gianluGS
16-11-2012, 16:41
Mi chiedono spesso cosa provi a guidare la mia HP2 in fuoristrada.
Nelle mulattiere secche e pietrose o umide e piene di fango dove certo farei molta meno fatica con la mia Husky.
Oppure cosa provo a caricarla sul carrello senza fari e targa e andare in qualche pista di motocross sperduta chissà dove, magari dove mi porta l'umore della domenica.
Non so esattamente, o meglio forse non potrei spiegarlo.
Forse è quel suono particolare che viene dallo scarico, quel sound di bicilindrico rabbioso dall'erogazione corta e bruta, rauco e cupo allo stesso tempo.
Godermi l'attimo prima che so che sto per scatenare il finimondo in un rettilineo dove ad ogni manciata di gas la moto si scompone per poi raddrizzarsi e urlare ancora di più.
Seconda, terza, quarta. Leggi velocità paurose sul tachimetro ma il gas è solo a metà corsa e hai altri rapporti ancora da usare, ma te li lasci per dopo, dulcis in fundo di un gioco infinito, acclamato bis di una prima alla Scala, sapendo che probabilmente anche oggi non sarai riuscito a sfruttarlo tutto, quel motorone infinito e vibrante come un vecchio Husaberg ma con la potenza di un tuono.
Sono sensazioni impagabili anche quelle del rito solenne del carico/scarico sul carrello, mentre ti appresti a vivere una giornata con Lei e con i suoi 100 CV.
Non vedi l'ora di poterli scatenare in qualche pista, decollando nei salti con quella naturalezza che solo tu sai, e che gli altri, terrorizzati, non riescono e non possono condividere.
E che dire delle pause? Mentre ti siedi e bevi il tuo gatorade la guardi e sono ancora emozioni. Anche l'occhio vuole la sua parte, ed in un mare di rosso, giallo, verde, blu e arancione la tua HP2 svetta con i suoi bei cilindroni grossi così, come gli attributi che servono per tenerglielo aperto sulle rampe dei salti, aiutati da quella voce perentoria che dal suo cuore ti dicono:"Vai amico, vai, io ti assecondo. Dai gas!" e ti rassicura.
Non ultima l'incredulità dei motociclisti di ritorno dalle scorribande dei Passi di montagna o gli occhi attoniti dei GSisti della domenica che sciamano in un susseguirsi di manovre e sorpassi alla tua auto per guardare stupiti il prezioso carico del carrello.
Oppure gli amici sulle loro zanzare da estrema che ti vedono galleggiare sulle pietre e sul fango con maestria certosina e l'eleganza e la disinvoltura di un trialista, saltando da una pietra all'altra e sfiorando i canali senza nemmeno toccarli.
Questo provo quando esco con Lei.
Nelle mulattiere secche e pietrose o umide e piene di fango dove certo farei molta meno fatica con la mia Husky.
Oppure cosa provo a caricarla sul carrello senza fari e targa e andare in qualche pista di motocross sperduta chissà dove, magari dove mi porta l'umore della domenica.
Non so esattamente, o meglio forse non potrei spiegarlo.
Forse è quel suono particolare che viene dallo scarico, quel sound di bicilindrico rabbioso dall'erogazione corta e bruta, rauco e cupo allo stesso tempo.
Godermi l'attimo prima che so che sto per scatenare il finimondo in un rettilineo dove ad ogni manciata di gas la moto si scompone per poi raddrizzarsi e urlare ancora di più.
Seconda, terza, quarta. Leggi velocità paurose sul tachimetro ma il gas è solo a metà corsa e hai altri rapporti ancora da usare, ma te li lasci per dopo, dulcis in fundo di un gioco infinito, acclamato bis di una prima alla Scala, sapendo che probabilmente anche oggi non sarai riuscito a sfruttarlo tutto, quel motorone infinito e vibrante come un vecchio Husaberg ma con la potenza di un tuono.
Sono sensazioni impagabili anche quelle del rito solenne del carico/scarico sul carrello, mentre ti appresti a vivere una giornata con Lei e con i suoi 100 CV.
Non vedi l'ora di poterli scatenare in qualche pista, decollando nei salti con quella naturalezza che solo tu sai, e che gli altri, terrorizzati, non riescono e non possono condividere.
E che dire delle pause? Mentre ti siedi e bevi il tuo gatorade la guardi e sono ancora emozioni. Anche l'occhio vuole la sua parte, ed in un mare di rosso, giallo, verde, blu e arancione la tua HP2 svetta con i suoi bei cilindroni grossi così, come gli attributi che servono per tenerglielo aperto sulle rampe dei salti, aiutati da quella voce perentoria che dal suo cuore ti dicono:"Vai amico, vai, io ti assecondo. Dai gas!" e ti rassicura.
Non ultima l'incredulità dei motociclisti di ritorno dalle scorribande dei Passi di montagna o gli occhi attoniti dei GSisti della domenica che sciamano in un susseguirsi di manovre e sorpassi alla tua auto per guardare stupiti il prezioso carico del carrello.
Oppure gli amici sulle loro zanzare da estrema che ti vedono galleggiare sulle pietre e sul fango con maestria certosina e l'eleganza e la disinvoltura di un trialista, saltando da una pietra all'altra e sfiorando i canali senza nemmeno toccarli.
Questo provo quando esco con Lei.