shiko10
11-09-2009, 15:55
Salento (950 km compreso il tragitto da Roma): Otranto, Lecce, Gallipoli, Leuca, e tutte le altre località tra Gallipoli e Leuca da un lato e tra Leuca e Otranto dall'altra.
Terra dai profumi intensi, dal mare cristallino, dai sapori antichi, lontana dal progresso. Con il supporto del Garmin e con un pizzico di intuizione "sentieristica" abbiamo fatto percorsi in mezzo ad ulivi secolari, mandorli e muri a secco con vedute mozzafiato su di un mare mai invadente.
Prezzi modici, gente sincera ma mai ingenua, giudizio complessivo assai buono.
Grecia Ia parte (oltre 650 Km da Igoumenitsa al confine con la Turchia): Metsovo, Meteore, Salonicco, Kavala, Alessandropoli, est est est...
Alba a 1600 mt, freddo inaspettato, solitudini di alta quota, meteore e lode al tempo, pioggia e vento che con istrionica destrezza hanno inscenato un simile spettacolo. Strade indecenti, ghiaia, terriccio, buche, manto liscio. Ruote ad oltre 8000 Km, sculettamenti in piena curva, brutte sensazioni di guida, rassegnazione.
Si torna in autostrada (che da poco raccorda Igoumenitsa fino al confine senza alcuna interruzione), il caldo aumenta, si continua a salire, Kavala è ancora distante. Gallerie e ancora gallerie, si torna a discendere, nuvole minacciose, siamo quasi a Salonicco, prime gocce di pioggia, ci fermiamo in un chiosco in mezzo alla strada. Il primo souvlaki, si scappa da un signore dallo sguardo ambiguo che ci vuole a tutti i costi far vedere un uccello africano imbalsamato a casa sua. Salonicco, pioggia battente, cerate a casa, acqua dappertutto, sono passati 100 km e non c'è aria di sereno. Una curva, il sole, 38°, ci asciughiamo, arriviamo a Kavala, riposo in spiaggia. Alba, si riparte, Istanbul a 450 Km, sembra una passeggiata. Arriviamo al confine, operazioni alla dogana, tutto liscio. Avevo letto tante cose, tutto diverso.
Turchia (3000 km tra Istanbul, Cappadocia, Pamukkale, Efeso, Izmir, Cesme Sigacik):
Oltre 300 Km di vento sinistro, alle porte di Istanbul, collo a pezzi, caos, ingorghi danteschi, città catartica, ci si perde e ci si ritrova. Magica Istanbul dai forti contrasti, dalle donne "nere" vinte dal progresso, dalle mille moschee dalla voce così misteriosa e ipnotizzante, dai mille profumi e colori, dagli imperdibili Hamman. Terra di confine, tutta da vivere.
Al terzo giorno si riparte, la Cappadocia ci aspetta, 750 Km tutti di un fiato, autostrada dai solchi profondi, panorama stepposo, si sale, si scende, freddo, tanto freddo, Ankara vista dall'alto, il lago salato, strade pessime, trattori, paglia, fieno, il deserto intorno a noi, la Cappadocia, un sogno ad occhi aperti, montagne ferite dal tempo, ma che meraviglia, Goreme, una gemma. E poi campi di meloni e cocomeri dopo lunghi sterrati. Chiese e città sotterranee, Caravanserragli, Dervishi rotanti, natura incontaminata, un volo in mongolfiera, silenzio, pace, riposo. Si cade anche, una pozza di sabbia ci aspetta dopo una cunetta cieca, tranquilli: illesi noi e la moto.
Un giorno di troppo però, si riparte per Pamukkale, altri 720 Km senza soste intermedie, la regione dei laghi, le acque di un celeste inatteso, siamo in compagnia solo di due amici incontrati al confine e poi ritrovati a Goreme. Persone pure, di una semplicità che arricchisce. Sbagliamo strada, si passa in mezzo ai boschi, telelaser da 130 euro, immancabile in un viaggio in Turchia. Ergidir, Denizli e dopo oltre 10 ore di strada a 42° siamo a Pammukkale. Il tramonto rende gloria al bianco travertino della costola della montagna. Vasche d'acqua termale danno vita ad un carnevale per i nostri occhi. Poi Hierapolis, l'antica città termale romana. La grande piscina termale, il bagno in mezzo ai Russi e ai capitelli sprofondati. Il tempo di un riposo e si riparte alla volta della costa. Si scopre un paesino, Sigavcik , il tempo si è fermato, solo barche di pescatori, pesce a volontà, il vento come fedele compagno, silenzi che sanno di antico, come i prezzi, gente affabile e generosa. Incredibile Efeso e poi spiagge, strade dai mille tornanti, siamo agli sgoccioli, la Grecia ci aspetta.
Grecia 2a parte (oltre 700 km tra Chios, Samos, Atene, Igoumenitsa) Da Cesme battello per Chios, che bella che è la Grecia per me, sensazioni di casa, di semplicità, di tempo che scorre senza il dovere di corrergli dietro. Solo poche ore, un bagno, un bel giretto tra ulivi e fichi d'india e poi di nuovo traghetto per Samos. Nuove conoscenze, una coppia di romani con un ADV carico come un mulo. Lui caleidoscopico personaggio, scervro dalle mezze misure, lo si odia o lo si ama. Io l'ho amato, soprattutto per quella vena maliconica a me così vicina. Lei fedele e sensibilissima compagna di viaggio. Splendidi amici, Samos, c'è di tutto, un piacere per i sensi. Paesini smarriti, strade lisce come il marmo, pericolo costante, calette da urlo, un ristorantino sul mare, ouzo, tanto ouzo, si canta si balla si fa amicizia. Fantastica Samos.
Tempo scaduto, il traghetto per il Pireo, 8 ore in mezzo a Greci fastidiosi, un incubo, Atene, il Partenone, la Plaka, il nuovo museo dell'Akropoli, una meraviglia da visitare assolutamente. Cena romantica su una terrazza del quartiere antico, luci soffuse, musica distante, la vita è così incredibilmente bella certe volte.
Una sola notte e poi Igoumenitsa, il ritorno è duro, il cielo si colora di un rosso funesto, dopo scopriremo che l'incendio era alle porte e solo una fortuita coincidenza ce l'ha evitato. Corinto, Patrasso, la costa ionica, si trova per puro spirito d'avventura una laguna con un ristorante solitario. Orgoglio della scoperta inattesa, si mangia pesce e ancora ouzo. Sono stanco il collo mi fa male, si continua su strade mal guidate da greci spericolati. Igoumenitsa, sono le 6, il traghetto alle tre di notte, si attende il triste ritorno. Si sale, altre conoscenze e racconti di viaggio, si dorme per terra nella sala del casinò, un inferno. Brindisi.
Italia (oltre 500 Km da Brindisi a Roma):
Si torna velocemente a casa, caldo fino a Napoli, poi l'Apocalisse. Caianello, nubi minacciose, lampi fulmini e saette, tuoni assordanti, la fine del mondo è vicina. Temporale, acquazzone, non si vede a 2mt. Impossibile fermarsi, si continua, oltre 100 Km a 25 Km/h, si canta per non piangere, siamo stranamente contenti. Il raccordo, smette di piovere, 39° sono utili per asciugarsi, siamo a casa, stanchi ma felici di aver fatto strada percorrendola.
Terra dai profumi intensi, dal mare cristallino, dai sapori antichi, lontana dal progresso. Con il supporto del Garmin e con un pizzico di intuizione "sentieristica" abbiamo fatto percorsi in mezzo ad ulivi secolari, mandorli e muri a secco con vedute mozzafiato su di un mare mai invadente.
Prezzi modici, gente sincera ma mai ingenua, giudizio complessivo assai buono.
Grecia Ia parte (oltre 650 Km da Igoumenitsa al confine con la Turchia): Metsovo, Meteore, Salonicco, Kavala, Alessandropoli, est est est...
Alba a 1600 mt, freddo inaspettato, solitudini di alta quota, meteore e lode al tempo, pioggia e vento che con istrionica destrezza hanno inscenato un simile spettacolo. Strade indecenti, ghiaia, terriccio, buche, manto liscio. Ruote ad oltre 8000 Km, sculettamenti in piena curva, brutte sensazioni di guida, rassegnazione.
Si torna in autostrada (che da poco raccorda Igoumenitsa fino al confine senza alcuna interruzione), il caldo aumenta, si continua a salire, Kavala è ancora distante. Gallerie e ancora gallerie, si torna a discendere, nuvole minacciose, siamo quasi a Salonicco, prime gocce di pioggia, ci fermiamo in un chiosco in mezzo alla strada. Il primo souvlaki, si scappa da un signore dallo sguardo ambiguo che ci vuole a tutti i costi far vedere un uccello africano imbalsamato a casa sua. Salonicco, pioggia battente, cerate a casa, acqua dappertutto, sono passati 100 km e non c'è aria di sereno. Una curva, il sole, 38°, ci asciughiamo, arriviamo a Kavala, riposo in spiaggia. Alba, si riparte, Istanbul a 450 Km, sembra una passeggiata. Arriviamo al confine, operazioni alla dogana, tutto liscio. Avevo letto tante cose, tutto diverso.
Turchia (3000 km tra Istanbul, Cappadocia, Pamukkale, Efeso, Izmir, Cesme Sigacik):
Oltre 300 Km di vento sinistro, alle porte di Istanbul, collo a pezzi, caos, ingorghi danteschi, città catartica, ci si perde e ci si ritrova. Magica Istanbul dai forti contrasti, dalle donne "nere" vinte dal progresso, dalle mille moschee dalla voce così misteriosa e ipnotizzante, dai mille profumi e colori, dagli imperdibili Hamman. Terra di confine, tutta da vivere.
Al terzo giorno si riparte, la Cappadocia ci aspetta, 750 Km tutti di un fiato, autostrada dai solchi profondi, panorama stepposo, si sale, si scende, freddo, tanto freddo, Ankara vista dall'alto, il lago salato, strade pessime, trattori, paglia, fieno, il deserto intorno a noi, la Cappadocia, un sogno ad occhi aperti, montagne ferite dal tempo, ma che meraviglia, Goreme, una gemma. E poi campi di meloni e cocomeri dopo lunghi sterrati. Chiese e città sotterranee, Caravanserragli, Dervishi rotanti, natura incontaminata, un volo in mongolfiera, silenzio, pace, riposo. Si cade anche, una pozza di sabbia ci aspetta dopo una cunetta cieca, tranquilli: illesi noi e la moto.
Un giorno di troppo però, si riparte per Pamukkale, altri 720 Km senza soste intermedie, la regione dei laghi, le acque di un celeste inatteso, siamo in compagnia solo di due amici incontrati al confine e poi ritrovati a Goreme. Persone pure, di una semplicità che arricchisce. Sbagliamo strada, si passa in mezzo ai boschi, telelaser da 130 euro, immancabile in un viaggio in Turchia. Ergidir, Denizli e dopo oltre 10 ore di strada a 42° siamo a Pammukkale. Il tramonto rende gloria al bianco travertino della costola della montagna. Vasche d'acqua termale danno vita ad un carnevale per i nostri occhi. Poi Hierapolis, l'antica città termale romana. La grande piscina termale, il bagno in mezzo ai Russi e ai capitelli sprofondati. Il tempo di un riposo e si riparte alla volta della costa. Si scopre un paesino, Sigavcik , il tempo si è fermato, solo barche di pescatori, pesce a volontà, il vento come fedele compagno, silenzi che sanno di antico, come i prezzi, gente affabile e generosa. Incredibile Efeso e poi spiagge, strade dai mille tornanti, siamo agli sgoccioli, la Grecia ci aspetta.
Grecia 2a parte (oltre 700 km tra Chios, Samos, Atene, Igoumenitsa) Da Cesme battello per Chios, che bella che è la Grecia per me, sensazioni di casa, di semplicità, di tempo che scorre senza il dovere di corrergli dietro. Solo poche ore, un bagno, un bel giretto tra ulivi e fichi d'india e poi di nuovo traghetto per Samos. Nuove conoscenze, una coppia di romani con un ADV carico come un mulo. Lui caleidoscopico personaggio, scervro dalle mezze misure, lo si odia o lo si ama. Io l'ho amato, soprattutto per quella vena maliconica a me così vicina. Lei fedele e sensibilissima compagna di viaggio. Splendidi amici, Samos, c'è di tutto, un piacere per i sensi. Paesini smarriti, strade lisce come il marmo, pericolo costante, calette da urlo, un ristorantino sul mare, ouzo, tanto ouzo, si canta si balla si fa amicizia. Fantastica Samos.
Tempo scaduto, il traghetto per il Pireo, 8 ore in mezzo a Greci fastidiosi, un incubo, Atene, il Partenone, la Plaka, il nuovo museo dell'Akropoli, una meraviglia da visitare assolutamente. Cena romantica su una terrazza del quartiere antico, luci soffuse, musica distante, la vita è così incredibilmente bella certe volte.
Una sola notte e poi Igoumenitsa, il ritorno è duro, il cielo si colora di un rosso funesto, dopo scopriremo che l'incendio era alle porte e solo una fortuita coincidenza ce l'ha evitato. Corinto, Patrasso, la costa ionica, si trova per puro spirito d'avventura una laguna con un ristorante solitario. Orgoglio della scoperta inattesa, si mangia pesce e ancora ouzo. Sono stanco il collo mi fa male, si continua su strade mal guidate da greci spericolati. Igoumenitsa, sono le 6, il traghetto alle tre di notte, si attende il triste ritorno. Si sale, altre conoscenze e racconti di viaggio, si dorme per terra nella sala del casinò, un inferno. Brindisi.
Italia (oltre 500 Km da Brindisi a Roma):
Si torna velocemente a casa, caldo fino a Napoli, poi l'Apocalisse. Caianello, nubi minacciose, lampi fulmini e saette, tuoni assordanti, la fine del mondo è vicina. Temporale, acquazzone, non si vede a 2mt. Impossibile fermarsi, si continua, oltre 100 Km a 25 Km/h, si canta per non piangere, siamo stranamente contenti. Il raccordo, smette di piovere, 39° sono utili per asciugarsi, siamo a casa, stanchi ma felici di aver fatto strada percorrendola.