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Visualizza la versione completa : Tan Tan Express - Marocco Raid Report


Fagòt
18-03-2013, 19:05
Non ricordo più chi me lo ha chiesto per primo, ad una certa età ormai i dettagli spesso diventano sfuocati con il passare di pochi mesi, fatto sta che è bastato parlarne ancora ad una cena o ad una sosta in mezzo al bosco ed il tutto si è concretizzato in un baleno. Le ragazze volevano fare un giro in Marocco: pietre, sabbia, hammada, acqua o fango, qualsiasi cosa sarebbe andata bene pur di mangiare un pò di polvere e bere un tè nel deserto.
Per alcune di loro sarebbe stata la prima volta e perciò volevo che fosse speciale. Così mi son messo a cercare collegamenti tra una pista e l'altra, tra un passo oltre i 2500 mt. e il silenzio delle hammada più remote, tra un'oasi e un lago salato da fare in quinta piena, tra un mare e l'altro.... e come per incanto il viaggio è nato sotto i miei occhi: dal Mediterraneo all'Oceano Atlantico, seguendo la rotta Sud Ovest per arrivare ad ammirare il tramonto sulla spiaggia di Tan Tan, ultima città marocchina prima del Western Sahara.
A questo punto la scelta è semplice: il nostro sarebbe stato il Tan Tan Express.
4000 km circa con tutti i fondi possibili, forse anche la neve, da fare in 13/14 gg. Per risparmiare tempo, decidiamo di scendere in furgone fino ad Almeria, così da coprire il trasferimento dall'Italia in una ventina di ore e riuscire quindi a fare il tutto in 2 settimane.
Delle ragazze che volevano partecipare un paio rinunciano, rimangono solo due Drag Queens incallite: Joesimpson Gran Maestro dell'Orello Spanato e Ola Supercazzòla. Poco prima della partenza il caso vuole che una sprovveduta verginella accetti di scendere con noi e provare a fare un pò del nostro percorso: i patti sono chiari, noi si tira dritto comunque e nel caso non ce la faccia a starci dietro, la abbandoneremo nel sabbione più infimo o in un oued pietroso. Ovviamente dopo aver ripetutamente abusato di lei. Cardano62 ama le sfide e accetta di buon grado la cosa, ignaro di ciò che realmente lo aspetti anche nei semplici trasferimenti stradali e nelle serate presso i luguri tuguri che saranno i nostri ricoveri per la notte.
E' il primo pomeriggio quando giro la chiave del quadro e il borbottio classico del 4 cilindri diesel proveniente dal cofano mi entra nelle orecchie. Resto immobile per un attimo prima di innestare la marcia...... e poi mi volto... Trity è lì, ben legata con due cinghie nere, il parafango appoggiato al bordo dello schienale, la ruota tassellata nuova che fa capolino tra i due sedili.... non si capacita, ed io nemmeno, che stiamo per partire da casa insieme per un viaggio e il suo motore non sia stato acceso. E' la prima volta. E c'è sempre una prima volta per tutto.
Il Gps segna 1850 km fino ad Almeria: dopo aver caricato Gianni a Milano e incontrato le ragazze sulla strada che prende a salire verso il Turchino iniziamo la discesa verso la Spagna. Nel cuore della notte profonda, mentre il mio compagno dorme, la mia mente cerca di fissare i momenti in cui su quella strada son passato più volte con la moto: "Ricordi quà che caterva di acqua abbiam preso?..... E il vento che ci sbatteva a destra qui?..... Lì abbiamo fatto benzina, zio pork ....bevevi come una spugna con il Mistral contrario". "Ormai siam troppo vecchi per queste cose, sei vicina ai 90k e il mio didietro dopo 600 km comincia a non sopportarti più.....". "Ci rifaremo con qualcosa di speciale, solo tu ed io, per ora godiamoci le quattro ruote, l'aria calda che esce dal ventilatore e una sigaretta accesa". Il furgone ha un sobbalzo su un piccolo dosso e la moto si muove di poco spingendo lo schienale. Trity ha annuito e torna tranquilla al suo posto, mentre io volgo lo sguardo all'asfalto illuminato dai fari e accendo la radio. Per un attimo mi torna in mente "Alice nella città" di Wenders......

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robi_pal
18-03-2013, 19:21
:happy1::happy1::happy1:

Aspettavo con ansia il report, dopo avervi addocchiato su Youposition...
Tra un mese esatto sarò sulla nave e dovrei percorrere all'incirca il vostro giro.
Sto cercando disperatamente notizie fresche sulla situazione delle piste varie.
Ti faccio i complimenti in anticipo perchè sarà sicuramente un bellissimo report.

Fagòt
18-03-2013, 21:26
1° giorno: Melilla - Midelt 410 km.

Il viaggio sul traghetto stracolmo è stato scomodo. La Aciona, compagnia spagnola, ha di recente rilevato due compagnie marocchine con le relative navi e proprio su una di queste abbiamo il piacere di compiere la traversata di circa 7 ore. Le belle e comode poltrone spagnole sono un sogno rispetto a quelle da autobus da pendolari su cui cerchiamo in tutti i modi di trovare una posizione che concilii vagamente il sonno. Questo malgrado il fatto che ce ne accaparriamo due a testa. Così non appena la voce della hostess annuncia l'entrata in porto, ci scaraventiamo nel garage per liberare le moto e sbarcare.
Alla frontiera in 10 minuti io e Gianpy, dotati già di assicurazione per il Marocco, siamo fuori e ci prendiamo il primo tè alla menta aspettando Guido e Gianni alle prese con una faux guide che promette di recuperare al più presto il titolare dell'agenzia assicurativa marocchina ancora nel tepore del proprio letto.

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La cosa si risolve con un nulla di fatto o meglio, visto che sembra impossibile trovarlo essendo domenica mattina, con una lauta mancia al doganiere che scarabocchiando qualcosa in arabo sul documento di importazione, concede ai due di passare facendogli promettere di farla al nostro arrivo a Midelt.
La giornata è fredda ma quantomeno assolata. Uscendo da Nador due zelanti gendarmi mi colgono in fallo col laser a 92 km orari.... Romanzina di dovere.... chiedo perdono per essermi distratto e poi qualche battuta e domanda sul Rally che stiamo facendo. Si, perchè così bardati e con la fiche di BND in bella mostra sul cupolino della Trity, sembriamo proprio i partecipanti di un Rally in piena regola. Più avanti altri gendarmi arriveranno a chiedermi persino la lista di tutti i partecipanti. "Niente Rally" rispondo " siamo solo io e le ragazze...".
La sosta a Guercif per un pranzo a base di brochette di montone e gli splendidi panorami desertici del Plateau du Rekkem che ci accompagnano ben oltre Missour, rinfrancano lo spirito. Gli ultimi chilometri prima di Midelt ci sferza un vento gelido e potente da sud, premonitore della giornata che seguirà. Una foratura a 10 minuti dalla città ci obbliga ad una sosta forzata. Il taglio nel copertone di Gianni è abbastanza ampio, provo a rimediare con due stringhe e a gonfiare fino a 3 atm per arrivare dal gommista, dove giungiamo sul far della sera.
Riparata la gomma e lasciate le borse all'albergo saliamo di corsa al Monastero di Notre Dame de L'Atlas dove vogliamo incontrare le suorine a cui consegnare il materiale datomi da BND.
Ci riceve il padre priore Jean-Pierre, un frate trappista ottuagenario scampato alla strage compiuta dai terroristi islamici nel '96 nel monastero Tibhrine in Algeria, dove morirono sette suoi confratelli. Con il sorriso sulle labbra ci dice che sono in preghiera, così lasciamo i pacchi con la promessa di tornare l'indomani per un saluto.

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Son passate le 20.00 da un pezzo quando entriamo in albergo. In Africa non si viaggia col buio. Cominciamo bene e siamo solo al primo giorno.

ZAGOR
18-03-2013, 22:50
Finalmente , ora ci godiamo questo bel resoconto :D

:happy1::happy1::happy1:

Panda
19-03-2013, 17:04
Mi metto comodo

nathan
19-03-2013, 17:36
passatemi i pop corn.

Alessio gs
19-03-2013, 17:56
Ohhhhh, finalmente il report della scampagnata, brave ragazze raccontate raccontate...ciao...

Fagòt
19-03-2013, 19:20
2° giorno: Midelt - Imilchil 160 km.

Il vento ha soffiato per tutta la nottata e al nostro risveglio non sembra intenzionato a smettere. Poco male penso, spazzerà il cielo dalle nuvole basse che vengono da Sud e non sarà d'impiccio, visto che per almeno una buona mezz'ora saremo riparati dal versante nord del Jebel Ayachi. Previsione alquanto errata, come avremo poi modo di verificare.
Come promesso saliamo al monastero per un saluto, siamo di strada visto che si trova all'inizio della pista. Gianni prenderà la statale che scende fino a Rich e da lì risalirà fino ad Imilchil dove ci aspetterà all'albergo.
Al nostro arrivo al convento, oltre ai militari di guardia, troviamo il frate portinaio Josè Luis che mastica un buon italiano e ringrazia per il materiale consegnato la sera precedente.

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Le due suore italiane sono fuori sede: una a Casà ed una al villaggio che si trova alla fine della pista. Poco male, sarà per la prossima volta, ma approfittiamo comunque per vedere il laboratorio che hanno organizzato con le donne berbere della città, per offrire loro un lavoro e quindi una fonte di reddito autonoma. Ricamo e tessitura di tappeti.

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Salutato frate Josè Luis prendiamo a salire sulla pista: l'inizio nella valle aperta non dà problemi, anche se il vento continua a farsi sentire sul nostro lato sinistro fino al bosco di cedri.

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Il fondo è buono, si vede che ci son state piogge recenti ma i tasselli mordono la terra battuta fino alla salita in rocce e pietrisco che porta al passo. E qui comincia l'avventura.
Entrando in una curva che immette su per il canalone una raffica improvvisa e potente mi sbatte fuori pista con l'anteriore pericolosamente puntato a valle. Le ragazze corrono a darmi una mano e riportiamo la ghisa in carreggiata, ma in questo punto riesce difficile perfino stare in piedi per la forza delle raffiche.
Il 690 parcheggiato per un attimo, viene scaraventato a terra ed è un'impresa anche solo cercare di parcheggiare la propria moto e dare una mano ai compagni. Riusciamo finalmente a puntare i mezzi in direzione del vento e della pista e controllato che anche gli altri fossero a posto parto. Saranno i 1500/1800 mt più duri della mia esperienza di off. La direzione da seguire è esattamente quella contraria al senso del vento e la moto con la prima e il gas puntato è come se venisse spinta indietro ad ogni metro di 50 centimetri. Stando in piedi sulle pedane per trovare la via migliore tra le pietre offro inoltre un attrito maggiore all'aria e le continue raffiche tentano di sbatterti ora sul lato a monte coperto di rocce ora sul lato a valle con forte pendio. 5 minuti di delirio finchè raggiungo il passo, punto la moto in direzione del vento per evitare che la faccia cadere e mi volto indietro. Delle ragazze nessuna traccia.
Guardo Trity e le intimo un "Tu resti qui e vedi di non cadere!". "Io scendo a piedi a vedere cosa succede."
Sospinto dal vento che ora sbatte prepotente sulla schiena, scendo cercando di non cadere fino alla curva. Il 690 è di nuovo in terra e l'AT puntellata da Gianpy che cerca di tenerla in piedi ha la ruota anteriore bloccata dal fango. Quando è ripartito Guido ha preso una raffica che l'ha sbattuto in un canale pieno di mota e il parafango basso ha fatto il resto. Ora lotta con la chiave del 10 per liberare gli attacchi e pulire. Mi metto anch'io a tenere la moto e le cose che non puoi assolutamente lasciare libere, e alla fine aiutiamo Guido a montare in sella e prendere il via tra una raffica e l'altra.
Gianpy mi offre un passaggio sul 690: proviamo. Ingrana la prima e spalanca il gas per vincere il contrasto iniziale. Trazione c'è, il mio peso aiuta, equilibrio invece a spanne, dato che tra borse, le mie gambe penzoloni e il grosso serbatoio desert, deve destreggiarsi tra le rocce buttando ora una ora l'altra gamba a modo di bilanciere. "Zio pork, i miei piedi..." devo urlagli nel casco quando si mette a fare pelo e contropelo ai roccioni sporgenti..... "Ci tengo a non lasciarli qui....".
Arriviamo al passo e Trity è ancora lì in piedi. Scendiamo alla svelta per ripararci e metterci nel versante sotto vento, mentre l'idea di tirar fuori la fotocamera non ci passa neanche per l'anticamera del cervello.

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Finalmente al riparo dal vento, dopo la discesa a sasso smosso e un piccolo oued ci prendiamo una sosta per una sigaretta. Nessuno di noi aveva mai avuto a che fare con un vento simile in fuoristrada. Li rassicuro sul proseguo, la pista tra poco entra nel bosco di conifere e sarà una passeggiata. Anche questa sarà una previsione errata.

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Superata una frana e il guado pietroso di altro oued ben più ampio entriamo finalmente tra gli alberi e da subito ci accorgiamo che sarà ben più arduo di quanto pensassi. Il versante nord coperto dalla vegetazione presenta un'umidità molto alta e il terreno battuto che a prima vista sembra innocuo, nasconde un fondo argilloso di alcuni centimetri che fa pattinare gli pneumatici. Cerco di pulire le gomme nelle pozzanghere e in alcune trovo fondi di ghiaccio, perdendo completamente ora l'anteriore ora il posteriore. Le ragazze ormai conosco il loro posto a memoria: Gianpy al paracilindro, Guido al telaio borse, io al manubrio. 1-2-3 e Trity si risolleva dal pantano. 20 km così mentre nel frattempo una debole pioggerellina ci rinfresca gli abiti e ci annebbia le maschere.
Guido rimane ancora vittima del parafango basso. Tocca di nuovo smontare e pulire.

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Per fortuna siamo quasi alla fine e quando due pastori con la madre ci invitano per un tè nella loro casa, accogliamo di buon grado l'offerta. In cambio lasciamo un pò di benzina per la mobilette e qualche dirham.

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Il goudron fino al villaggio e uno spiraglio di sole ci ripagano degli sforzi passati. Mai quanto però i sorrisi dei bimbi a cui lasciamo un block notes ed una stylo.

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Ci aspetta ancora un passo da fare, ma già due anni fa quando passai con Franca era asfaltato, per cui sono tranquillo. Come al solito niente di più sbagliato: oggi, scopriremo in serata, ha fatto tormenta e ci aspetta un pò di neve.

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Salendo dal villaggio che si trova appena prima alcuni abitanti si sbracciano per farci capire che è chiuso, ma andiamo avanti imperterriti. Guardo il Gps e le quote: quando comincia la neve mancano solo 200 mt di altezza ed un paio di chilometri.

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Lo ricordo bene e vado avanti: i tasselli hanno presa ed i 10 cm di neve non creano grosse difficoltà. Per sicurezza mando avanti Gianpy fino al punto in cui so che spiana e comincia a scendere. Al suo ok saliamo anche io e Guido e alla luce dei fari valichiamo ed iniziamo la discesa fino Imilchil.

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Un sms di Gianni chiede dove siamo finiti. Gli rispondo che siamo a trenta chilometri dall'albergo. "Tranquillo arriviamo". E quando, entrando in paese, vedendolo un pò preoccupato intento a telefonare giù al villaggio sotto il passo innevato, gli urlo: "Zio pork non si viaggia col buio....... ma stavamo facendo solo un pò di enduro.... ".

Specialr
19-03-2013, 20:05
Fagòt....























grazie!

ZAGOR
19-03-2013, 22:53
Azz Fagot :!::!::!:

Achille
20-03-2013, 09:28
Splendido :!::!::!:

lubec1
20-03-2013, 12:03
Pare d'esserci.

Fagòt
20-03-2013, 12:34
3° giorno: Imilchil - Tinehir 190 Km.

La mattina al nostro risveglio scopriamo tutte le vette innevate dalla tormenta del pomeriggio precedente. Gianni arrivando via strada l'ha subita in pieno e si è dovuto fermare a lungo per ripararsi dallo stesso vento che non pochi problemi ha creato a noi sulla pista.

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Andiamo a fare benzina al distributore poco fuori il paese e dato che sia io che lui abbiamo già visto i laghi di Tislit e Isli, lascio andare le ragazze da sole a fare due foto. Il tutto mentre si scatena una fitta nevicata che le porterà a passare oltre, causa la scarsa visibilità, la meta di qualche chilometro.
Una volta tornate prendiamo l'asfalto verso Agoudal, dove lasceremo Gianni per provare a salire sul Tizi-n-Ouano e i suoi 2914 mt. Le vette circostanti non promettono nulla di buono, in compenso il cielo si apre sempre più e un sole abbagliante comincia a riscaldarci.
Come immaginavo già a 2500 mt di altezza la pista comincia ad essere coperta di neve e mancando ancora parecchi chilometri al passo e oltre 400 mt di altitudine, giriamo le moto per riprendere la strada che sale al Tizi-Tirherhouzine e da lì poi scendere verso Tinheir.

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Peccato, ci tenevo a far fare alle ragazze la bellissima pista che da questo passo scende nelle Gole del Dades, ma a quanto pare siamo capitati al termine di una settimana di piogge e neve che imperversano dall'inizio del deserto fino a tutta la catena dell'Atlas.
Anche il passo stradale è ricoperto di neve, una quindicina di centimetri, ma fortunatamente un Unimog sgombraneve è appena passato, disegnando una striscia di colore grigio scuro nel manto bianco immacolato.
Così velocemente raggiungiamo l'inizio del raccordo tra le gole del Todra e quelle del Dades: una pista di circa 40 chilometri con un passo a 2700 mt.
Tentar non nuoce e, ancora una volta, verrò smentito dai fatti.

L'inizio della pista è stupendo, con un fondo regolare e veloce. L'azzurro del cielo spicca sul bianco delle cime coperte da una vasta coltre nevosa.

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Poi piano piano comincia, come la maggior parte delle piste marocchine, a seguire il percorso di un oued. L'irruenza delle acque ha cancellato per alcuni chilometri la pista originale sul lato sinistro e così bisogna percorrere il fiume alla lunga, districandosi da pietre e mille guadi, seguendo la debole traccia lasciata da qualche quatre-quatre.
Una volta usciti dall'inferno di roccette bagnate la pista prende a salire con leggera pendenza sui pendii ricoperti di neve. Più che pista, un viottolo largo al massimo 2 metri che a stento si riesce ad identificare nel bianco circostante.
Stando davanti agli altri la Trity trova neve vergine e un grip decente sul fondo fangoso, ma mi riesce comunque difficile restare in piedi sulle pedane e tenerla in equilibrio. Il debole gioco di gas che devo tenere per salire senza pattinare è micrometrico: basta calare per un attimo e subito l'anteriore chiude, non avendo più la spinta del posteriore, perdendo direzionalità e forza per passare la neve che ormai arriva ben oltre i 15 centrimetri.

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Proviamo a cambiare strategia. Mando avanti Gianpy con la moto da frocetta a cercare la via, dietro l'AT di Guido ad allargare ed infine la Trity. Va un pò meglio, ho meno aderenza passando sulle loro tracce che subito si trasformano in un miscuglio di neve e argilla, ma almeno così l'anteriore non deve aprire e basta quindi un filo di gas e frizione per proseguire.
500 metri zampettando e ormai si comincia a vedere il passo. La neve è ora a 25/30 centimetri, le ragazze sono galvanizzate dall'impresa che stanno per portare a termine e 200 metri più avanti puntano già le moto verso le ultime due salite. Il Gps segna quota 2608 metri. Forza Trity un ultimo sforzo, mancano solo 100/150 metri al massimo. Giro la chiave, accendo il motore e tiro la leva della frizione: un brivido freddo mi corre lungo la schiena. Corre a vuoto..... Con un colpo secco butto la marcia e poi apro dolcemente il gas. Dal motore un ululato, la lancetta del contagiri che schizza fino ai 4000 e Trity che blandamente si muove di qualche centimetro. Frizione finita.
Chiamo le ragazze e gli spiego che non ce la farò mai ad arrivare in cima. Fintanto che c'è ancora qualcosa occorre tornare indietro, per cui giriamo la moto, ferita ed inerme, ed iniziamo la discesa. Metto la seconda e con un filo di gas zampettando la accompagno, prende velocità, cade, la rialziamo, riparte claudicante finchè l'inerzia del suo peso non l'aiuta a superare curve e dossetti.
Nell'oued butto gli occhi 100 metri avanti per trovarle la via più facile, senza strappi, salite o guadi profondi..... seconda terza, seconda terza, seconda terza e un filo di gas. Sul pistone iniziale provo a forzare un pò di più.... niente da fare ancora quell'ululato straziante e il contagiri che impazzisce.....
A Tamtattouche ci fermiamo per un tè nella speranza che raffreddandosi qualcosa migliori. Ma zio pork, monta una sinterizzata con 45k chilometri.... sono eterne..... sarà l'attuatore? Non perde.... Sarà l'asta spingidisco imbrattata di olio? Sarà l'olio stesso che ha preso una scaldata inverosimile?
Tutte queste domande mi rimbalzano nella testa mentre percorriamo le Gole del Todra, la leva sembra aver recuperato un pò di consistenza e il disco un pò di grip.

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Al nostro arrivo a Tinehir, finalmente con la luce del giorno, troviamo Gianni ad attenderci all'albergo. Tolta la borsa e buttatala nella hall mi precipito a comprare un flacone di DOT 4 e nel garage con l'aiuto di Gianpy cambio l'olio del serbatoio sul manubrio. Pompo e ripompo, esco e provo la moto in salita, sembra andare meglio ma Trity non è la stessa di questa mattina. Decido che l'indomani cercherò un meccanico per valutare il da farsi. Per ora abbiam solo voglia di una doccia e un pasto caldo. Anche oggi l'enduro non è mancato.

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rombodituono
20-03-2013, 17:23
Grande Fagòt. Grande nostalgia per le strade che hai descritto fin'ora che sono state per buona parte le stesse che ho fatto l'anno scorso

Visca
20-03-2013, 17:57
Ma allora lo fate apposta!!! Bella compagnia di matti....due conosciuti personalmente e la meraviglia lascia spazio all'ammirazione! Bella Joe...prima Tunisia, poi Marocco...ma tra Diego e te... leggete nel pensiero?
Grande Diego i tuoi report sono sempre emozionanti! Io torno in Marocco nell'ottobre prossimo..accuratamente senza neve eheheheh!!!.....abbiamo date sfalsate ma prima o poi ci becchiamo!!!

Fagòt
20-03-2013, 18:44
Grazie Paolo.... Inshallah, prima o poi ci si incontra da qualche parte.

Giotrebb
20-03-2013, 21:42
:D

Come sempre Diego narratore sopraffino!

:D

Fagòt
20-03-2013, 22:12
4° giorno: Tinehir - Merzouga 200 km.

Alle 8.30 sono da Hassan un meccanico d'auto che si trova nella piazza principale della città. Gli spiego il problema e dopo che anche lui prova la Trity la conclusione più ovvia resta che la frizione è finita. Dopo avere valutato tutte le possibili soluzioni decido di aprire la moto: Hassan mi confessa di non averlo mai fatto, ma mi garantisce che potrà ripristinare il materiale d'attrito. Così un'ora dopo cominciamo con i miei ed i suoi attrezzi a smontare il posteriore. La tappa di oggi prevedeva una salita fino ai rilievi che stanno sopra a Nekob e poi una traversata dell'hammada di Fezzou fino a Merzouga. Le ragazze decidono di restare con me finchè la moto non sarà in grado di ripartire.

https://lh6.googleusercontent.com/-PHhn8pxaV1g/UUbeEAxXv9I/AAAAAAAACZc/iPO-bDOgcfM/s640/DSC02091.JPG

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https://lh5.googleusercontent.com/-e71lkvqD5o8/UUbeJ7Q7HZI/AAAAAAAACZs/dHqrx-Rr3nI/s640/DSC02093.JPG

Alle 11.30 la frizione è tolta e si presenta "cotta" dallo sforzo subito sulla pista innevata.

https://lh5.googleusercontent.com/-TYZ55bl3tG4/UUbeMIZW__I/AAAAAAAACZ0/lrw0t_4cqkA/s640/DSC02094.JPG

Il danno maggiore però è sui piatti di contenimento che presentano una usura rilevante con dei "gradini" di quasi un mm. sul diametro esterno ed interno. Il materiale estremamente duro della sinterizzata ha letteralmente mangiato l'acciaio. Niente che un'ottima levigatrice manuale non possa però riparare.

https://lh4.googleusercontent.com/-eZGsgtMQDZI/UUbeOjZnRLI/AAAAAAAACZ8/mAnXpAvS6c0/s640/DSC02095.JPG

Mentre Hassan porta il disco a far rivestire, le ragazze ne approfittano per fare un giro nel souk cittadino. Due ore e il disco nuovo ed i piatti son pronti.

https://lh5.googleusercontent.com/-uImVGjka8do/UUbeQyQjq-I/AAAAAAAACaE/nBbVcrYqeOI/s640/DSC02096.JPG

Resta il problema del centraggio. Ricordavo di aver letto nelle preziose FAQ che occorreva costruirsi un perno con due diametri diversi per posizionare il disco perfettamente in asse con l'asta spingidisco e il volano. Risolviamo la cosa utilizzando un manicotto di gomma che si adatta perfettamente intorno all'asta e calza a pennello nel millerighe del disco.

https://lh5.googleusercontent.com/-J2SpydvHPV4/UUbeTHomPVI/AAAAAAAACaM/D_1DdATbHGI/s640/DSC02097.JPG

Hassan è minuzioso e preciso e dopo aver montato il cambio non soddisfatto del gioco tra frizione e dischi, rismontiamo il tutto per levigare ancora un po' i margini eccedenti. Alle 16.00 la moto è pronta e ricollegati i corpi farfallati, batteria e serbatoio, giro la chiave. Ci guardiamo per un attimo e quasi all'unisono proferiamo "Inshallah". Trity parte al primo colpo, butto la prima e rombando nel portone dell'officina esco sulla strada: prima, seconda, terza, 180° e di nuovo prima, seconda, terza, quarta a manate di gas. Trity è rinata.
Stringo la mano ad Hassan e mi complimento con lui per la buona riuscita del nostro lavoro e poi pago il dovuto: son 1500 dirham, 135 euro.
Dopo esserci rilassati con una tè ed una sigaretta, prendiamo la strada che porta verso Erfoud, quindi Rissani e ormai a sera inoltrata all'albergo sotto le dune di Merzouga. Nella discesa oued straripati invadono la sede stradale. L'acqua domani la farà da padrona.

yankee66
20-03-2013, 22:13
Complimenti! :D:D:!:

AGO59
20-03-2013, 22:17
:D:DFagot,sei unico.............complimenti anche a tutta la compagnia:D:D
vi invidio.................;)

Specialr
20-03-2013, 22:24
bellissimo..e la riparazione in (quasi) loco è un must!

vertical
20-03-2013, 23:10
aspetta che aggiorno la mia lista:

Marocco,portare frizione di ricambio e spina di centraggio.

:lol::lol::lol:

ok puoi proseguire ;)

Ste02
20-03-2013, 23:31
azz, mi par di capire che per fare viaggi seri con un bmw bisogna essere dei Fagot. Io è meglio che mi prenda un Varadero.

Tatone
21-03-2013, 01:09
E' sempre un piacere leggere i tuoi report...

poz960
21-03-2013, 08:41
Grandi...:prayer::prayer:è sempre un piacere leggere i tuoi report Diego.
:wav::wav::wav::

Boro
21-03-2013, 08:52
Mitici, complimenti. Meglio moto da froci per questo genere di avventure...

rombodituono
21-03-2013, 12:37
Oh ma quello è il meccanico che ha ricomposto i pezzi della moto di Tommygun in poche ore!!! Che cavolo di caos c'è in quel posto :-) ma sono dei maghi

Ste02
21-03-2013, 12:40
moto sempre ko per frizione disfata immagino (o forse era in patagonia questo)


Ehhh bmw è sempre una garanzia.
Che ogni meccanico ci sa mettere le mani perchè son sempre loro quelle rotte! hahah

Fagòt
21-03-2013, 12:42
L'avevate portate con giù un camion dal Tiz-n- Ouano, mi sembra?
Comunque vero Hassan e il bocia sanno lavorare.

rombodituono
21-03-2013, 14:36
[QUOTE=ste02;7316126]moto sempre ko per frizione disfata immagino (o forse era in patagonia questo)


No no, quella era quella vecchia
Questa l'ha piantata di muso dentro un fosso profondo un metro e mezzo :rolleyes:
Radiatore dell'olio bucato, 1 stelo forcella piegato, plastica varia seminata in giro

rombodituono
21-03-2013, 14:39
L'avevate portate con giù un camion dal Tiz-n- Ouano, mi sembra?
Comunque vero Hassan e il bocia sanno lavorare.

Esatto Diego (che avventura :) ). Fortuna che è andato tutto bene e Claudio non si è fatto nulla...ora gli rimane solo di sopportare le ns prese per il culo da qui all'eternità
Hassan è tranquillissimo, quando gli abbiamo fatto vedere i danni non ha fatto una piega. E il bocia è partito in sella ad un Motobecane scassato con lo stelo della forcella piegato in mano per andare a cercare un cannello con cui scaldarlo.
Siamo arrivati là verso mezzogiorno e la mattina dopo alle 9 stavamo già lasciando Tinerhir :D

METIUS 57
21-03-2013, 17:30
non si direbbe mai, .... ma nella tribolazione , a volte trovi anche la soddisfazione .....a condizione di risolvere il problema...

non oso immaginare che gran sospiro di sollievo dopo la riparazione....

:D:D:D:D:D:D

rombodituono
21-03-2013, 18:10
Il sollievo è stato vedere Claudio che si rialzava con le sue gambe dopo quell'orrendo volo...

Ste02
21-03-2013, 18:20
il solito teppista smanettone...

Ballerino
21-03-2013, 19:59
Azz.....che spettacolo di report :!::!: vorrei andare in Marocco quest'anno....ma dopo aver letto queste avventura dirò che vado a Riccione....tutta autostrada!!! :-o:-o

Fagòt
21-03-2013, 20:41
Fagot trity merita la pensione,perdiana!o la Fornero l ha resa un esodata?

Marco, l'accordo con BMW è chiaro: il test drive prevede i 100k. Ne mancano solo 7500.

Fagòt
21-03-2013, 22:24
5° giorno: Merzouga - Tagounite 280 km.

Ieri sera ci siamo finiti l'ultimo goccio di grappa trentina che la Sergia ci aveva regalato alla partenza. La prossima volta occorre rivedere un po' le dosi visto che la bottiglia a stento e solo sotto stretto razionamento è arrivata alla quarta sera.
Oggi comincia il deserto, quello vero, e l'ambizione è quella di fare una tappa che normalmente si fa in due giorni.
La giornata è splendida, come solo questi luoghi spazzati dal vento sanno regalare.

https://lh3.googleusercontent.com/-1fmQ_4jYh4c/UUbeZ-uxz0I/AAAAAAAACac/RqvsZJtiSEU/s640/DSC02099.JPG

Di fronte a noi il dunone dell'Erg Chebbi, dove le guide portano con i dromedari i turisti a passare una notte sotto le stelle nelle tende berbere.

https://lh3.googleusercontent.com/-w6joAOJxdPk/UUbecPmItxI/AAAAAAAACak/tdaQTw0JnNs/s640/DSC02100.JPG

Pochi chilometri di asfalto fino a Taouz e poi imbocchiamo la pista verso sud ovest: di qui molte volte la Parigi-Dakar è passata venendo da Boudnib e un leggero senso di eccitazione prende lo stomaco nel saperlo.

https://lh4.googleusercontent.com/-18rRc59X2sU/UUbeeQNUtmI/AAAAAAAACas/FM58V__1_c8/s640/DSC02101.JPG

https://lh5.googleusercontent.com/-Ma_wyo_k324/UUbeg1O3yPI/AAAAAAAACa0/J-Ayp3Lumfk/s640/DSC02102.JPG

https://lh6.googleusercontent.com/-IXcLD95nH_k/UUbekyC4tcI/AAAAAAAACbE/73IjMu5jhcA/s640/DSC02104.JPG

La prima parte corre veloce nello Ziz, fortunatamente in secca, a tratti qualche banco di sabbia ma niente di insormontabile. Poi dopo aver superato un lago salato in un attimo arriviamo a El Remlia, il villaggio sull'oued Daoura.

https://lh3.googleusercontent.com/-nS17Vqj6ssY/UUbenljGNSI/AAAAAAAACbM/c29NHKZrOZE/s512/DSC02105.JPG

https://lh6.googleusercontent.com/-M8ZmTRd8aEY/UUbesdCyUlI/AAAAAAAACbc/EUmDS_1Wvvk/s640/DSC02107.JPG

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Al nostro arrivo i ragazzini corrono a mettere in esposizione piccoli prodotti da vendere, mentre il gestore del locale riconosciuto il logo di BND ci accoglie a braccia aperte.

https://lh3.googleusercontent.com/-VQqV6wZQZPA/UUbewyXdekI/AAAAAAAACbs/HMLEtjVlYRU/s640/DSC02109.JPG

Qui BND lavora da anni con vari progetti: il ripristino di una kettara, la visita- soggiorno di un medico che per una settimana all'anno resta nel villaggio e compie un check-up di tutta la popolazione ed in ultimo un progetto con il patrocinio del comune di Errachidia per la conoscenza, montaggio ed uso di pannelli fotovoltaici da parte dei giovani ragazzi del villaggio. Indicandomene uno ci chiede se vogliamo fare un giro e verificare come vanno i lavori, ma visto la strada che ancora dobbiamo percorrere decliniamo gentilmente l'invito.
Gli chiedo in che condizioni sia l'oued e vengo così a sapere che c'è molta acqua, difficile quindi passare a sud sulla via più corta che io avevo già percorso.
Andiamo a vedere e dopo aver sputato un po' di sangue nei due chilometri di fech fech che portano al guado troviamo un fiume limaccioso e marrone: ragazzini a piedi nudi ci fanno vedere che dopo due passi l'acqua arriva alle ginocchia. Torniamo indietro, prenderemo la via nord.
Ho dei WP anche di quella ma vista la situazione attuale, decido di affidarmi al garzone dell'auberge che ci guiderà più su per circa 15 chilometri, dove il fiume è più ampio e la presenza di pietre dovrebbe agevolare il passaggio.
Parte, o meglio, decolla in sella ad una mobilette sgangherata che perde la catena ogni 2 chilometri. Decolla perchè stargli dietro sulla pista col fech fech o in mezzo alle dunette ricoperte di vegetazione diventa con la Trity un'impresa. Oltrettutto in alcune zone più bagnate il fondo si rileva alquanto infimo e sdrucciolevole.

https://lh5.googleusercontent.com/-BQJAmfB8oG8/UUbe0F1uYGI/AAAAAAAACb0/RKbvCDBNjeI/s640/DSC02110.JPG

Finalmente raggiungiamo il punto migliore e giustamente la nostra guida si accerta che non ci siano buche o massi troppo grossi.

https://lh3.googleusercontent.com/-IQF199ksSFY/UUbe2f_zI1I/AAAAAAAACb8/tZJViuwCwVs/s640/DSC02111.JPG

https://lh6.googleusercontent.com/-YhaSaKZHh1k/UUbe5IqbnsI/AAAAAAAACcE/Pa66pAxY2v8/s640/DSC02112.JPG

https://lh4.googleusercontent.com/-gxvGeU1vatU/UUbe8KVd9-I/AAAAAAAACcM/I4sck7QSMvM/s640/DSC02113.JPG

Resta ancora però da superare un lungo tratto di fech fech tra le dune prima di ritrovare l'hammada: sono troppo alte e con troppa vegetazione per essere cavalcate e quindi bisogna stare nel solchi profondi lasciati dai camion che qui vengono a caricare ghiaia. 100 metri.... 200 poi un po' di duro......altri 100.... una pausa..... altri 100.... in uno di questi tratti avanzo zampettando a colpi di gas e all'improvviso una fumata nera e un odore acre di bruciato si alza dal motore. Spengo e Trity continua a fumare per qualche minuto. Devo lasciarla raffreddare o la frizione mi lascerà di nuovo a piedi......
Finalmente guadagniamo l'uscita e tiro un sospiro di sollievo.

https://lh4.googleusercontent.com/-Y5QWV1VK62M/UUbfAAXpiGI/AAAAAAAACcc/Bq_f6hXiMCc/s640/DSC02115.JPG

https://lh6.googleusercontent.com/-0SZ_qTFjvNw/UUbfC6z4-GI/AAAAAAAACck/fbkO8qIv2F4/s512/DSC02116.JPG

Ora però c'è un grande lago e la pista che io avevo percorso sul lato sud è inaccessibile, dobbiamo fare quella sul lato nord stando il più a ridosso possibile delle montagne, visto che la parte umida presenta fango per almeno 10 cm. di altezza. Dopo una ventina di chilometri arriviamo al guado a monte del lago, l'unico accesso al villaggio di Tafraout e alla pista che porta verso M-hamid.
Le piccole pietre miliari poste a lato e che sporgono dall'acqua dànno un margine di sicurezza per cui entro deciso. Una buca al centro toglie tutta questa sicurezza e in una frazione d'istante devo dare tutto il gas che ho nel polso per non restare intrappolato nel pantano. Gianpy dopo la lavata si dice contenta per essersi rinfrescata.

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https://lh6.googleusercontent.com/-FEMW86S4Sig/UUbfIKEfvBI/AAAAAAAACc0/MIBO1DV1yfE/s640/DSC02118.JPG

Siamo quasi a metà strada e dopo esserci fatta una Coca lasciamo il villaggio per quella che ormai dovrebbe essere la parte più facile. Un lungo altopiano sui 700/800 metri ricoperto di una bellissima graniglia compatta. Visto la planarità la pista scompare giacchè ogni 4x4 è libero di percorre la propria traiettoria, cosa che facciamo ovviamente anche noi viaggiando per molti chilometri parallelamente a distanza di un centinaio di metri uno dall'altro.

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Alle 17.30 siamo al Check Point militare che si trova a 20 chilometri circa da Tagounite. I due soldati compilano diligentemente un quaderno con i nostri dati e dopo essersi fumata una sigaretta ci augurano la "bonne route". Dal Check una leggera discesa porta in piccolo banco di sabbia dove mi si chiude il gas e cado. Rialziamo la moto e quando riparto dando gas la lancetta dei giri sale vorticosamente..... Trity si muove e prende velocità ma ho già capito.
Il sole sta tramontando e la nostra direzione ormai punta decisamente ad Ovest, per cui i raggi solari dai riflessi dorato-arancio ci colpiscono in pieno negli occhi. La pista ora è tornata a farsi pietrosa e segnata, con curve e discese che scendono fino alla piana. Il vento che ha ripreso a soffiare nella nostra direzione spinge la polvere alzata dalla Trity verso le ragazze che devono quindi lasciare qualche centinaio di metri per riuscire a vedere qualcosa. Continuo a cesellare il gas ed evitare strappi e allo stesso tempo fisso il Gps: meno 10, meno 9, meno 8 chilometri alla riga dritta e nera dell'asfalto di Tagounite.
Un ultimo Check Point dove all'unico militare presente basta il mio numero di passaporto e la marca della Trity per lasciarci andare. Meno 4, meno tre, meno due, meno 1 ...... ci siamo e la strada mi sembra un'oasi di felicità. Tiro un lungo sospiro e mi avvicino alle ragazze: "La frizione sta finendo".
Dolcemente riparto e mentre il sole sta per calare dietro i rilievi del Jebel Bani percorro 2 chilometri fin quando piano piano, come se fosse un moribondo negli ultimi istanti di vita, Trity esala l'ultimo respiro e si ferma.
Gianni poco prima mi aveva mandato una SMS dicendo che era al benzinaio del villaggio: 8 km. Lo chiamo perchè venga a trainarmi, ma visto che il suo navigatore non riporta la nostra strada decidiamo di arrangiarmi da soli.
Così dopo aver legato la fune all'AT di Guido percorriamo il tratto di pista che attraversando la Draa e l'oasi porta sulla nazionale che scende verso M-Hamid.
Arrivati al distributore non faccio in tempo ad accendermi una Marquise che il benzinaio mi passa il suo telefono. All'altro capo c'è un meccanico di Zagora, il quale spiegata la panne mi garantisce di poter recuperare una frizione nuova. Allo stesso tempo Gianni mi passa il numero di Aziz un altro meccanico sempre di Zagora amico di BND. Lo chiamo e si dice pronto ora stesso a venire per recuperarmi. Non ho ancora finito la sigaretta e sono fermo lì da 5 minuti. Questo viaggio "vuole" continuare.
I due chilometri al traino del Gs di Gianni fino all'albergo li percorro con un rassegnato ottimismo. Inshallah.

rsonsini
21-03-2013, 23:39
vorrei essere capace anche io di fare un viaggio del genere...

Panda
22-03-2013, 09:37
godo.................

Ste02
22-03-2013, 10:39
e l'Africona sempre avanti, grandissima.

Bel viaggio e bel report!

METIUS 57
22-03-2013, 15:28
.... non so se ha sofferto piu' lui in questo viaggio , ........ o noi attaccati al pc a controllare e ricontrollare quando arriva il post successivo ...:mad::mad::mad: .... secondo me lui ci sta' godendo nel tenerci col fiato sospeso .....
:protest::protest::sad11::sad11:

bluejay
22-03-2013, 17:13
:D:D:D
Complimentoni !

E' sempre un piacere leggere le tue avventure.....

:thumbup:


Quando lo avete fatto il viaggio ?

Achille
22-03-2013, 18:21
Ancora complimenti...

Fagòt
22-03-2013, 18:58
6° giorno: Tagounite - Zagora 50 km.

Aziz ha promesso di essere qui alle 8.00, per cui di buon ora scendo a cavare la Trity dalla sala-garage in cui noi abbiamo mangiato ieri sera e lei ha riposato per la notte.

https://lh4.googleusercontent.com/-kCQ2h4sCYsc/UUbfZ2M6ZMI/AAAAAAAACds/B6TKYs-ftSk/s640/DSC02125.JPG

Le ragazze proseguiranno sulla rotta successiva, la Tagounite- Foum Z-Guid ed i suoi 160 chilometri di pietre che passano a nord del lago Iriki. Io e Gianni, che comunque sarebbe andato via asfalto, saliremo a Zagora per la riparazione. Se tutto va come deve l'appuntamento è per stasera a Foum. Come sempre in Africa non tutto andrà come deve.
Seduto con la faccia al sole guardo Trity parcheggiata sul marciapiede in attesa del recupero e laconico le sussurro: "Dobbiamo smetterla di fare i cazzoni, io e te. Lo ricordi cosa si dice qui, vero? In Africa non cercar guai, che tanto saranno loro a trovarti....."

https://lh4.googleusercontent.com/-MfVxTukXxbQ/UUbfcMvxogI/AAAAAAAACd0/B3iDDRlX3FU/s512/DSC02126.JPG

Aziz arriva con una canonica ora di ritardo e si presenta con un Def 110. "Ma zio pork... come pensi di farcela stare lì dentro?" gli urlo. "Pas de probleme... on a deja fait".
Comincio quindi a smontare la ruota posteriore e di peso le buttiamo su il culo sul pianale. Resta solo da abbassare il manubrio e farlo passare nella stretta porta posteriore. "Sei comoda? La visuale è di tuo gradimento? Allora... on y va? Allons-y!"

https://lh5.googleusercontent.com/-ZgULLnhflb4/UUbfex3TRgI/AAAAAAAACd8/eUjb4a8fLYc/s640/DSC02127.JPG

Aziz e suo fratello sono ancora in coma probabilmente.... non sono abituati a queste levatacce ed hanno bisogno di far colazione con pane, uova sode, formaggino e tè. All'alba delle 10.00 finalmente partiamo seguiti a ruota da Gianni che si diverte a riprenderci con la video camera.
Lungo il tragitto il meccanico vuole sapere tutto e di più sul viaggio, su BND, su Luca (presidente della ONG), sull'Italia.... e i 50 chilometri che ci separano dalla sua officina scorrono veloci.
Al nostro arrivo rimonto la ruota e dopo aver lavato Trity in un'ora smonto il tutto. Oramai mi muovo a memoria tra i vari passaggi da fare e i bulloni da svitare.

https://lh5.googleusercontent.com/-C96MbWdee0w/UUbfhrPo70I/AAAAAAAACeE/Ve8VpOcCCQg/s640/DSC02128.JPG

L'officina è grande e ben allestita, oltre ad Aziz ed i suoi due fratelli ci sono altri tre ragazzi, segno che di lavoro ne fanno. E le centinaia di adesivi attaccati alle pareti testimoniano insieme alle varie fotografie la moltitudine di equipaggi, raid e rally, vetture e moto con cui hanno avuto a che fare.

https://lh3.googleusercontent.com/-ludzs7e3rfk/UUbflyXBwSI/AAAAAAAACeU/jz1ABUcBRvM/s640/DSC02130.JPG

https://lh5.googleusercontent.com/-B4Vi9WdhD_0/UUbfrJc6ZII/AAAAAAAACek/j2gKoUsIbqc/s640/DSC02132.JPG

Della frizione non è rimasto quasi nulla: sul lato verso il motore solo i rivetti e un blando filamento, sull'altro verso il cambio qualcosa in più. Un piatto di contenimento porta ancora le tracce del calore sviluppato, mentre il blocco motore, motorino d'avviamento e volano sono ricoperti da una grossa patina nera.

https://lh3.googleusercontent.com/-LzTgBmRg-1E/UUbfjCuMCDI/AAAAAAAACeM/18a8RPwkJ2k/s640/DSC02129.JPG

https://lh5.googleusercontent.com/-99ay_neOTGo/UUbfnw4rq4I/AAAAAAAACec/sZ4e87tTDqY/s640/DSC02131.JPG

Alle 12.00 arriva il galoppino di turno: Aziz gli consegna la frizione e gli raccomanda di tornare con un ricambio originale. Prima che parta a manetta gli consegno anche i piatti e gli chiedo di farli rettificare. Visto che ci siamo cerchiamo di fare le cose, nel limite del possibile, al meglio.
Non resta che attendere e conoscendo i ritmi marocchini, decidiamo di concederci un pasto decente sulla via principale.
Alle 14.30 siam di ritorno e come ci vede Aziz lascia il pasto che sta consumando con gli altri e sale sul Def di corsa: "Elle est pret..... je vais la prendre!"
Trionfante ritorna mezzora dopo con una Surflex sinterizzata nuova di pacca, identica a quella che montavo, ed i dischi spianati a macchina. Oro colato per i miei occhi. Guardo l'orologio e mentalmente faccio il conto di tutto: alle 16.30 sarà pronta, 2 ore, al massimo 2 ore e mezza sulla N12 e per cena saremo a Foum con le ragazze. Prendo l'asta per il centraggio e la brugola del 6, poi comincio a serrare.
Un'ora dopo Trity si accende e senza montare la ruota proviamo la trasmissione: tutto ok. Restano solo un po' di stupidate da finire. L'indicatore delle marce e i fili che vanno al cavalletto laterale. Intanto che regolavo i corpi farfallati uno dei garzoni li ha lasciati fuori dal motorino a contatto del collettore: gli spiego che vanno dietro e passo al montaggio dell'ammortizzatore.
Lo spinotto elettrico non ne vuol sapere di funzionare correttamente e con la folle inserita nel cambio la luce della Neutral non si accende negando quindi il consenso all'accensione. Cominciano le prime bestemmie ed un'ora se ne va smontando e rimontando più volte l'aggeggio infernale. Quando finalmente tutto sembra ok, giro la chiave, Trity tenta di accendersi e subito si spegne. Niente pompa, nessun seppur timido inizio di combustione.
Proseguo con reiterati "porco qui e porco là" e tolgo di nuovo serbatoio, centralina, controllo fusibili, batteria, e mentre scivola anche la seconda ora butto la mano sul filo che va al sensore dell'olio: è tranciato. Cavo il motorino d'avviamento e trovo anche i tre fili che vanno al cavalletto laterale macinati. Il garzone rimontandoli, come gli avevo chiesto, li ha lasciati vicino al volano che alla prima accensione girando li ha tranciati. Aziz corre a porre rimedio e dopo averli giuntati e isolati si premunisce di montare il tutto correttamente. Di nuovo giro la chiave e Trity riparte al primo colpo, rombando fragorosamente nell'officina ormai illuminata dai neon. Esco sulla strada e snocciolo un prima, seconda, terza, quarta portandola ogni volta fino ai 5000, poi torno da Aziz e gliela faccio provare. Alle 19.00 rimetto la sacca degli attrezzi sul portapacchi e pago il conto per il recupero, ricambi e assistenza. 3000 dirham, 270 euro.
Uscendo dall'officina, una francese residente a 40 chilometri circa che ha passato tutto il pomeriggio lì in attesa di concludere l'acquisto\trattativa di un copertone usato da 150 dirham, si avvicina e mi stringe la mano: "Bravò... pour la patience que vous avez, monsieur!". E se ne va sul sul quatre-quatre malandato.
Attraversata la strada, Aziz ci accompagna nell'auberge di un amico. Il luogo è davvero molto carino e la vista del giardino sul retro con angoli degni delle migliori oasi, mi fa passare la tensione di queste ultime ore.

https://lh3.googleusercontent.com/-Kf9j1rgljZM/UUbfu9l1LJI/AAAAAAAACes/44aKUiQDj1U/s640/DSC02133.JPG

Dormi Gianna, dormi. Che domani mi tocca sverginarti con la N12 ..... una pista che non avrei voluto mai più ripercorrere.

triger
22-03-2013, 19:14
Diego, leggerti è sempre un piacere. Grande il vecchio Giampi!

Giotrebb
22-03-2013, 19:56
:D
Bravo,bravo bravo..
Diego, il tuo report è un romanzo a puntate!!

Non vedo l'ora di leggere il seguito....e di vedere le foto, magari a casa mia......'stavolta con Franca eh???

:D

Fagòt
22-03-2013, 20:55
....
Quando lo avete fatto il viaggio ?

Ciao Beppe... dal 1 al 16 marzo

@ Gio: lo sai che non so resistere ai tortellini della Grazia.

vertical
22-03-2013, 21:55
Fico.....;)

tomb
22-03-2013, 22:31
ciao fago't,bel viaggio,dopo la tunisia,in estate mi dirigero' in marocco,la prima tappa di midlet era il cirque de jaffar che va fino a imichil?
alcuni pezzi mi interessano da ripercorrere fino a tan-tan.anche se io saro' in due con una dominator tassellata,spero che ci sia ancora da leggere ...zio pork !!!;)

algeria 91 01
22-03-2013, 23:04
non male come pista per essere sverginati la n12!
complimenti per i tuoi racconti diego,sei bravissimo a fare i report dei viaggi.

Fagòt
23-03-2013, 09:51
@ Tomb: si è il Cirque du Jaffar
@ Fabio: per una verginella in effetti è un buon inizio
@ Marco: secondo Aziz il materiale d'attrito era scadente..... i piatti lesionati han fatto il resto

Fagòt
23-03-2013, 17:59
7° giorno: Zagora - Assa 500 km.

Sono le 7.30 quando la luce si spegne all'improvviso nel bagno. Anche in camera non c'è più corrente, ma non diamo importanza alla cosa. Male perchè come scopriremo più tardi il black out era previsto e annunciato fino alle 14.00 del pomeriggio ed in mancanza di corrente i distributori non funzionano. "Quante volte te l'ho detto Trity? Il pieno si fa subito alla sera, quando si arriva, prima ancora di cercare da dormire, la mattina dopo è sempre un'incognita..... dormono...... son chiusi....... han finito la benzina.....". "Si, ma quello là mi stava giuntando i fili e tu eri troppo incazzato per ricordarti del mio serbatoio."
Per fortuna uscendo verso nord ne troviamo uno probabilmente attaccato ad un'altra centralina, per cui risolviamo la cosa, anche se già avevo cominciato a chiedere dove fosse lo spacciatore ufficioso con le taniche.
Prima di imboccare la N12 porto Gianni a fare una foto al cartello con la scritta che indica l'inizio della pista dove le carovane intraprendevano la mitica traversata del Sahara in 52 giorni. E la memoria corre veloce a quella mattina di due anni fa.

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Dopo qualche chilometro di asfalto che arriva fino all'aeroporto, comincia la tolè ondulée di circa 60 chilometri. Due dritte a Gianni, su come affrontarla e poi via. Io e Trity la adoriamo e snocciolate le prime marce ci mettiamo sui 100 surfeggiando sulle cunette dure create dalle balestre dei camion e dei furgoni.
Più viaggi veloce e più i tumpf - tumpf - tumpf del posteriore si allontano tra di loro diventando un debole ritmo che scandisce la marcia.
Gianni viaggia più piano e seduto, accentuando così il supplizio per se stesso e la moto, per cui a tratti rallento finchè non torno a vederlo nello specchietto.
Quando cominciano i lavori, che anche due anni fa avevamo trovato, mi fermo per una sigaretta e gli chiedo come vada. Visto che è tutto ok e si sente tranquillo, lo esorto a rimontare e a cavare il culo dalla sella. Ora facciamo un po' di fuoristrada.
La vecchia pista che stanno convertendo in un ampio terrapieno della larghezza di circa 10 metri è ridotta oramai a una decina di chilometri di pietre, piccoli oued e due linee più chiare lasciati dalle tracce degli pneumatici dei quatre-quatre. Ogni volta che il passaggio si fa più arduo mi fermo appena dopo per sincerarmi che lo superi senza problemi e finalmente per lui giungiamo all'ultima parte costituita di nuovo da un pistone largo e veloce.

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Mancano solo una quarantina di chilometri fino a Foum e ora ci sono solo 4/5 interruzioni dovute alle piene degli oued che con la loro irruenza hanno distrutto la via battuta.
Il WP comincia a comparire in alto sul GPS e piano piano si sposta sempre di più fino al triangolino che rappresenta la Trity in movimento.
Gianni passa agevolmente le pietre e i tratti sabbiosi delle deviazioni e ormai viaggia al mio passo. 500 metri e comincio a rallentare, sempre di più finché in grande il WP si evidenzia e la scritta FRANCA si legge nel mezzo del display del 276. Mi faccio affiancare e gli urlo: "Qui è dove Franca ha rotto la gamba." Poi torno ad accelerare. La deviazione sabbiosa sull'oued dove l'avevo lasciata per andare a cercare soccorso è affiancata da un ponte nuovo sul quale un camion staziona in attesa di ripartire con gli operai che lì stanno lavorando. Un goudron scuro ed immacolato copre ora i 5 chilometri di pista che avevo percorso e ripercorso tornando con un taxi brousse per caricarla, e così in un attimo siamo nella piazza di Foum per un tè alla menta.
"E' stato bello farti mia su una pista per la prima volta, Gianna!". "Anche per me" e sorridendo si accende una Casa mentre tiro fuori la chiave del 10 per registrare i cavi Bowden.
Le ragazze son passate dal ristorante ieri pomeriggio e stamani avran preso la strada verso Tissinnt. Provo a chiamarle ma nessun segno, per cui usciamo dal villaggio attraversando un folto gruppo di persone che si accalca fuori del pronto soccorso dove Franca ricevette le prime cure. Oggi probabilmente deve essere una di quelle giornate in cui tutti possono essere visitati, magari gratuitamente o semplicemente perchè un'equipe medica completa è di passaggio. Sulla sinistra della statale i cartelli indicano il lago Iriki e l'Oasi Sacra. E' la seconda volta che ci arrivo vicino e devo rinunciare. Evidentemente è destino che non ci debba andare.
Verso l'una siamo a Tata e aspettando che le ragazze escano dalla pista che avevo tracciato da Tissinnt, ci concediamo un pasto nel centro cittadino.

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Ragazzini vorrebbero farsi fare una foto con le moto ma si vergognano e grazie solo all'aiuto del gestore li convinciamo a salire a turno, mentre passata l'ora della siesta si ricomincia a vedere un pò di gente per le strade.

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Verso le 15.00 arrivano le ragazze galvanizzate da una due giorni di piste rocciose. L'anteriore di Gianpy ne porta orgogliosamente le ferite: i tasselli centrali sono quasi spariti mentre la metà dei laterali è smorzicata o tagliata. Non siamo ancora arrivati al mare, occorre cercare qualcosa, ma sarà dura trovare un 90/90-21 da queste parti. Guido ieri invece ha rimediato due forature sempre sull'anteriore. Le camere d'aria di scorta e il gommista di Foum in serata hanno aiutato.
Son quasi le 16.00 quando riprendiamo l'asfalto che porta prima verso Akka e poi verso Assa.
Per non creare ulteriori problemi agli pneumatici del 690 ci mettiamo in fila indiana sugli 80, fino alla piccola cittadina spazzata da un vento gelido, dove come al solito, giungiamo ormai a buio inoltrato.

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olaguido
23-03-2013, 19:02
ola grande ste02 l' africona è proprio un trattore da deserto, bastava darle del gas...

AGO59
24-03-2013, 00:50
Diego,non ho parole........veramente:!::!:

Fagòt
24-03-2013, 14:18
8° giorno: Assa - Tan Tan Plage 310 km.

Entrando in città ieri sera, il posteriore di Gianna aveva preso ad afflosciarsi lentamente e quindi prima di lasciarla partire sulla strada che la porterà a Guelmin e da lì a Tan Tan, la accompagniamo da un gommista.
La riparazione fatta a Midelt la prima sera, inserendo una camera d'aria nel tubeless ferito da un piccolo squarcio di 2 centimetri, non è stata completa. Abbiamo dimenticato di far mettere un Tip Top all'interno dello pneumatico e così i labbri sporgenti verso la camera l'hanno danneggiata lievemente. Smontato il tutto il gommista vulcanizza la perdita con una pressa dotata di ferro da stiro e applica una pezza con il mastice all'interno del copertone per evitare che danneggi ancora la camera d'aria.

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Da qui partono due piste, la prima che seguendo la Draa sale sui rilievi del Jebel Guir e la seconda che oltrepassato il Jebel Ouarkziz prende lungo l'oued Tigsert, piegando alla fine verso Nord per aggirare il Jebel Rich e scendere quindi fino a Tan Tan. Questa è conosciuta come la pista Paris-Dakar, perchè da qui per forza di cose il Rally passava scendendo verso Smara per affrontare così le prima dune della Mauritania. Ovvio, si prende questa e ancora lo stomaco ha un rivoltamento pensando a quanti piloti famosi l'hanno percorsa. Una quarantina di chilometri d'asfalto ci separano dall'inizio di questa bellissima traccia che corre su un altopiano di circa 800 metri.

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Mentre torno a sistemare le cinghie che reggono la tanica di benzina, noto la coppia conica di Trity che trasuda olio dalla parte inferiore. Il paraolio sta cedendo e il contenuto dei preziosi 185 cl. di lubrificante per trasmissioni rischia di dissolversi nell'arco di qualche chilometro. Ora la pista è diventata un largo terrapieno coperto dal brecciolino e prima di prendere la deviazione nell'hammada che si apre verso nord mi fermo a controllare il livello. Nessun calo intenso per ora, ma quando vedo all'orizzonte 3 quatre-quatre arrivare dalla direzione da cui proveniamo anche noi, li fermo. Sono i francesi che erano alloggiati al Nidaros ieri sera e che questa mattina abbiam salutato alla nostra partenza. Gli chiedo se abbiamo olio per le trasmissioni e in un baleno mi esibiscono tanichette nuove di tutte le marche e gradazioni. Scelgo un Tamoil 90/90 e riempio un piccolo contenitore da tenere di scorta nello zainetto. Se la perdita aumenterà almeno ne avrò per continuare fino a Tan Tan. Dopo averli ringraziati del gentile omaggio, ci salutiamo con un "bonne route et toute a l'heure...". Loro vanno a Sud verso Smara.
Dal pistone dritto come un fuso prendiamo a navigare a mano libera tra i sassi per alcuni chilometri e dopo aver attraversato l'oued in secca ritroviamo la pista meno battuta che punta verso ovest.

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Per lunghi tratti la pista scorrevole scivola sotto le ruote, in un paesaggio segnato solo da l'orizzonte infinito e vuoto. Sulla nostra destra i bassi rilievi del Jebel Ouarkziz. L'arrivo nel piccolo villaggio di M'Sied è improvviso, inaspettato a tratti quasi inconcepibile. Le poche case, una quindicina al massimo, che ne costituiscono l'agglomerato sembrano grosse pietre di fango poggiate su una piana color ocra sbiadito. Niente corrente elettrica, una piccola costruzione quasi irriconoscibile dalle altre che funge da scuola, una manica di ragazzini che giocano con una palla nello spiazzo più grande e privo di pietre, qualche donna fuori dalle casupole che chiacchiera con la vicina.
Mi fermo e ponendo mente locale ai circa 150 chilometri che abbiamo già percorso e ai quasi 120 che mancano a Tan Tan, mi chiedo come facciano a vivere...... sopravvivere forse meglio....... resistere e ostinatamente andare avanti in questo posto dimenticato da Dio, Allah, Buddha, Shiva e tutti gli altri dei insieme.
Cavo lo zaino e mi metto a frugare. Deve essere rimasto qualcosa, ne sono certo e invito le ragazze a fare lo stesso. Alla fine saltano fuori ancora una dozzina di bic nere e blu. Da suicidio cercare di distribuirle ai bimbi... abbiamo già provato cosa vuol dire sentire le loro mani attaccate alle nostre braccia per ottenere l'agognata "stylo" e poi una volta ottenuta, vedere nasconderla sotto la maglietta o nei pantaloni che cadono a pezzi, per tornare prontamente a chiederne un'altra. Chiamo una donna e le consegno tutte a lei, osservando la distruzione immediata con la speranza che la sua onestà vada a premiare chi ha più bisogno.
Dietro di me, i bimbi continuano a reclamare a voce alta: "Monsieur... bon bon..... stylo..... un balle...". Uno a piedi scalzi sulle piccole pietre mi tira per la manica della giacca e sommessamente mi chiede: "Chaussures". Scarpe.
Risaliamo in moto e ripartiamo agitando le mani per salutare. Nella testa la parola continua a rimbalzare come un mantra. "Chaussures.... chaussures.... chaussures....". Pezzo di stronzo che non sono altro, quante ne avrei comprate con il pieno di 210 dirham di ieri sera o con i 250 per la notte, cena e colazione al Nidaros? Sono incazzato come non mai con me stesso..... a lungo prima di partire sono stato in dubbio se mettere le Zega e poter così riempire con cose che potessero essere utili quaggiù. Poi la voglia di viaggiare leggeri, di non avere impicci nel fuoristrada, ha avuto la meglio e la mia coscienza s'è ripulita con 100 miserabili BIC nere e blu e una ventina di block notes. Solo ora riesco ad immaginare Luca a cavallo della sua moto in un viaggio simile, in un villaggio simile, con bambini del tutto uguali a quelli di oggi e la sua impotenza, la sua rabbia, la sua voglia di fare qualcosa di più e abbandonare gli abiti di un turista inconsapevole ed indifferente. BAMBINI NEL DESERTO. Non poteva scegliere nome migliore per la Ong che avrebbe fondato.

L'altopiano sta per finire e lentamente cominciamo a scendere aggirando il Jebel Rich.

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Alla fine della pista il villaggio di Tilemsen dormicchia a mezza costa. Avremmo voglia di un tè ma non c'è traccia alcuna di locale pubblico e così inforchiamo la strada che porta verso Tan Tan.

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A pomeriggio inoltrato siamo in città e la tanto sognata sosta a base di panino e coca arriva sul vialone principale.
Ancora qualche chilometro di goudron ci separa dalla meta. Ma all'uscita verso sud il Chief de Brigade de Gendarmerie locale mi ferma e in rapida successione mi chiede tutti i documenti. "Ces sont 700 dirham par chaque moto! Vous n'avez pas respectée le Stop.". "Ma quale cazzo di stop, quella di 100 metri prima era una rotonda a cui noi diligentemente ci siamo avvicinati con un filo di gas rallentando e ripartendo visto che era libera la nostra destra", rispondo io. Mi prende e mi indica un'auto che arriva allo stesso punto, si ferma e dopo alcuni secondi riparte. Gli Stop in Marocco sono rappresentati da un un ottagono rosso con una scritta in arabo, nessuna linea bianca a terra come da noi. E il codice vuole che il motociclista si arresti, posi il piede a terra e riparta dopo un attimo. Imperterrito e determinato estrae il blocco per le contravvenzioni di 1° grado: i miei tentativi di riduzione della tariffa non hanno effetto e con un sorrido compiaciuto mi comunica lo sconto comitiva, tre al prezzo di uno. Poi comincia a scrivere i miei dati sul verbale.
Mezzora dopo entriamo al Sable d'Or dove la Gianna ci aspetta con il 1200 parcheggiato di fronte al bungalow che dista 200 metri dalla spiaggia. Tutina d'ordinanza e sandali ai piedi sembra una delle tante pensionate europee che qui vengono a svernare con i mariti ed i loro camper da 6 metri.
Caviamo le borse e subito scendiamo in riva al mare a fare le foto di rito. Tan Tan Plage e l'Atlantico sono lì sotto i nostri tasselli, la soddisfazione per essere arrivati è tanta e l'unico cruccio che la offusca sono le nubi basse che nascondono il tramonto.

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-Nico-
24-03-2013, 16:16
Ragazzi siete dei "grandi", questo è il mio sogno di viaggio!!!
Complimenti ancora.

big_paul
24-03-2013, 17:31
Grazie per avemi fatto passare un'ora leggendo le vostre avventure e facendomi sognare di essere al vostro fianco.

Husky
24-03-2013, 17:42
Chapeau :!::!::!:

Fagòt
24-03-2013, 18:13
9° giorno: Tan Tan Plage - Fort Bou Jerif 280 km.

Oggi Gianna resta con noi, ormai è una ragazza a tutti gli effetti. Le manca solo di provare un po' di sabbia e quando mi chiede quanta ce ne sia sul percorso odierno, la rassicuro dicendo che sono poche lingue sulla costiera rocciosa. Mai fidarsi di una vecchia e stizzita Drag Queen come me. Lo scoprirà solo nel corso della giornata. Così ci segue decisa sui trecento metri di bitume che ci separano dal camping all'inizio della pista che puntando verso Nord Est risale la scogliera.
Fondo duro, giornata stupenda e panorami magnifici che spaziano sull'Oceano Atlantico.

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Neanche un'ora ed eccoci finalmente alla foce della Draa, che solo 550 chilometri più ad Est e tre giorni prima avevamo attraversato, torbida e limacciosa, su un sicuro ponte all'entrata di Zagora.

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Da qui è impossibile passare e occorre quindi risalire l'oued per alcuni chilometri lungo l'asfalto che viene da Tan Tan e poi tagliare lungo la pista che scende nell'alveo e porta al guado più facile.

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Del grande fiume, in questo punto resta solo un breve tratto che si supera in scioltezza, anche se la Gianpy non esita a rotolarsi appena vede un po' di fango....

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Di nuovo puntiamo verso il mare per arrivare a Cap Draa, dove l'azzurro del cielo si unisce a quello del mare e la costa ci offre un panorama degno delle cartoline migliori che ritraggono le coppiette in primo piano. E non possiamo esimerci dal fissare nella memoria digitale questo momento romantico.

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L'attacco del serbatoio di Gianpy salta e il rimedio trovato poco prima sembra funzionare a dovere, mentre piccole casupole di pescatori affollano i lati della pista che ora comincia a farsi più sabbiosa. Piccole dunette, ma soprattutto solchi a tratti profondi nella traccia principale che fanno cadere la Gianna e la sottoscritta una volta ciascuna.

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Ci siamo. Il piccolo forte sull'oued Aoreora, ingresso naturale alla Plage Blanche, è sempre più vicino e la lingua marrone scuro che separa le scogliere dalle enormi dune si mostra ai nostri occhi.

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La Plage Blanche è lì, cento metri sotto di noi, coperta dalla marea che continua a salire. Siamo arrivate troppo tardi e con dispiacere avviso le ragazze che non potremo percorre i 30 chilometri verso Nord. Troppo rischioso farlo alle 15.00 del pomeriggio..... un imprevisto qualsiasi..... una delle tante zone che nascondo pozze d'acqua o sabbia molle..... il dover magari prendere la pista a ridosso delle dune completamente fatta di fech fech ci farebbe correre rischi inutili ed arrivare a sera inoltrata. L'Africa spesso è fatta di rinunce e questa è una di quelle. Andremo via strada, dopo aver percorso la pista che da qui porta alla nazionale.
Sui loro volti leggo dispiacere e così provo a mitigare la cosa proponendo un pranzo a base di pesce.

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I pescatori ben lieti di guadagnare qualcosa, si organizzano subito con griglia e brace, e nel giro di mezzora il pranzo è servito accompagnato da un tè.

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Alle 16.00 riprendiamo la pista che per i primi chilometri presenta ancora della sabbia e dietro di me sento gli improperi della Gianna, mentre le faccio fare deviazioni sulle dunette immacolate. La parte centrale invece è segnata da piccoli oued che hanno scavato pericolose feritoie trasversali, alte dai 50 agli 80/90 centimetri. Poi finalmente la spianata e il tanto sospirato asfalto, dove durante la pausa sigaretta, riceve meritatamente gli applausi da parte di noi vecchie checche.
Giunti a Guelmin, cerchiamo un fabbro per riparare il telaio portaborse del 690, che ha ceduto uscendo dall'Aoreora. Proviamo anche a cercare una gomma, ma sembra sia introvabile almeno fino ad Agadir.

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Così dopo aver fatto il pieno e telefonato a Fort Bou Jerif per ordinare una "Tajine de Dromadaire" prendiamo la strada che porta verso Ovest e da lì gli ultimi 10 chilometri di pista della giornata da fare come al solito al buio.
Ci fosse una volta che riesco ad arrivarci con la luce del giorno. Fa nulla, l'albergo\campeggio\ristorante immerso in un deserto roccioso a poche centinaia di metri dal fortino della Legione Straniera, rappresenta un'oasi moderna per i viaggiatori stanchi e impolverati e l'immaginazione corre al paragone dei carovanieri che dopo giorni e giorni di deserto, trovavano finalmente acqua fresca, frutta, carne, latte e ombra. Noi non siam da meno. E dopo una doccia calda, la birra gelata con olive che ci portano è il dolce preludio delle pregiate libagioni e coccole che ci serviranno fino alla nostra partenza.

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A'mbabu
24-03-2013, 18:31
Splendido reportage, complimenti. Non credo sarei capace di far il tuo stesso giro, ma sognar non costa nulla...
Grazie per il tempo che hai speso per noi.

Panda
25-03-2013, 09:28
................:!:

Fagòt
25-03-2013, 18:25
10° giorno: Fort Bou Jerif - Tafraoute 230 km.

Questa mattina il cielo è coperto di nuvole. La vicinanza dell'Oceano si fa sentire con un'aria umida e salmastra che non promette nulla di buono, ma in previsione del fatto che torniamo a salire di quota sui monti dell'Anti Atlas, predisponiamo già antivento, pile e kway a portata di mano. Prima però ci aspetta una visita al fortino ed un paio di spiagge imperdibili.
La nostra "oasi felice" sonnecchia ancora quando prendiamo la pista verso Nord.

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Poco più sotto l'oued scorre tranquillo. Le piogge dei giorni scorsi si sono già scaricate e perciò il guado è praticabile.

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Ripreso l'asfalto che sale verso Sidi Ifni, poco prima del paese scendiamo sulla spiaggia di ghiaia e sabbia di circa 2 chilometri dove so che si trova un relitto arenato. E' poca cosa rispetto alla Plage Blanche, ma porto comunque le ragazze sul ghiaione a darci un pochino di gas, con il vento che spruzza salsedine e riempie le nostre narici con il profumo del mare. Gianna ci aspetterà sulla nazionale pochi chilometri dopo.

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Del relitto ormai non è rimasto quasi più nulla: la vicinanza della spiaggia all'asfalto ha fatto si che piano piano i locali se lo siano smontato e portato via con le auto, per rivendere il ferro e ricavarne così qualche dirham.

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La strada corre veloce sulla scogliera e dopo mezzora siamo a Legzira. Il cielo si sta aprendo, con un sole che appare sempre più deciso, la marea di nuovo copre la maggior parte della battigia e scendiamo fino al termine del tratto cementato almeno per fare una foto. I gestori dei locali subito ci fanno cenno di non scendere sulla sabbia ed allora ne approfittiamo per berci un tè con il sole in faccia.

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Da Mirleft prendiamo la strada interna che porta fino a Tiznit, tra colline verdeggianti e uliveti. Arrivati in città proviamo ancora una volta a cercare un copertone per il 690, ma visto che risulta anche qui impossibile da reperire, decidiamo di dividerci. Gianpy in compagnia di Gianna, autoelettasi accompagnatrice ufficiale dei motociclisti bisognosi, salirà ad Agadir per cercarne uno nuovo, mentre io e Guido prenderemo la rotta stabilita per arrivare a Tafraoute. L'appuntamento è per il tardo pomeriggio o per l'aperitivo serale.
Prima di partire, visto che siamo di fronte all'ennesimo gommista a cui abbiamo chiesto info, Guido ne approfitta per mettere un Tip Top all'interno del Desert anteriore. Negli ultimi due giorni lo squarcio che aveva provocato una delle due forature si è allargato e meglio operare qui al comodo, prima che crei altri danni alla camera d'aria.

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La salita verso la nostra meta serale è magnifica, con mille curve ed un passo da fare snocciolando marce e andando finalmente a limare un po' anche i tasselloni laterali delle nostre Mitas posteriori.

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Abbiamo tutto il tempo che vogliamo per goderci il panorama e rilassarci con una sosta snack a base di omelette e tè.

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Anche la discesa finale non è da meno come paesaggi, con piccoli villaggi spruzzati sui pendii color ocra o adagiati in una valle di un verde acceso.

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L'arrivo a Tafraoute è quanto di meglio potessimo sperare, con la luce del sole calante che, se possibile, tinge ancora di più le rocce granitiche di color rosa che sovrastano il paese ed illumina le vette del Jebel Lekst che si può ammirare di fronte a noi dalla piazza.

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Per una volta ci possiamo permettere di fare un po' di shopping e di lieto bighellonare tra le vie del paese, proprio come si addice a due signore di mezza età quali siamo. Le ragazze arrivano a sera inoltrata, imbacuccate e infreddolite dai 130 chilometri che salgono da Agadir attraversando due passi a circa 1500 metri di altezza. Ci offriamo di lavar loro la schiena..... ma ormai son coppia fissa e faran tutto da sole.

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matteo10
25-03-2013, 19:00
Cavolo quasi quasi me lo perdevo!!!!
Che dire: :!::!::!::!::!::!::!::!::!::!:

bluejay
26-03-2013, 09:15
Ciao Beppe... dal 1 al 16 marzo.......

:mad:

Perchè non ne organizzi un giretto "giù di là" magari intorno al periodo natalizio (vacanze=ferie=tempo per andarci......) ? :lol::lol::lol:

Sto facendo una modifica che mi sa che, ad un uomo del deserto come te, potrebbe anche interessare.....

;)

Fagòt
26-03-2013, 11:50
Mi spiace Beppe, ma io e Trity abbiamo già un altro progetto in preparazione. Stai buttando su il 21? Cambia poco..... quello da togliere è il telelever.

MUMU
26-03-2013, 12:23
sei uno spettacolo di Uomo.
che avventura incredibile, dovrei rifare la frizione del sogliolone, quasi quasi la porto dal tuo amico che qui mi hanno chiesto un millino.

Bullock
26-03-2013, 13:35
Che bel racconto:!: onore all'Africa Twin che dopo 20 anni detta ancora legge in giro per il mondo:!:

bluejay
26-03-2013, 14:11
.....Stai buttando su il 21? Cambia poco..... quello da togliere è il telelever.

No no, niente 21.....non è una modifica alla moto.

E' un'idea per l' "Extended range" ;)

Quando è finita, se ti interessa, ti faccio un fischio.

:)

redbaron57
26-03-2013, 15:49
Grazie e complimenti a tutti con menzione particolare al cronista davvero bravo a farci "vivere" il viaggio.

Grande_Jo
26-03-2013, 18:04
......quanto bisognerà ancora attendere per leggere le avventure del Fagòt???
Spettacolo!!!!

Fagòt
26-03-2013, 18:45
@ Gabri: se devi finirla ho una certa pratica, ormai. Portami anche il pezzo, che poi un qualche modo per buttarlo su lo troviamo.... ho amici marocchini anche qui.
@ tutti gli altri: grazie. Stasera metto un'altra puntata sassosa.

AGO59
26-03-2013, 20:36
Mi metto comodo e nell'attesa mi bevo un te........;)

Fagòt
26-03-2013, 22:28
11° giorno: Tafraoute - Ouarzazate 415 km.

Ci aspettano tre giorni di risalita verso Nord Est, d'ora in poi tanta strada, basta giocare con sassi polvere e sabbia. Come al solito le ultime parole famose.
Gianna oggi va per strada: vuole rifarsi i passi che ieri sera ha fatto col buio e questo sarà un bene, perchè se si fosse unita a noi di certo a sera mi avrebbe graffiata tutta.
Si scende ancora un pochino verso Sud, o meglio si sale visto che lasciato Tafraoute ci aspetta un passo da 1800 metri.
Ancora per poco i graniti ci fanno compagnia, mentre salendo di quota un improvviso nebbione ci avvolge completamente.

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Ritrovato finalmente il sole, non resta che trovare la via, cosa alquanto facile quando hai a che fare con la segnaletica locale.

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La pista in terra battuta, lascia spazio in breve ad una piccola stradina dall'asfalto rotto ed irregolare che scende in una serie di piccole Gorges magnifiche.

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Poi, come sempre, arrivati nel punto più basso si comincia a seguire l'oued. Ma in questa valle la natura, con la complicità del tempo, sembra si sia divertita a raccogliere tutti i sassi possibili e lentamente levigarli come piccole palle grigie. Nelle mie valli le chiamano "bocce di fiume", grosse pietre perfettamente levigate che vanno dalle dimensioni appunto di una boccia da gioco a quelle di una palla da calcio e che venivano utilizzate per la costruzione dei muri perimetrali delle cascine o per la lastricatura delle aie. Qui semplicemente sono il letto del fiume e al tempo stesso la strada: un ghiaione largo dai 5 ai 15 metri segnato solo dai due solchi lasciati dalla ruote gemellate dei camion. Le macchine fin quassù non ci arrivano. I tratti infernali sembrano non finire mai e quando vedo un po' di sabbia tiro un sospiro di sollievo perchè per due secondi almeno il telelever resta ad altezza del suolo e la smette di saltare come una cavalletta.
Quando poi il percorso sale un poco su un isola nel greto del fiume e la palmeraie presente ti apre una via di fuga con il suo terreno duro, ti sembra solo un miraggio pronto a scomparire da un istante all'altro. Una quindicina di chilometri così, con le braccia che chiedono pietà, mentre il rumore assordante delle pietre scansate dall'anteriore copre i 1500 giri costanti di prima e seconda marcia.
Un paio di villaggi e, ancora una volta mi chiedo, abitati da quali oscuri eroi che tenacemente si aggrappano alle rocce circostanti.

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Ed infine l'uscita da questi canyons dimenticati da qualche era geologica. Ardua, ripida, scavata.... no strappata dal fianco della montagna, col lavoro di chissà quante mani che con maestria hanno eretto centinaia e centinai di metri di muro a secco, per collegarsi con il resto del mondo attraverso una pista battuta d'alta quota.

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Perfino la prima di Trity annaspa, rantola e sembra non farcela, tanto da sentire quasi il bisogno di poggiare un piede e darle una spinta. Poi per fortuna il vento che soffia contrario cala e riusciamo a raggiungere la salvezza.

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Sulla sommità dei rilievi circostanti, di nuovo siamo esposti ad un vento feroce come quello del Cirque du Jaffar e ci si mettono pure ostacoli impensabili a rallentare la nostra marcia.

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"Ma zio pork.... se fossi stata una jeep?". Urla la Trity.
Un tratto di pochi chilometri su un pistone veloce che porta l'indicazione per Tata e poi giù di nuovo in un'altra valle, dalle mille pietre e mille palme, con piccoli villaggi dove donne lavano i panni, uomini sonnecchiano all'ombra e ragazzini risalgono il corso del fiume tornando da scuola.

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80 chilometri di enduro. Ora, dove aver dato un nome a tutti i villaggi incontrati, possiamo riprendere il goudron che porta fino ad Igherm.

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Arrivati a Taliouine un'altra pista ci aspetterebbe verso Nord, ma grigie nubi si stanno avvicinando e così dopo esserci coperti con i K-way prendiamo la N10 che sale ai 1800 metri del Tizi-n-Tarhatine. Per fortuna perchè pioggia e nebbia fitta ci accompagneranno fino quasi a Tazenakht, mentre il vento, che come al solito soffia dal deserto, ci accoglierà alla nostra entrata in Ouarzazate.

Boro
27-03-2013, 10:09
Stupendo questo tratto.

lubec1
27-03-2013, 11:24
Che racconto fantastico, i complimenti non bastano.

claudioo
27-03-2013, 19:52
A quando la pubblicazione del libro di questo viaggio ? grazie della compagnia che ci dai

zoria
27-03-2013, 20:33
Che spettacolo di racconto!!!! Diega sei veramente una poetamotociclista!!!!! Chissa se capiterà mai di poter fare un viaggetto di questo tipo in tua compagnia? Grandi anche i tuoi compagni di viaggio,ciao ciao a presto

Karim
27-03-2013, 20:38
Si ma sta moto oramai non ce la fa più!! :laughing:;):eek:

Fagòt
27-03-2013, 20:55
Sergia..... lo sai, te l'ho promesso da tempo..... per te sarà qualcosa di speciale oltre il Tropico.... ancora un po' di pazienza.
Karima..... il cuore di Trity è ancora in forma, il resto son quisquilie.

Fagòt
27-03-2013, 21:45
12° giorno: Ouarzazate - Azilal 270 km.

Ormai anche del posteriore del 690 non è rimasto più nulla e dato che mancano quasi mille chilometri al porto di Nador, continuiamo la ricerca di un copertone.
Da un gommista della città salta fuori un vecchio MT 21 che di sicuro ha visto tempi migliori. In ogni caso ha almeno 6/7 mm in più del battistrada di quello montato ora, per cui Gianpy decide di fare il cambio.

https://lh6.googleusercontent.com/-KbKwTAYVV9Q/UUboUHyPijI/AAAAAAAAC4U/hkPjJL4PO3Q/s640/DSC02340.JPG

Oggi dobbiamo valicare la catena dell'Atlas, ci aspettano dunque salite, passi e discese. Prima però di inforcare la regionale che punta verso Demnate e quindi il Nord, un'ultima pista è d'obbligo.
I primi chilometri sono scorrevoli sul ghiaino battuto, poi il tracciato scende nell'alveo del solito oued e attraversa un villaggio con una kasbah stupenda.

https://lh3.googleusercontent.com/-Jwlt1dLPG90/UUboXFckTyI/AAAAAAAAC4c/3dWMnS3meUA/s640/DSC02341.JPG

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Gianna mi perdona la piccola divagazione di 25 chilometri dopo avergli mostrato la foto mentre attraversa il guado e mi promette una serata romantica solo per noi.
Ripresa la strada asfaltata, comincia il divertimento on the road: curve, curve e curve da copiare a gas spalancato, mentre la quota sale oltre i 2000 e ci porta a valicare due passi. Ricompare la neve e qualche frana, segno tangibile delle piogge dell'altra settimana.

https://lh6.googleusercontent.com/-sKR19pDJeEc/UUbov5jIPKI/AAAAAAAAC5c/Nlt9XBUz_K8/s640/DSC02349.JPG

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Scesi dal passo un piccolo cartello indica che siamo nella valle del Tassaout: conifere, greggi, minuscoli agglomerati fatti di fango ora marrone ora rosso a seconda dei calanchi argillosi che vengono utilizzati per la costruzione.

https://lh6.googleusercontent.com/-ER1poGaDHCk/UUbo3Xk2-eI/AAAAAAAAC5s/2ibzEUdQaoY/s640/DSC02351.JPG

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Durante la sosta per la solita omelette il gestore del locale mi indica l'inizio della pista che scende fino a Skoura. "80 chilometri al margine dell'oued....." mi dice. Segno il punto e ringrazio con la speranza di reincontrarlo un giorno uscendo da lì.
Un terzo passo ed ecco la discesa verso Demnante. Oggi, complice il fatto che siam consce di essere ormai sulla via del ritorno, decidiamo di fare le turiste e così ci dedichiamo alla visita delle Cascate d'Ouzoud. E per una volta ringraziamo per tutta l'acqua che è scesa nei giorni precedenti il nostro arrivo.

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Da buone vecchie signore, ci concediamo un tè pomeridiano ed una "crepe berbere au miel" all'ombra di un pergolato che offre un bellissimo panorama sulla valle sottostante e sul sole calante. Poi con calma, prima del buio, ci dirigiamo ad Azilal per passare la nostra ultima notte in Marocco.

Saleinglese
27-03-2013, 22:03
Grazie fagot sei un grande ! :D

Giotrebb
27-03-2013, 23:24
:D:D:D peccato siamo oaramai alla fine:D:D:D

slint
28-03-2013, 01:20
noto solo ora..Grande Fagòt e grande gruppo..mi piacerebbe tanto fare un'esperienza del genere :lol:

MUMU
28-03-2013, 08:35
...ma foto di giochetti di incularella tipici da MnF?
chesso', un Ola che alesa ulteriormente il sacro orello piacentino o la new entry che paga pegno...

BOLLE
28-03-2013, 10:23
Bravi,Bravi,Bravi!

vertical
28-03-2013, 19:48
quand'è che ripartiamo? ;)

tomb
28-03-2013, 19:59
bello ancora,il monastero dove hai consegnato il materiale del bnd ma e' marocco o algeria? perche' con gooogle lo da in algeria e mi sembra strano se eravate verso midlet...

e il ksar verso demnate dove rimane,che in quella zona ce ne sono diversi se non erro

Curra
28-03-2013, 20:51
Stato ad agosto alle cascate spettacolo!!!!!!!!!!!!!!!!

Fagòt
28-03-2013, 21:02
Il monastero è pochi chilometri fuori Midelt: N32 40.649 W4 45.040

La Kasbah vicino a Ouarzazate è nel villaggio di Tidrheste: N31 05.608 W6 51.246

Fagòt
28-03-2013, 21:50
13° giorno: Azilal - Nador 660 km.

La cittadina dispone di alloggi mediocri, tutti in genere si fermano alle cascate. Il nostro hotel non offre nemmeno la colazione, visto che oltretutto le moto sono parcheggiate nella cucina, per cui decidiamo di farci la colazione in piazza.

https://lh3.googleusercontent.com/-sIBFV08fK7c/UUbp1WCjuxI/AAAAAAAAC8U/S7KZoq74ivc/s640/DSC02372.JPG

Dopo mezzora siamo alla diga di Bin El Ouidane e una volta raggiunto il passo prendiamo a scendere verso Beni Mellal e le sue campagne coltivate.

https://lh3.googleusercontent.com/-ISo6I17iL30/UUbp3WjTVPI/AAAAAAAAC8c/mCvblx8Ncuc/s640/DSC02373.JPG

Da Khenifra si torna finalmente a salire un po' di quota e arrivati a Mrirt ci concediamo una pausa sulla via principale per quello che sarà il nostro ultimo tè alla menta.

https://lh3.googleusercontent.com/-hKDvXFbcYqc/UUbp5hLiqSI/AAAAAAAAC8k/ehSV7cyQ-X8/s640/DSC02374.JPG

https://lh5.googleusercontent.com/-JXp9vSCBU98/UUbp8em5UvI/AAAAAAAAC8s/BcEc_xT3_94/s640/DSC02375.JPG

https://lh5.googleusercontent.com/-L9tctwzNYI8/UUbp-iq0OgI/AAAAAAAAC80/YO9SHyowOcs/s512/DSC02376.JPG

Passata la foresta di cedri di Azrou e l'anomala Ifrane in un attimo scendiamo fin quasi a Fes, dove la nuova autostrada che va verso Est ci risparmia un sacco di tempo e curve. Da Guercif ripercorriamo i primi 150 chilometri che avevamo fatto il primo giorno e ormai all'imbrunire arriviamo al porto di Nador.
Fatti i biglietti, visto che dobbiamo aspettare ancora un paio d'ore la partenza, scegliamo di chiudere la serata in bellezza con una frittura mista di pesce.

https://lh3.googleusercontent.com/-CuLVYc9e0hc/UUbqFVEDwFI/AAAAAAAAC9M/q4h91mGafho/s640/DSC02379.JPG

E una volta caricate le moto che si godono il meritato riposo, andiamo a prenderci i nostri letti riservati su un corridoio della nave stracolma. La moquette intrisa di polvere e le nostra giacche luride per cuscino, concilieranno un sonno profondo, lassù, fino in Europa.

https://lh4.googleusercontent.com/-tyaQ3Ofkc1M/UUbqJJGxEjI/AAAAAAAAC9c/7KOty2smG_M/s640/DSC02381.JPG

https://lh5.googleusercontent.com/-3FngiOFEpck/UUbqLFfWESI/AAAAAAAAC9k/wPKT23nbBcU/s640/DSC02382.JPG

https://lh4.googleusercontent.com/-0mPo6gOrVdw/UVSsKYM63CI/AAAAAAAAC-Y/2c8N9EsrS44/s640/Tan%2520Tan%2520Express.JPG

Fagòt
28-03-2013, 22:55
Oggi sono trascorsi esattamente 20 anni da quando, armato di un road book della Pirelli dal titolo "Tunisia in 4x4" e una cartina della Michelin, sbarcai nel porto della Goulette in compagnia dello Svizzero. Il primo viaggio ci portò fino alle porte dell'Erg Orientale, quando ancora Ksar Ghilane era un'oasi sconosciuta e per arrivarci occorreva percorrere la pipeline in tole ondulée di oltre 100 chilometri con le taniche legate sul portapacchi. Da allora, oltre 35k chilometri africani sono scivolati sotto le ruote dei miei boxer e sinceramente pensavo che fossero sufficienti. Così non è stato e malgrado ci abbia messo tutta la mia "testa" ancora una volta la mia "pancia e il mio cuore" non hanno resistito. Il Mal D'Africa è cosa che ha vita sua e per quanto cerchi di tenerla sotto controllo vivendo di ricordi, immagini, progetti futuri, reclama prepotentemente il suo spazio. In ogni modo, a qualunque costo, siano pure amicizie profonde e leali a farne le spese. E così ancora una volta i miei occhi hanno cercato incessantemente l'immagine che veniva dopo un guado o un passo sterrato, le mie narici hanno atteso impazientemente nuovi odori o polveri da inalare, le mie orecchie hanno ascoltato il silenzio dei deserti o delle vette più alte, le mie mani hanno anelato la stretta di sconosciuti pastori o venditori di caffè. La mia anima in pena ancora una volta ha avuto il sopravvento e, sebbene abbia amato percorrere con le ragazze chilometri su chilometri e passare le giornate in loro compagnia, mi fa dire che non sono pronto per condividere tutto questo.
E con lacerata consapevolezza, dovendo scegliere tra il calore dell'amicizia e un'incantata solitudine, volgo ancora una volta il mio sguardo verso quest'ultima.

Così come Travis.... Paris, Texas (http://youtu.be/b44paD20O3M)

AGO59
28-03-2013, 23:55
Diego :!::!:grazie, per avermi fatto partecipe del vostro giro......che dire,mi hai fatto anche commuovere,quando eri in un paesino sperduto e
non avevi le scarpe da dare a un bambino......cmq,prima o poi con la moto in africa ci andro' e ti domandero' qualche dritta.;)
Complimenti ancora a tutti.

MUMU
29-03-2013, 09:13
E comunque tanti auguri di buon compleanno, fangoso poeta!

paulposition
29-03-2013, 09:48
colgo l'occasione per farti sia gli auguri di buon compleanno
sia i complimenti per il report!
:D:D

matteo10
29-03-2013, 09:51
Bellissimo report per un viaggio che deve essere stato fantastico. :D :D :!: :!:

Carroarmato
29-03-2013, 10:57
Grazie Fagòt. Per il viaggio, per come lo hai raccontato e per come lo hai vissuto

AGO59
29-03-2013, 12:06
:occasion::D:DMi stava sfuggendo......BUON COMPLEANNO DIEGO:D:D:occasion:

pippo68
29-03-2013, 12:47
Fagot sei un mito......tutta la mia ammirazione.....io non avrei la capacità....e neanche la moto adatta:lol::lol:

Auguri grande.....

Fagòt
29-03-2013, 12:50
Grazie a tutti quanti..... spero di aver ancora qualche giroingiro da raccontarvi.

naga
29-03-2013, 12:58
Grazie per aver condiviso e per aver detto qualcosa di motociclistico su questo forum...

cardano62
29-03-2013, 13:20
Correnti di pensiero esprimono che la gioia la bellezza l'entusiasmo di un viaggio si godono appieno solo se condivisi,ma esistono luoghi come l'Africa con i suoi immensi altopiani stretti da catene montuose nere come il carbone da una parte e dall'altra rosse come il tramonto,torrenti in piena ti accompagnano,spariscono e riaffiorano per lunghi tragitti.La terra d'Africa ti parla,se la si coglie si torna,anche in solitaria.
Grazie di cuore ai miei compagni di viaggio che mi anno sostenuto in situazioni per me difficili e per avermi fatto scoprire questa Terra Meravigliosa.

tomb
29-03-2013, 14:13
auguri fagot!! io e' la seconda volta che torno in africa,e quando ci sei stato la prima volta ti domandi perche' non ci sei stato prima.....e leggendo i tuoi racconti viene voglia di partire subito,io dovevo tornare in tunisia a maggio,causa il lavoro ho rimandato a questa estate in marocco....
ma come mai vi imbarcate a nador e' piu' comodo o cosa?

ettore61
29-03-2013, 14:37
Mi sono appena comprato un'Africa T. di 25 anni fa.
Mo vado in Africa e non mi deve scassare la minkia nessuno.

Grande Fagot.

Von Trips
29-03-2013, 14:38
Che report! complimenti Diego, hai la capacità di far vivere un mucchio di sensazioni...Complimenti a tutto il gruppo per il viaggio. davvero bello ed emozionante leggervi.

camelsurfer
29-03-2013, 17:59
Veramente bellissimo il racconto. Bravi a tutti.
E a questo punto ti auguro un buon compleanno ed altri 100 anni di Africa.

Aggiungo una G alla mia eSSe e parto per il Marocco. Dovrebbe bastare.

Fagòt
29-03-2013, 18:16
.........
ma come mai vi imbarcate a nador e' piu' comodo o cosa?

La tratta Almeria-Melilla\Nador è la più comoda per raggiungere l'Atlante con partenze ogni mattina e sera e si evita di scendere fino ad Algericas. Al ritorno siamo andati a Nador perchè da lì parte ogni sera, mentre a Melilla è alle 13.30 ora europea. Viaggiando di notte inoltre non perdi le 7/8 ore di trasferimento.

tomb
29-03-2013, 18:48
La tratta Almeria-Melilla\Nador è la più comoda per raggiungere l'Atlante con partenze ogni mattina e sera e si evita di scendere fino ad Algericas. Al ritorno siamo andati a Nador perchè da lì parte ogni sera, mentre a Melilla è alle 13.30 ora europea. Viaggiando di notte inoltre non perdi le 7/8 ore di trasferimento.

scendi in spagna e poi tutto asfalto fino a casa giusto?

wedgetail
29-03-2013, 20:11
Bravo @Fagot per me sei numero 1 a pari merito con @Indianlopa

robi_pal
29-03-2013, 21:31
Diego, grazie !
Auguri di buon compleanno e auguri per 100 ancora di questi viaggi .

Sono molto combattuto anch'io sul viaggiare solo o in compagnia, quando sono solo a volte vorrei che ci fosse qualcuno con me, quando poi sono in compagnia molte volte rimpiango di non essere solo. Credo che si debbano provare entambe le situazioni per apprezzarle fino in fondo e poi scegliere il compromesso che ci soddisfa di piú.

Zio Erwin
29-03-2013, 22:07
Sono in difficoltà a trovare le parole.....
Può bastare un grazie.....?
Complimenti ancora una volta hai dimostrato di essere un grande.....

olaguido
30-03-2013, 19:07
ola viaggiare da soli è molto bello ma bisogna fare dell' asfalto o degli sterrati da signorine,
le piste fatte in questo giro impongono la partecipazione di compagni di viaggio che si prendono l'onere dell' aiuto. A volte fisico e a volte morale! Il cammelliere solitario o la volpe del deserto sono figure oniriche se si vuole usare una moto!

Payo77
30-03-2013, 22:15
Viaggio bellissimo, racconto che fa sognare. Complimenti!!! Spero di poter portare le ruote della mia moto in terra d'Africa prima o poi.

brontolo
31-03-2013, 10:33
azz, mi par di capire che per fare viaggi seri con un bmw bisogna essere dei Fagot.(..)

Perchè? Mi vorrai mica dire che non sei in grado di smontare completamente la tua moto e rimontarla senza che ti avanzino una 10ina di pezzi? Non l'hai mai fatto nel tuo garage?

cecco75
31-03-2013, 22:52
Chi và in moto vive e percepisce sensazioni che è difficile mettere su carta. Fagòt lo sa fare.
Complimenti, per quello che hai fatto, per come lo hai fatto, per come lo hai raccontato.

off bg
01-04-2013, 21:20
Bravo Diego e bravi anche gli altri...son felice di poter leggere che in questo viaggio l'Africa ti ha regalato molto più di quello che ti ha tolto.

stratocaster
23-02-2016, 01:29
Up, non merita l'oblio!!! Letto tutto d'un fiato!
Grazie Fagot per avermi regalato un viaggio epico, con le scivolate, il vento, l'avanzare sul fondo limaccioso, i the, e sopratutto la gente che hai incontrato e che ci hai fatto conoscere.
Sei un grande!

Fagòt
23-02-2016, 20:54
Grazie... già tre anni.. gulp come passa il tempo... le ragazze ormai saranno diventate donne. Io per non perdere l'abitudine ci son ripassato altre due volte per scendere in Mauritania l'anno scorso

https://lh3.googleusercontent.com/-b3spgu171rc/VNpq0KlXkSI/AAAAAAAAGpQ/IHjbpXK_xRs/s800-Ic42/DSCN0332.JPG

e in Burkina quest'anno

https://lh3.googleusercontent.com/-IiVcyY1BPQI/Vsy4ls0UjXI/AAAAAAAAHvk/ViWNY6VTuEQ/s800-Ic42/DSCN0714.JPG

ValeChiaru
23-02-2016, 22:07
Messo tra i preferiti della home.. Lo leggerò in totale relax; già dal primo post mi vengono i brividi.

Wappo
23-02-2016, 22:14
Quoto, questi report mi piacciono un sacco

Kinobi
01-10-2024, 13:08
O che bello sto tread!
Grazie a chi me lo ha segnalato.:arrow::lol::lol::lol::lol::eek::eek::ee k::eek:

Vi faccio notare questo sito nuovo, che ha GPX aggiornati su parecchi tratti percorsi dai valorosi eroi italiani 11 anni fa.

https://transmoroccotrail.org/what-2/

ValeChiaru
01-10-2024, 15:04
Dato ieri occhiata a GNV per Maggio 2025... speriamo sia la volta buona.
Se tutto va bene a fine mese fisso il traghetto.

Kinobi
01-10-2024, 18:21
Se vai prima, a maggio non ci verrei per il calore, io ci posso essere, se ti interessa ovviamente. Direi di passare ai messaggi PM per non inquinare questo bellissimo tread.