negus61
23-01-2011, 17:30
non e' ancora chiara se l'ha scritta lui ,o e' stata scritta ma e' bellissima e io ve la pubblico,parla di uno che per un po' di tempo non ha potuto usare la moto,
bellissima
RITORNO
l'uomo uscì di casa con una strana espressione sul volto, a metà tra il melanconico e ilsorridente. mentre si avviava verso l'altra porta infilò la mano in tasca e dopo aver schivato un paio di foglietti sentì il portachiavi che estrasse prontamente.
era arrivato.
sapeva perfettamente cosa avrebbe trovato oltre la porta, tuttavia aveva quasi paura di farlo; si scrollò di dosso quel pensiero mentre girava la chiave.
apri la porta rumorosamente, come aveva imparato a fare fin da giovane, quando suo nonno lo portava li.
lei era lì, esattamente dove avrebbe dovuto essere, bellissima e immobile. arrivandole da dietro la carezzò, sentendo un lieve brivido.
"dove sei stato?" domandò lei con quello sguardo un po' asimmetrico ed affascinante.
"avevo da fare, te lo avevo detto" rispose lui con tono fermo e inespressivo, quasi a cercare una scusa che non c'era.
"sono mesi che ti aspetto, ti sembra giusto?"
"certo che no". ma mentre lo diceva pensava a tutto quello che gli era successo.
sorrise dentro di se, e il suo cervello ebbe la buona creanza di non contrarre i muscoli del volto a conferma di quel sorriso che sarebbe stato decisamente fuori luogo.
"comunque sono qui, eccomi. pensavo di portarti fuori, domani".
"mi sembra il minimo, dopo tutto questo tempo", disse lei, mentre l'uomo radunava le proprie cose per prepararsi al giorno dopo.
quando prese il casco, sentì una scarica di vita attraversare tutto il corpo; chiuse gli occhi per passare in rassegna i momenti più belli.
la scatola dei ricordi si apri in un attimo, portando alla memoria gli aironi della camargue, i bambini che giocavano per strada in slovacchia, la Sacra Noia dell'autopista del nord este, gli operai dei cantieri stradali in polonia, la gomma anteriore sgonfia a la rochelle, la lampadina bruciata a cracovia.
era felice e voleva che lo sapesse. si girò verso di lei per mostrarle il sorriso scaturito dalle emozioni.
"dove mi porterai domani?" chiese a bassa voce.
"andiamo al mare, domani ti porto a vedere il mare".
dopo queste parole, senza dirne altre, l'uomo uscì e richiuse la porta.
"forse posso ricomnciare a vivere insieme a te" pensò.
lei nel frattempo aspettava, immobile e bellissima.
bellissima
RITORNO
l'uomo uscì di casa con una strana espressione sul volto, a metà tra il melanconico e ilsorridente. mentre si avviava verso l'altra porta infilò la mano in tasca e dopo aver schivato un paio di foglietti sentì il portachiavi che estrasse prontamente.
era arrivato.
sapeva perfettamente cosa avrebbe trovato oltre la porta, tuttavia aveva quasi paura di farlo; si scrollò di dosso quel pensiero mentre girava la chiave.
apri la porta rumorosamente, come aveva imparato a fare fin da giovane, quando suo nonno lo portava li.
lei era lì, esattamente dove avrebbe dovuto essere, bellissima e immobile. arrivandole da dietro la carezzò, sentendo un lieve brivido.
"dove sei stato?" domandò lei con quello sguardo un po' asimmetrico ed affascinante.
"avevo da fare, te lo avevo detto" rispose lui con tono fermo e inespressivo, quasi a cercare una scusa che non c'era.
"sono mesi che ti aspetto, ti sembra giusto?"
"certo che no". ma mentre lo diceva pensava a tutto quello che gli era successo.
sorrise dentro di se, e il suo cervello ebbe la buona creanza di non contrarre i muscoli del volto a conferma di quel sorriso che sarebbe stato decisamente fuori luogo.
"comunque sono qui, eccomi. pensavo di portarti fuori, domani".
"mi sembra il minimo, dopo tutto questo tempo", disse lei, mentre l'uomo radunava le proprie cose per prepararsi al giorno dopo.
quando prese il casco, sentì una scarica di vita attraversare tutto il corpo; chiuse gli occhi per passare in rassegna i momenti più belli.
la scatola dei ricordi si apri in un attimo, portando alla memoria gli aironi della camargue, i bambini che giocavano per strada in slovacchia, la Sacra Noia dell'autopista del nord este, gli operai dei cantieri stradali in polonia, la gomma anteriore sgonfia a la rochelle, la lampadina bruciata a cracovia.
era felice e voleva che lo sapesse. si girò verso di lei per mostrarle il sorriso scaturito dalle emozioni.
"dove mi porterai domani?" chiese a bassa voce.
"andiamo al mare, domani ti porto a vedere il mare".
dopo queste parole, senza dirne altre, l'uomo uscì e richiuse la porta.
"forse posso ricomnciare a vivere insieme a te" pensò.
lei nel frattempo aspettava, immobile e bellissima.