Guanaco
29-06-2005, 01:08
Es verdad... Todo.
E' un po' che mi annoio e che mi deprimo. Le cose non mi vanno troppo bene. Poi finisce che uno si prende delle piccole/grandi libertà... Eh, eh, eh... Dunque...
Stasera, tornando a casa in GS, dal semaforo vedo nella penombra uno che spinge una motina con ruotone... Si ferma, sale, fa per accendere: verevereverevereverefioooooclunkclunkclunk... Da dietro e nel buio non vedo bene che moto sia. Mi pare una Brutale.
Scatta il verde, passo l'incrocio, ma mi fermo subito a destra e guardo negli specchietti. Vedo il tipo che scende e spinge di nuovo. Arriva dietro al mio panzer. La sua moto è proprio una Brutale. Targa 05. Nuovissima. Ancora il 750, però, quello loffio ai bassi.
Guardandola e confrontandola con la mia corazzata penso che se avessi la borsa quasi quasi ce la potrei mettere dentro. Probabilmente, il mio sguardo è un po' scettico, perché il proprietario non mi scruta affatto in modo amichevole...
Beh, mi tolgo il casco e mi avvicino, dopotutto è un motociclista in panne. Il tipo ha la faccia abbronzata, lo sguardo cattivello, il fisico da mangiasteroidi. Un buon 6-7 cm più alto di me (sono 184 cm). Un misto tra il dandy e il malavitoso. E' in giacca e cravatta, le spalle e le braccia, sembrano voler strappare il tessuto. Lui è madido di sudore. Mi chiedo se ha rubato il mezzo, ma poi capisco che è suo.
Risale sulla motina. Con lui sopra (sarà almeno 110 kg) sembra veramente una Saltafoss. Ridicola proporzione. Tipico della Brutale. Riprova ad accendere: verevereverevereverefioooooclunkclunkclunk... Brutto rumore.
La corrente c'è e il motorino gira, ma si sente che sforza. E poi c'è uno strascico meccanico veramente stridente. Prova ancora: verevereverevereverefioooooclunkclunkclunk... Niente da fare. Qualcosa è andato. Il tipo s'incavola e da una pedata alla gomma. Molto utile.
Io sono lì a fianco, zitto. Mi chiede se me ne intendo. Più teoria che pratica, gli rispondo io, fissando malinconico la MV. Per tutta risposta fa una faccia stizzita. Gli dico che ho la vaga impressione che il motore sia andato. Come andato? Sì, ribatto io, una volta ho fuso le bronzine su un'auto e faceva lo stesso rumore, provando ad avviarla. Dalla sua bocca esce un improperio. In verità, che abbia fuso è quello che penso, ma non ne sono certo e la storia dell'auto è inventata di sana pianta. Mi è venuto così...
L'energumeno culturista prova ancora: verevereverevereverefioooooclunkclunkclunk... E poi riprova e riprova, sempre più indemoniato. Niente. Tutto come prima, ma ora sembra che anche la batteria inizi a lamentarsi. Magari è mezz'ora che fa andare quel povero motorino, mi dico io. Mi chiede se gli posso dare una spinta. Non serve a niente, gli dico io, visto che non parte col motorino... E poi col cavolo che spingo quello lì col caldo che fa, penso...
Salgo io sulla Brutale. Mazza se è piccola. Non mi piace proprio, mi sento nudo come un verme e quel manubrio sembra quello di una bicicletta, per quanto bello. Mi giro e vedo la ruota posteriore sotto le mie chiappe, praticamente... Comunque, provo a farla partire. Verevereverevereverefioooooclunkclunkclunk. Niente da fare, ma durante la prova sento uno sbattimento notevole del motore. Meglio non insistere oltre, gli dico.
Vabbé, senti, mi fa lui, potresti accompagnarmi col tuo "cancello" a (...). Mi dice il nome di un locale noto di Milano a circa 1 km di distanza, più o meno sulla mia strada. Al momento penso di non aver capito bene. Ha detto proprio "cancello"? Il mio GS con bbpower un cancello? Uhm... - tutto avviene molto in fretta nella mia mente - Va bene, gli rispondo, ma col "ciclomotore" che fai? Mi guarda e poi ridacchia, ma non commenta, sennò col cavolo che lo accompagno e lo sa.
Prende la micromoto fuori uso e la porta sul marciapiedi. Vedo che confabula qualcosa al cellulare con qualcuno e poi mi raggiunge col casco. Apro le pedane posteriori e do un paio di click al posteriore. La bestia sale. Porcaccia miseria se pesa. Quanti steroidi avrà in corpo questo qui? Anche il mio GS ne risente (mica è una LT dopotutto). Ce l'ho dietro. Si attacca alle maniglie delle borse. No, guarda, attaccati a me gli dico. Preferisco così, mi fa. Come vuoi. Parto...
Prima, seconda, terza. Tutto normale. Ai semafori molti ci guardano dalle macchine. A un certo punto, sì, a un certo punto sento lui che canticchia nel casco!... Sembra annoiarsi sul mio cancello, abituato a ben altre pieghe. Ma io ho qualcosa in mente... Fin dall'inizio.
Di nuovo prima seconda, terza. Rallento e riscalo in un tratto di strada ben conosciuto e senza telecamere. Seconda. Ma perché rallenti? - mi chiede. Allungo di nuovo ed ecco che la ruota davanti cabra parecchio con la massa di zavorra che la tengono per un po' così. Eh, eh... Se lo perdo per strada, cavoli suoi. Erano anni che non facevo queste cazzate... Metto la terza rapidissimo e, nel passaggio, di nuovo la ruota si alza un poco. Quarta. Basta, non voglio esagerare. Se mi becca la pula ci faccio anche la figura da idiota. E poi rischiare non ha senso. E' stato solo un pezzo di strada...
Però, prima di smettere imbocco una via a senso unico che conosco benissimo, facendo una piega da paura, non necessaria per la traiettoria. Col peso dell'animale dietro, sdrang, il cavalletto gratta. C'è un tombino che conosco benissimo. Lo prendo in pieno, apposta, puntandomi sulle pedane. Sento lui che sobbalza e si lamenta per il colpo. Arrivo a una rotonda e stacco da impiccata. Tonc, il suo casco contro il mio. Riaccelero e il suo busto massiccio vola indietro. Si deve aggrappare a me per forza. Poi tutta una serie di buchi e tombini che conosco e lui che, con dei click di troppo dietro, salta come una cavalletta. Stug. Stung. Stung. Uno via l'altro, con teutonica precisione. Grande GS! Non si scompone di un micron. E' il suo habitat. La Brutale a quest'ora era già sbriciolata. E di sicuro le palle del cattivone dovevano essere lì lì per farlo. Ah, ah, ah!
Non la faccio lunga. Arrivo al locale. Ci sono altri come lui ad aspettarlo. Scende e, ovviamente, non ringrazia. Si volta: credi di avermi fatto paura? No, non proprio. Ma forse hai mangiato pesante, gli rispondo. Perché? - mi chiede un po' stralunato. Sei bianco come un cencio, gli faccio. Era vero. Da abbronzato che era si era trasformato in un lenzuolo. Camminava con le gambe divaricate, come se avesse il mal di pancia. Gli altri, colgioni come lui, ridono.
Cogliene mica male anch'io, ma mi ci voleva...
Domani è un altro giorno...
:lol:
E' un po' che mi annoio e che mi deprimo. Le cose non mi vanno troppo bene. Poi finisce che uno si prende delle piccole/grandi libertà... Eh, eh, eh... Dunque...
Stasera, tornando a casa in GS, dal semaforo vedo nella penombra uno che spinge una motina con ruotone... Si ferma, sale, fa per accendere: verevereverevereverefioooooclunkclunkclunk... Da dietro e nel buio non vedo bene che moto sia. Mi pare una Brutale.
Scatta il verde, passo l'incrocio, ma mi fermo subito a destra e guardo negli specchietti. Vedo il tipo che scende e spinge di nuovo. Arriva dietro al mio panzer. La sua moto è proprio una Brutale. Targa 05. Nuovissima. Ancora il 750, però, quello loffio ai bassi.
Guardandola e confrontandola con la mia corazzata penso che se avessi la borsa quasi quasi ce la potrei mettere dentro. Probabilmente, il mio sguardo è un po' scettico, perché il proprietario non mi scruta affatto in modo amichevole...
Beh, mi tolgo il casco e mi avvicino, dopotutto è un motociclista in panne. Il tipo ha la faccia abbronzata, lo sguardo cattivello, il fisico da mangiasteroidi. Un buon 6-7 cm più alto di me (sono 184 cm). Un misto tra il dandy e il malavitoso. E' in giacca e cravatta, le spalle e le braccia, sembrano voler strappare il tessuto. Lui è madido di sudore. Mi chiedo se ha rubato il mezzo, ma poi capisco che è suo.
Risale sulla motina. Con lui sopra (sarà almeno 110 kg) sembra veramente una Saltafoss. Ridicola proporzione. Tipico della Brutale. Riprova ad accendere: verevereverevereverefioooooclunkclunkclunk... Brutto rumore.
La corrente c'è e il motorino gira, ma si sente che sforza. E poi c'è uno strascico meccanico veramente stridente. Prova ancora: verevereverevereverefioooooclunkclunkclunk... Niente da fare. Qualcosa è andato. Il tipo s'incavola e da una pedata alla gomma. Molto utile.
Io sono lì a fianco, zitto. Mi chiede se me ne intendo. Più teoria che pratica, gli rispondo io, fissando malinconico la MV. Per tutta risposta fa una faccia stizzita. Gli dico che ho la vaga impressione che il motore sia andato. Come andato? Sì, ribatto io, una volta ho fuso le bronzine su un'auto e faceva lo stesso rumore, provando ad avviarla. Dalla sua bocca esce un improperio. In verità, che abbia fuso è quello che penso, ma non ne sono certo e la storia dell'auto è inventata di sana pianta. Mi è venuto così...
L'energumeno culturista prova ancora: verevereverevereverefioooooclunkclunkclunk... E poi riprova e riprova, sempre più indemoniato. Niente. Tutto come prima, ma ora sembra che anche la batteria inizi a lamentarsi. Magari è mezz'ora che fa andare quel povero motorino, mi dico io. Mi chiede se gli posso dare una spinta. Non serve a niente, gli dico io, visto che non parte col motorino... E poi col cavolo che spingo quello lì col caldo che fa, penso...
Salgo io sulla Brutale. Mazza se è piccola. Non mi piace proprio, mi sento nudo come un verme e quel manubrio sembra quello di una bicicletta, per quanto bello. Mi giro e vedo la ruota posteriore sotto le mie chiappe, praticamente... Comunque, provo a farla partire. Verevereverevereverefioooooclunkclunkclunk. Niente da fare, ma durante la prova sento uno sbattimento notevole del motore. Meglio non insistere oltre, gli dico.
Vabbé, senti, mi fa lui, potresti accompagnarmi col tuo "cancello" a (...). Mi dice il nome di un locale noto di Milano a circa 1 km di distanza, più o meno sulla mia strada. Al momento penso di non aver capito bene. Ha detto proprio "cancello"? Il mio GS con bbpower un cancello? Uhm... - tutto avviene molto in fretta nella mia mente - Va bene, gli rispondo, ma col "ciclomotore" che fai? Mi guarda e poi ridacchia, ma non commenta, sennò col cavolo che lo accompagno e lo sa.
Prende la micromoto fuori uso e la porta sul marciapiedi. Vedo che confabula qualcosa al cellulare con qualcuno e poi mi raggiunge col casco. Apro le pedane posteriori e do un paio di click al posteriore. La bestia sale. Porcaccia miseria se pesa. Quanti steroidi avrà in corpo questo qui? Anche il mio GS ne risente (mica è una LT dopotutto). Ce l'ho dietro. Si attacca alle maniglie delle borse. No, guarda, attaccati a me gli dico. Preferisco così, mi fa. Come vuoi. Parto...
Prima, seconda, terza. Tutto normale. Ai semafori molti ci guardano dalle macchine. A un certo punto, sì, a un certo punto sento lui che canticchia nel casco!... Sembra annoiarsi sul mio cancello, abituato a ben altre pieghe. Ma io ho qualcosa in mente... Fin dall'inizio.
Di nuovo prima seconda, terza. Rallento e riscalo in un tratto di strada ben conosciuto e senza telecamere. Seconda. Ma perché rallenti? - mi chiede. Allungo di nuovo ed ecco che la ruota davanti cabra parecchio con la massa di zavorra che la tengono per un po' così. Eh, eh... Se lo perdo per strada, cavoli suoi. Erano anni che non facevo queste cazzate... Metto la terza rapidissimo e, nel passaggio, di nuovo la ruota si alza un poco. Quarta. Basta, non voglio esagerare. Se mi becca la pula ci faccio anche la figura da idiota. E poi rischiare non ha senso. E' stato solo un pezzo di strada...
Però, prima di smettere imbocco una via a senso unico che conosco benissimo, facendo una piega da paura, non necessaria per la traiettoria. Col peso dell'animale dietro, sdrang, il cavalletto gratta. C'è un tombino che conosco benissimo. Lo prendo in pieno, apposta, puntandomi sulle pedane. Sento lui che sobbalza e si lamenta per il colpo. Arrivo a una rotonda e stacco da impiccata. Tonc, il suo casco contro il mio. Riaccelero e il suo busto massiccio vola indietro. Si deve aggrappare a me per forza. Poi tutta una serie di buchi e tombini che conosco e lui che, con dei click di troppo dietro, salta come una cavalletta. Stug. Stung. Stung. Uno via l'altro, con teutonica precisione. Grande GS! Non si scompone di un micron. E' il suo habitat. La Brutale a quest'ora era già sbriciolata. E di sicuro le palle del cattivone dovevano essere lì lì per farlo. Ah, ah, ah!
Non la faccio lunga. Arrivo al locale. Ci sono altri come lui ad aspettarlo. Scende e, ovviamente, non ringrazia. Si volta: credi di avermi fatto paura? No, non proprio. Ma forse hai mangiato pesante, gli rispondo. Perché? - mi chiede un po' stralunato. Sei bianco come un cencio, gli faccio. Era vero. Da abbronzato che era si era trasformato in un lenzuolo. Camminava con le gambe divaricate, come se avesse il mal di pancia. Gli altri, colgioni come lui, ridono.
Cogliene mica male anch'io, ma mi ci voleva...
Domani è un altro giorno...
:lol: