positivo
21-10-2011, 08:09
Da qualche parte ho letto che è un peccato che lo spettacolo del sorgere del sole si svolga la mattina presto perché non ci va nessuno…
Vedere il sole sorgere sulla laguna di Venezia da cima Grappa era un’idea che mi frullava in testa già da un po’ ma, come per ogni “impresa” degna di questo nome, ci devono essere le condizioni ideali.
Domenica 9 ottobre è stata una splendida giornata e le condizioni erano ideali, la visibilità era ottima e dalla pianura, i monti vicini sembravano ancora più vicini ma, noi avevamo deciso di andare verso il mare.
Prima di partire per il giro, grazie ad un piccolo “fuori programma”, per un momento ho avuto il massiccio del Grappa proprio di fronte ed in quell’istante ho immaginato quanto avrei potuto vedere da là sopra con una giornata così limpida.
Per quel giorno però, il giro era già organizzato, la frittura prenotata per cui …amen, sarà per un'altra volta.
L’occasione giusta, anzi perfetta, mi si è presentata molto prima di quanto immaginato e non me la sono fatta sfuggire.
Per il fine settimana il meteo prometteva ancora bene e noi siamo arrivati al pomeriggio del sabato senza aver deciso da che parte indirizzare il manubrio la domenica.
Fatalmente è stato nominato il Grappa proprio ricordando come lo avevamo visto la domenica precedente.
La proposta/domanda è arrivata spontaneamente, così , da sola: “Perché non andiamo sul Grappa?”
“Per me sarebbe bello andarci per vedere sorgere il sole” rilancio io.
Nessuna esitazione: “Va bene” è stata la risposta. Non me lo faccio ripeter due volte: deciso, si và, e poi? Faremo un giro sull’Altopiano.
La sera chiamo ed informo di quanto deciso il mio compagno di merende che é appena rientrato da un tour de force gastronomico-aziendale. Dopo qualche attimo di silenzio/smarrimento risponde che ci deve pensare, deve ancora sentire un paio di amici e caso mai, ci si potrebbe trovare ad una certa ora magari in zona Asiago e quindi sederci a tavola da qualche parte.
Ottimo, ci sentiremo l’indomani mattina, a qualche ora.
L’arrivo a Romano d’Ezzelino è relativamente rapido, il traffico a quell’ora è pressoché inesistente.
Attraversando il paese, devo fare attenzione alle signore anziane vestite di scuro e dalla camminata incerta che stanno andando alla messa.
Cominciamo a salire, l’oscurità si sta’ attenuando e per un attimo mi assale il dubbio di non essere partiti abbastanza presto.
Dallo spiazzo panoramico dopo l’abitato di Costalunga posso valutare meglio la situazione: il cielo comincia a tingersi dei colori dell’alba e non posso perdere altro tempo per cui mi affretto a scattare una foto con la mia trappoletta sperando sia accettabile.
http://img35.imageshack.us/img35/886/cimg2171uu.jpg (http://imageshack.us/photo/my-images/35/cimg2171uu.jpg/)
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Ho l’impressione che la visibilità non sia quella sperata.
Riprendiamo a salire, la luce del nuovo giorno prende pian piano il sopravvento e posso aumentare un po’ l’andatura. A Ponte San Lorenzo il termometro segna 2,5° e c’è un po’ di brina sui prati ma la strada è buona.
Siamo oramai arrivati ma decido di fermarmi al bivio per Semonzo per non perdere attimi preziosi. Purtroppo la sensazione che avevo qualche chilometro più in basso diventa certezza: c’è foschia, peccato!!!
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D’un tratto, l’inconfondibile rombo di una Subaru irrompe nel silenzio, sta salendo bella allegra e quando ci passa, coscienziosamente rallenta quasi consapevole e rispettosa della sacralità del luogo: dev’essersi divertito parecchio a salire.
Un escursionista si avvicina, osserva e commenta con noi lo spettacolo e i vorrebbe un poeta per descriverlo ma, lì intorno non ne scorgo nessuno. L’escursionista era lì anche domenica scorsa ed il mare si vedeva bene ma, oggi non sarà così, peccato. Mano a mano che il sole sorge si avverte il suo piacevole calore. E’ una sensazione gradevolissima che ci consola solo in parte, là in fondo, in pianura e sulla laguna c’è una foschia beffarda che ci impedisce di godere a pieno quella meraviglia!!!
Salendo sulla cima del complesso monumentale, il pensiero non può non andare ancora una volta agli avvenimenti bellici della guerra del 15-18 ed all’impressionante numero di caduti del conflitto che riposano in quei luoghi. Una coppietta abbracciata e tutta imbacuccata cammina lentamente con lo sguardo basso. Ma perché guardano in basso e non si guardano attorno? Si stanno perdendo lo spettacolo. O forse lo spettacolo a loro non interessa. Arrivano anche tre trekkers (si dice così?) fasciati nei loro indumenti attillati, si guardano intorno continuando a saltellare in ordine sparso.
Da là sopra la veduta è bellissima, il panorama è a 360°, puoi fare un giro su te stesso senza che lo sguardo trovi alcun ostacolo naturale fra te e l’orizzonte ed i colori del primo mattino, danno al paesaggio quel tocco un po’ magico per gli occhi e per il cuore ed anche la foschia diventa meno antipatica.
…a ovest
http://img827.imageshack.us/img827/5913/ovest.jpg (http://imageshack.us/photo/my-images/827/ovest.jpg/)
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…ed a nord-est
http://img7.imageshack.us/img7/2805/estxp.jpg (http://imageshack.us/photo/my-images/7/estxp.jpg/)
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Con calma, scendiamo verso Semonzo per la strada del General Giardino e dopo Campo Croce incominciamo ad incrociare gli appassionati del volo libero diretti ai punti di decollo.
Ripassiamo Romano d’Ezzelino e prendiamo la Valsugana per salire sull’Altopiano da Valstagna.
A me piace molto la strada che da Valstagna sale a Foza, ripercorrerla mi ricorda le notti trascorse molti anni fa (troppi) ad aspettare il passaggio dei leggendari rallyes dell’epoca.
Decidiamo di andarci a godere un po’ di sole il Val Formica mentre Dario con gli altri amici sono a Rovereto. Più tardi saliranno da Monte Rovere ma, un banale contrattempo ci impedisce di riunirci e terminare la giornata con loro.
Continuo a ripensare che da qualche parte ho letto che è un peccato che lo spettacolo del sorgere del sole si svolga la mattina presto perché non ci va nessuno…ed è vero ma, stamattina non è stato proprio così perché qualcun altro ha avuto la nostra stessa idea.
Facendo un po’ di conti eravamo una decina: noi due, la Subaru, l’escursionista che ci ha fatto compagnia, un altro comparso all’improvviso da sotto una balaustra, i tre trekkers, la coppietta imbacuccata ed un paio di camper parcheggiati dietro al rifugio da cui non arrivavano segni di vita.
Vabbè, la visibilità non è stata quella della domenica precedente ma lo spettacolo a cui abbiamo assistito ed il magnifico panorama che abbiamo rivisto ci ha soddisfatto ancora una volta e possiamo così mettere in archivio un’altra giornata …positiva.
;)
Vedere il sole sorgere sulla laguna di Venezia da cima Grappa era un’idea che mi frullava in testa già da un po’ ma, come per ogni “impresa” degna di questo nome, ci devono essere le condizioni ideali.
Domenica 9 ottobre è stata una splendida giornata e le condizioni erano ideali, la visibilità era ottima e dalla pianura, i monti vicini sembravano ancora più vicini ma, noi avevamo deciso di andare verso il mare.
Prima di partire per il giro, grazie ad un piccolo “fuori programma”, per un momento ho avuto il massiccio del Grappa proprio di fronte ed in quell’istante ho immaginato quanto avrei potuto vedere da là sopra con una giornata così limpida.
Per quel giorno però, il giro era già organizzato, la frittura prenotata per cui …amen, sarà per un'altra volta.
L’occasione giusta, anzi perfetta, mi si è presentata molto prima di quanto immaginato e non me la sono fatta sfuggire.
Per il fine settimana il meteo prometteva ancora bene e noi siamo arrivati al pomeriggio del sabato senza aver deciso da che parte indirizzare il manubrio la domenica.
Fatalmente è stato nominato il Grappa proprio ricordando come lo avevamo visto la domenica precedente.
La proposta/domanda è arrivata spontaneamente, così , da sola: “Perché non andiamo sul Grappa?”
“Per me sarebbe bello andarci per vedere sorgere il sole” rilancio io.
Nessuna esitazione: “Va bene” è stata la risposta. Non me lo faccio ripeter due volte: deciso, si và, e poi? Faremo un giro sull’Altopiano.
La sera chiamo ed informo di quanto deciso il mio compagno di merende che é appena rientrato da un tour de force gastronomico-aziendale. Dopo qualche attimo di silenzio/smarrimento risponde che ci deve pensare, deve ancora sentire un paio di amici e caso mai, ci si potrebbe trovare ad una certa ora magari in zona Asiago e quindi sederci a tavola da qualche parte.
Ottimo, ci sentiremo l’indomani mattina, a qualche ora.
L’arrivo a Romano d’Ezzelino è relativamente rapido, il traffico a quell’ora è pressoché inesistente.
Attraversando il paese, devo fare attenzione alle signore anziane vestite di scuro e dalla camminata incerta che stanno andando alla messa.
Cominciamo a salire, l’oscurità si sta’ attenuando e per un attimo mi assale il dubbio di non essere partiti abbastanza presto.
Dallo spiazzo panoramico dopo l’abitato di Costalunga posso valutare meglio la situazione: il cielo comincia a tingersi dei colori dell’alba e non posso perdere altro tempo per cui mi affretto a scattare una foto con la mia trappoletta sperando sia accettabile.
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Ho l’impressione che la visibilità non sia quella sperata.
Riprendiamo a salire, la luce del nuovo giorno prende pian piano il sopravvento e posso aumentare un po’ l’andatura. A Ponte San Lorenzo il termometro segna 2,5° e c’è un po’ di brina sui prati ma la strada è buona.
Siamo oramai arrivati ma decido di fermarmi al bivio per Semonzo per non perdere attimi preziosi. Purtroppo la sensazione che avevo qualche chilometro più in basso diventa certezza: c’è foschia, peccato!!!
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D’un tratto, l’inconfondibile rombo di una Subaru irrompe nel silenzio, sta salendo bella allegra e quando ci passa, coscienziosamente rallenta quasi consapevole e rispettosa della sacralità del luogo: dev’essersi divertito parecchio a salire.
Un escursionista si avvicina, osserva e commenta con noi lo spettacolo e i vorrebbe un poeta per descriverlo ma, lì intorno non ne scorgo nessuno. L’escursionista era lì anche domenica scorsa ed il mare si vedeva bene ma, oggi non sarà così, peccato. Mano a mano che il sole sorge si avverte il suo piacevole calore. E’ una sensazione gradevolissima che ci consola solo in parte, là in fondo, in pianura e sulla laguna c’è una foschia beffarda che ci impedisce di godere a pieno quella meraviglia!!!
Salendo sulla cima del complesso monumentale, il pensiero non può non andare ancora una volta agli avvenimenti bellici della guerra del 15-18 ed all’impressionante numero di caduti del conflitto che riposano in quei luoghi. Una coppietta abbracciata e tutta imbacuccata cammina lentamente con lo sguardo basso. Ma perché guardano in basso e non si guardano attorno? Si stanno perdendo lo spettacolo. O forse lo spettacolo a loro non interessa. Arrivano anche tre trekkers (si dice così?) fasciati nei loro indumenti attillati, si guardano intorno continuando a saltellare in ordine sparso.
Da là sopra la veduta è bellissima, il panorama è a 360°, puoi fare un giro su te stesso senza che lo sguardo trovi alcun ostacolo naturale fra te e l’orizzonte ed i colori del primo mattino, danno al paesaggio quel tocco un po’ magico per gli occhi e per il cuore ed anche la foschia diventa meno antipatica.
…a ovest
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…ed a nord-est
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Con calma, scendiamo verso Semonzo per la strada del General Giardino e dopo Campo Croce incominciamo ad incrociare gli appassionati del volo libero diretti ai punti di decollo.
Ripassiamo Romano d’Ezzelino e prendiamo la Valsugana per salire sull’Altopiano da Valstagna.
A me piace molto la strada che da Valstagna sale a Foza, ripercorrerla mi ricorda le notti trascorse molti anni fa (troppi) ad aspettare il passaggio dei leggendari rallyes dell’epoca.
Decidiamo di andarci a godere un po’ di sole il Val Formica mentre Dario con gli altri amici sono a Rovereto. Più tardi saliranno da Monte Rovere ma, un banale contrattempo ci impedisce di riunirci e terminare la giornata con loro.
Continuo a ripensare che da qualche parte ho letto che è un peccato che lo spettacolo del sorgere del sole si svolga la mattina presto perché non ci va nessuno…ed è vero ma, stamattina non è stato proprio così perché qualcun altro ha avuto la nostra stessa idea.
Facendo un po’ di conti eravamo una decina: noi due, la Subaru, l’escursionista che ci ha fatto compagnia, un altro comparso all’improvviso da sotto una balaustra, i tre trekkers, la coppietta imbacuccata ed un paio di camper parcheggiati dietro al rifugio da cui non arrivavano segni di vita.
Vabbè, la visibilità non è stata quella della domenica precedente ma lo spettacolo a cui abbiamo assistito ed il magnifico panorama che abbiamo rivisto ci ha soddisfatto ancora una volta e possiamo così mettere in archivio un’altra giornata …positiva.
;)