da queste terre straniere e ditegli che a quest’ora son qua che vi guardo nel mentre si sente i proiettili che fischia nell’aria.
Nei prati e nei boschi che si diramano a sud del borgo è stato disegnato il Sentiero Cimbro dell’Immaginario che percorre antiche carrareccie e tracce di sentiero incontrando luoghi che rimandano alle credenze e alle fiabe cimbre.
Uscendo dall’abitato, il percorso imbocca un bellissimo tratto scavato nella roccia (Rendola) con punti panoramici sugli storici campi terrazzati della Prach e sulla Valle dell’Astico. Transita davanti alle bacheche che illustrano le leggende della Frau Pertega e di Tüsele Marüsele e alla relativa scultura . Prosegue sulla stradina Obarleitn che attraversa folti boschi di faggi. Più avanti si incontra la scultura del Bolf-lupo e quella del Basilisco-drago. Nel punto più alto, a quota 1.500 metri, si giunge ad un bellissimo pianoro con il laghetto alpino Hülble von Kåmp, la scultura del Peer-orso e tracce delle trincee e dei baraccamenti della Grande Guerra.
Nella passeggiata, io ho incontrato solo una coppia di ragazzi che mi hanno seguito per un po’ e da cui mi sono fatto superare per gustare il silenzio e l’atmosfera del luogo; atmosfera nella quale non è difficile credere che la Natura sia abitata da presenze benevole o malevole a cui affidare il senso degli avvenimenti della vita.
Dal laghetto, si arriva in discesa al Kåmp - Rifugio Malga Campo, ottimo punto di sosta. Da non perdere le palle di neve, grossi gnocchi di patate farciti di formaggio asiago e conditi con una crema di gorgonzola. Un altro quarto d’ora di cammino riporta agevolmente in paese.

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Altre foto qui: http://giulio1954.com/2013/05/19/luserna-lusern/

IlMaglio
19-05-2013, 22:21
Come mi dispiace essere qui, senza moto, perchè in moto ormai ...

trottalemme
19-05-2013, 22:24
"Qui" dove?

IlMaglio
19-05-2013, 22:28
Io sto da agosto scorso a Tonezza del Cimone ... e i tuoi giri, per strade, monti e forti, che tanto volentieri rifarei o farei ... Ma purtroppo incombono altre e prevalenti cose.
I tuoi racconti e le tue foto sono comunque un bel piacere, per me.

La moto è a Roma, ma anche se fosse qui sarebbe impossibile per me girare.

ghima
19-05-2013, 22:29
proabblemte a Tonezza..

trottalemme
19-05-2013, 22:32
Momentaccio, mi pare...

IlMaglio
19-05-2013, 22:41
Alcuni anni fa andai a Luserna e mi sembra che, diversamente da come avevo letto, il Cimbro ormai non era più parlato correntemente neppure lì.
A parte Luserna, il Cimbro si è fortemente esaurito all'epoca della Grande Guerra quando la popolazione fu profuga da alcune zone, Asiago, Posina, etc., investite dalla Strafexespedition, e in buona parte non tornò più. O emigrò dopo la Guerra, anche verso la pianura veneta e le sua zone industrializzate (Arsiero, Schio).

IlMaglio
19-05-2013, 22:46
Ma quella bandiera con l'aquila bicipite? :(

trottalemme
20-05-2013, 07:12
Non ho chiesto in loco, ma mi sembra che l'aquila sulla bandiera sia quella della Provincia di Trento; piuttosto è curioso che sia sovrapposta alla bandiera austriaca.
Riguardo la lingua, nel censimento del 2001, 882 persone si sono registrate come appartenenti all'etnia cimbra in provincia di Trento, di cui 267 a Luserna contro 30 non cimbri. Sull'uso della lingua, ho chiesto e mi hanno risposto... in cimbro.
Riguardo la diaspora, come scrivi tu, è cominciata durante la Prima Guerra Mondiale; è proseguita negli anni '30 con le opzioni e l'italianizzazione forzata e forse non è ancora conclusa con l'abbandono della montagna.

ghima
20-05-2013, 23:06
i cimbri sono stati portati dall'impero autroungarico nei secoli scorsi dalle prigioni (si avete capito bene), spediti al "confino" come si suol dire; parlano eccome ancora la loro lingua; una delle dolcissime maestre di mio figlio è cimbra e lo parla tranquillamente; esiste persino un notiziario in lingua perchè la PAT tutela (giustamente) le minoranze etniche..

Claudio Piccolo
20-05-2013, 23:15
di Luserna conservo il caro ricordo di una colossale vomitata al termine di una cena di palestra. Tre ragazze ubriache fradice che vomitavano dal parapetto nel dirupo sottostante mentre sorreggevo loro alternativamente la fronte...che bei ricordi.

IlMaglio
21-05-2013, 07:10
Sulle origini dei Cimbri sono state elaborate varie ipotesi, compresa quella, ormai abbandonata, che fossero gli scampati della vittoria e strage di Mario del 101 A.C. ".. I Cimbri furono letteralmente distrutti, con più di 140.000 morti e 60.000 prigionieri, compresi moltissimi fra donne e bambini. .. http://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_dei_Campi_Raudii)
Che fossero galeotti spediti dall'Impero Austriaco non l'ho mai letta. S'è detto, per esempio, che fossero coloni chiamati dai Vescovi tedeschi di Vicenza, che fossero dei puri e semplici "emigranti", boscaioli.
Una cosa è sicura, erano "todeschi". Questa volta, forse la sola, pacifici, date anche le zone isolate, povere dove si insediarono, anche convivendo con le preesistenti popolazioni locali.

positivo
21-05-2013, 07:57
...a Malga Campo è bello andarci per cena, ovviamente a piedi perché non si può arrivare in macchina, così al ritorno, le presenze benevole e malevole …le senti di più

:lol::lol::lol:

pv1200
21-05-2013, 09:48
Complimenti Giulio un trentino ad honorem. Sempre accattivanti le tue storie.
Circa la bandera: L'aquila sulla bandiera di colore nero è Aquila di San Venceslao antico simbolo donato da un re boemo al vescovo di trento intorno al 1300 per rafforzare i rapporti. La bandiera della provincia utilizza questo simbolo su tre strisce due color porpora una bianca Il color porpora dovrebbe simboleggiare l'antica appartenenza ai principati vescovili che hanno fortemente caratterizzato la storia della città e del territorio. L'aquila è la medesima di Bolzano solo che questa è rossa. Esiste poi una bandiera della regione bianca e celeste

trottalemme
21-05-2013, 11:29
Grazie della precisazione Enzo. Ottima informazione.

IlMaglio
21-05-2013, 13:28
" ... L'aquila bicipite fu adottata come stemma imperiale per la prima volta dall'imperatore romano Costantino I, detto il Grande, e rimase poi come stemma nell'Impero romano d'oriente fino all'ultima dinastia di imperatori bizantini: quella dei Paleologi. Oggi, la Chiesa ortodossa greca usa l'aquila bicipite come eredità dei bizantini. Lo stesso stemma fu poi usato dagli Arsacidi, re d'Armenia, e più avanti dagli Asburgo, imperatori d'Austria, e dai Romanov, zar di tutte le Russie. Anche i re di Serbia, i principi di Montenegro, e l'eroe albanese della resistenza contro i turchi ottomani, Giorgio Castriota Scanderbeg, adottò l'aquila bicipite come emblema. L'aquila bicipite fu adottata anche in Oriente, per il regno di Mysore nell'India.
Secondo alcuni autori una testa rappresenta l'Occidente e l'altra l'Oriente, in particolare le due metà dell'Impero bizantino, una in Europa e una in Asia.2
http://it.wikipedia.org/wiki/Aquila_bicipite

trottalemme
21-05-2013, 13:49
L'aquila che ho ritratto io ha una testa sola e non due e, come annota Enzino, è quella adottata dalla Provincia di Trento.

pv1200
21-05-2013, 18:21
Addirittura la bandiera della provincia di Trento credo non sia nemmeno disposta da una legge locale, però, posso aggiungere venne adottata quale simbolo indipendentista e vietata nel periodo del fascismo. Oltre ad essere issata sui palazzi pubblici la vedrete sventolare a lato strada laddove c'è il confine con un'altra provincia o regione. la bandiera della regione TAA è praticamente inutilizzata a causa delle autonomie delle due province
Cmq l'aquila di venceslao è il simbolo di trento, lo si ritrova sui gonfaloni ed è un premio, il più importante della città, che viene attribuito a coloro che apportano un contributo fondamentale al territorio trentino

trottalemme
21-05-2013, 18:25
...Cmq l'aquila di venceslao è il simbolo di trento, lo si ritrova sui gonfaloni ed è un premio, il più importante della città, che viene attribuito a coloro che apportano un contributo fondamentale al territorio trentino

Dunque tu sei candidato ad una delle prossime edizioni del Premio, dato il lavoro di divulgazione che fai sulle attrattive del Trentino. :D

pv1200
21-05-2013, 18:30
:lol::lol::lol:
grazie riceverò al massimo il gran premio "passero spennato" o "cornacchia gracchiante"...
cmq a TMA han concesso l'uso del marchio Trentino (su ns domanda) pertanto, sappi Giulio che quel giorno avrò bisogno di un fotografo: non dico altro

trottalemme
21-05-2013, 18:45
C'è il buffet?

pv1200
21-05-2013, 18:56
In qde si viaggia, si racconta si fanno foto, progetti, percorsi e itinerari
ma alla fine
se dobbiamo cadere
sempre sul cibo finiamo
ma com'è sta cosa... è un mistero

IlMaglio
21-05-2013, 19:33
L'aquila che ho ritratto io ha una testa sola e non due e, come annota Enzino, è quella adottata dalla Provincia di Trento.
Sono veramente .. irrigidito! :mad:

IlMaglio
21-05-2013, 19:44
L'aquila in araldica è di foggia convenzionale, corpo di fronte, ale spiegate, testa verso destra. L'aquila nella mitologia greca e latina è l'uccello sacro a Zeus, dio del fulmine e delle nuvole, suo attributo specifico, ed è spesso identificata con lo stesso padre degli dèi. È anche simbolo di potenza, vittoria e prosperità.
Nell'antica Roma l'aquila era utilizzata nell'esercito romano come insegna dell'intera legione romana.
http://it.wikipedia.org/wiki/Aquila_(araldica)
Chissà perchè non amo questo simbolo araldico ...