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TommyGS
31-05-2009, 20:19
salve a tutti, ultimamente il mio integrale è arivato alla frutta...quindi ora dovrei cambiarlo..e ora giungo alla domanda...voi k consigliate?integrale o modulare?voi che casco avete?(jet non li tengo nemmeno in considerazione perchè non mi fido)grazie a tutti!!!

barba
31-05-2009, 20:28
Io ho un Nolan n 102 (modulare) che uso quando vado in giro con la moglie e sono in procinto di comprare l'enduro bmw in fibra;)

lelottogs
31-05-2009, 20:36
Arioh Rs Mathisse (modulare). Io mi ci trovo da Dio.
P.s. ma non c'era già un forum sui caschi??:evil3::scratch:

TommyGS
31-05-2009, 20:39
P.s. ma non c'era già un forum sui caschi??:evil3::scratch:

sul serio?se c'è chiedo scusa e chiedo agli amministratori di cancellare la discussione...scusatemi...

alpi82
01-06-2009, 01:01
infatti la settimana scorsa anche io avevo fatto lo stesso sbaglio e mi e stato immediatamente chiusa la discussione comunque se vuoi un consiglio prendi un modulare e di quello buono pure io la settimana scorsa ho preso il c3 della schubert che mi avevano consigliato costa un po ma ne vale la pena credimi
fattelo dire da uno che di caschi ne ha cambiato tanti ciao

ff1200gs
01-06-2009, 10:12
C3 tutta la vita
Appena preso
Provato per un po' e devo dire che non c'è paragone
Silenzioso, leggero (per essere un modulare), comodo (per me che ho gli occhiali), sembra ben fatto e curato.
Note negative: prezzo e visiera parasole che a mentoniera aperta vibra leggermente al di sopra dei 60/70

moscamax
01-06-2009, 10:14
io mi trovo benissimo con uno shoei Multitec, se si dovesse rompere per qualche motivo, ne prenderei un altro uguale...
ciao

antomar
01-06-2009, 10:45
Se la Schubert ha fatto il c3, credo non ce ne sia per nessuno...imho...

antomar
01-06-2009, 10:49
Prova a considerare anche lo Shark Evoline, è un modulare con doppia omologazione integrale/jet.

...emanuele...
01-06-2009, 11:01
Io preso da due settimane il Multitec Shoei...ho provato anche il C3 ma niente...non me lo sentivo proprio! Troppo duri gli interni e fastidioso nell'infilarlo, poi non amo troppi ammenicoli sui caschi.

Sarà perchè venivo da Shoei Z-One "vecchio" di ormai 5 anni e ancora portabilissimo...ma io non riesco proprio a trovare nulla migliore di Shoei.:D

smagia
01-06-2009, 11:02
io uso quotidianamente il casco da enduro della bmw,tutto nero con visiera nera. Uno spettacolo. Davvero comodo,relativamente silenzioso. Unica botta negativa è che...non te lo regalano proprio.ai posteri l ardua sentenza..ecco

palgs
01-06-2009, 21:50
Io posseggo uno shoei multitec e devo dire d'essere soddifatto,sopattutto per la calzata,ovviamente è sottointeso anche il peso e la silenziosità,anche io in precedenza avevo dei dubbi,però per convincerti di persona prova un c3 e un multitec,ti accorgerai da solo..

R 1200 GS Titan Silver 09
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TommyGS
02-06-2009, 02:08
ciao!ringrazio tutti di cuore x l'aiuto fornitomi,proverò e vedrò il da farsi...:)
grazie ancora,vi farò sapere...:)

diphallus
02-06-2009, 10:21
Bravo smagia, io ho il marushin xmoto nero opaco con visiera nera in policarbonato, cavolo, sembro un marziano. Però la sera non vedo una mazza, devo comprà la visiera trasparente !! :lol:

GIO64
02-06-2009, 12:11
ARAI Tour-X2 o 3
Semplicemente per la qualità ARAI
Ora con il 3 sono dotati di pinlock... che vuoi di più

torodon
03-06-2009, 12:32
non considerare Nolan N102 in quanto pesante, mal equilibrato, poca ventilazione e si appanna la visiera anche se ha quella antiappannante per non parlare del centro assistenza.
considera il C3: ben equilibrato, non si apppanna e ha una ventilazione eccezzionale

ciao

logospass
03-06-2009, 16:43
Mi sono trovato molto bene con lo Shoei multitec, ma occhio alle omologazioni, vatti a leggere la discussione (dubbio omologazioni caschi modulari). ciao.:mad::mad:

ranboy
03-06-2009, 22:22
scusatemi ..... ma perchè esiste un casco specifico per ogni tipo di moto?

cascade63
03-06-2009, 22:48
Shoei Multitech tutta la vità:):):):):):):):)

CrisGen
03-06-2009, 22:55
No, non esistono caschi omologati per diversi tipi di moto ma caschi modulari omologati per viaggiare sia a mentoniera chiusa che aperta.
Entrambi i top di categoria come caschi modulari, SHOEI e Schuberth, non sono omologati per circolare con la mentoniera aperta.
Esistono tuttavia altri modulari omologati allo scopo, per esempio il Nolan 103 (mi dicono anche il 102) e lo Shark Evoline.
Io personalmente avevo un C2 Schuberth e ho provato sia il nuovo C3 che lo SHOEI Multitec.
Per me, sempre e solo SHOEI per diversi fattori.
Leggerezza e bilanciatura del casco, aereodinamicità (fruscii), incavo per infilare gli occhiali, sgangio e chiusura della mentoniera semplicemente perfetta, robustezza (quando afferri il casco per infilartelo non senti cedere la parte esterna dei guangiali, ottima ventilazione interna, chiusura di sicurezza della visiera, e per ultimo, ma credo cosa più importante, la chiusura ad anello (o doppia D come dice qualcuno).
Prova a vedere una qualsiasi gara motoristica (auto, moto, nautica ecc) e dimmi se vedi qualcuno chiudere il casco con l'aggangio micrometrico...un motivo ci sarà, giusto? ;)

Il mio consiglio è di andare a provarli e constatare di persona la calzata che è la cosa più importante.

logospass
04-06-2009, 09:55
No, non esistono caschi omologati per diversi tipi di moto ma caschi modulari omologati per viaggiare sia a mentoniera chiusa che aperta.
Entrambi i top di categoria come caschi modulari, SHOEI e Schuberth, non sono omologati per circolare con la mentoniera aperta.
Esistono tuttavia altri modulari omologati allo scopo, per esempio il Nolan 103 (mi dicono anche il 102) e lo Shark Evoline.
Io personalmente avevo un C2 Schuberth e ho provato sia il nuovo C3 che lo SHOEI Multitec.
Per me, sempre e solo SHOEI per diversi fattori.
Leggerezza e bilanciatura del casco, aereodinamicità (fruscii), incavo per infilare gli occhiali, sgangio e chiusura della mentoniera semplicemente perfetta, robustezza (quando afferri il casco per infilartelo non senti cedere la parte esterna dei guangiali, ottima ventilazione interna, chiusura di sicurezza della visiera, e per ultimo, ma credo cosa più importante, la chiusura ad anello (o doppia D come dice qualcuno).
Prova a vedere una qualsiasi gara motoristica (auto, moto, nautica ecc) e dimmi se vedi qualcuno chiudere il casco con l'aggangio micrometrico...un motivo ci sarà, giusto? ;)

Il mio consiglio è di andare a provarli e constatare di persona la calzata che è la cosa più importante.

Anche Suomy D20 con la doppia omologazione.

CrisGen
04-06-2009, 14:57
Anche Suomy D20 con la doppia omologazione.

Infatti, non lo ricordavo e comunque erano solo esempi quelli che ho citato.
Resta però il fatto concreto che solo SHOEI e Schuberth sono in fibra mentre tutto il resto è policarbonato (questo da quanto ho potuto appurare su internet) e onestamente, una volta superata quota 300€ per un casco, prenderei in considerazione solo la fibra.
Modestissima e puramente personale opinione ;)

diphallus
04-06-2009, 18:45
Bravo CrisGen, ti straquoto !!

frank50
04-06-2009, 19:51
uso quasi tutto l'anno lo Schuberth J1 e quando fa proprio caldo l'Osbe Summer, che è più ventilato.

con la KLT solo lo Schuberth C1 perchè ci ho infilato il kit audio BMW

logospass
04-06-2009, 20:56
Infatti, non lo ricordavo e comunque erano solo esempi quelli che ho citato.
Resta però il fatto concreto che solo SHOEI e Schuberth sono in fibra mentre tutto il resto è policarbonato (questo da quanto ho potuto appurare su internet) e onestamente, una volta superata quota 300€ per un casco, prenderei in considerazione solo la fibra.
Modestissima e puramente personale opinione ;)

Concordo alla STRAGRANDE, pensa che il Suomy dovrebbe aggirarsi sui 350/400 euri, quanto Shoei e Schuberth, li venderanno?

CrisGen
04-06-2009, 21:55
Concordo alla STRAGRANDE, pensa che il Suomy dovrebbe aggirarsi sui 350/400 euri, quanto Shoei e Schuberth, li venderanno?

Se li venderanno o no non è far mio e sinceramente me ne frego.
Purtroppo leggo sempre più spesso che le discriminanti per la scelta di un casco sono la presenza o no della lente parasole oppure l'aspetto estetico dimenticando invece quelle fondamentali ovvero composizione della calotta, forma della stessa (grazie alla quale un casco è più o meno capace di assorbire gli urti), tipo di chiusura della mentoniera (nel caso dei modulari) e tipo di chiusura del cinturino (l'uovo di Colombo in grado di farci sistemare il casco ben aderente ogni volta che lo indossiamo).

TommyGS
05-06-2009, 10:32
rieccomi,vedo k avete iniziato a trattare un altro argomento che mi interessa:la composizione della calotta;
vedendo su internet i vari modelli ho trovato a grandi linee le seguenti famiglie:
-resina termoplastica
-fibra di vetro/kevlar..
-carbonio
ok...ora vi chiedo...pregi e difetti di queste famiglie me li sapete tirar fuori...?quale dovrei scegliere per maggiore resistenza e durata..?
grazie mille...:)

CrisGen
09-06-2009, 22:32
Perdonami per il ritardo con il quale ti rispondo ma per lavoro posso stare pochissimo al pc (giusto il tempo di scaricare la posta)...porca pupazza....
Preso da un articolo apparso su moto.it a firma di Carlo Baldi e molto esauriente riguardo la domanda che hai fatto sulle differenze tra i vari materiali usati per la calotta esterna dei caschi.
E' parecchio lungo ma alla fine non avrai più dubbi ;)

Conosciamo meglio i componenti del casco a partire dalla calotta esterna, realizzata in fibre composite o materie plastiche. Ecco le differenze


Vediamo ora di conoscere in modo più approfondito quali sono questi componenti, a cosa servono e quali sono le loro caratteristiche principali, sempre in rapporto alla sicurezza.
Iniziamo con la calotta esterna. La calotta esterna deve essere considerata come lo scudo del casco e serve come prima barriera contro gli urti con il compito di proteggere gli altri componenti del casco. Questa calotta non assorbe energia però tende a distribuirla su tutta la sua superficie. Può essere prodotta in fibre composite o in materie plastiche.
Una calotta in fibre composite (comunemente chiamata vetroresina) può essere in mono composito (solo fibra di vetro), in bi composito (carbonio e fibra di vetro oppure fibre aramidiche e fibra di vetro) o in tricomposito (solitamente fibra di vetro, carbonio e fibre aramidiche oppure dyneema- carbonio e fibre aramidiche).
Queste fibre vengono amalgamate e rese solide grazie all'utilizzo di speciali resine termoindurenti in vinilestere con base epossidica. La fibra aramidica più nota viene prodotta dalla Dupont ed è denominata kevlar, mentre il dyneema è una speciale fibra di vetro con caratteristiche di resistenza superiori rispetto alla normale fibra di vetro.

Il carbonio è il tessuto più nobile tra quelli utilizzati nello stampaggio delle calotte ed è il più costoso. Ha una grande capacità di resistenza, ma una volta impregnato di resina diventa molto rigido. Ha una capacità di resistenza alle rotture molto elevata, ma una volta superato il limite di resistenza si spezza sino a frantumarsi. Per questo il carbonio non viene mai utilizzato da solo, ma sempre accompagnato da una fibra o da fibre aramidiche. Le fibre aramidiche sono le più indicate per lo stampaggio di una calotta in quanto anche dopo essere state impregnate di resina sono sempre molto resistenti ed elastiche. Sono fibre praticamente impossibili da rompere anche se sottoposte a forze molto elevate. Basti pensare che l'Esercito Israeliano per far brillare gli esplosivi utilizza coperte di puro kevlar, in grado di attutire l'effetto della deflagrazione. Tutte le fibre, oltre alle caratteristiche sopra indicate, sono note per la loro leggerezza. Una buona calotta in fibre composite è quindi resistente e leggera.
Vi sono varie tecniche di stampaggio, ma quella più classica e diffusa è denominata "bag moulding" ed avviene attraverso appositi stampi e speciali macchine da stampaggio
Una volta stampata, la calotta in fibre composite deve essere tagliata ed il taglio può avvenire manualmente oppure con speciali robot a getto d'acqua, dotati di un braccio meccanico, regolato da un computer, che proietta un getto d'acqua talmente potente e preciso da tagliare la calotta secondo le necessità del produttore.
Tutti i processi produttivi di un casco possono essere svolti manualmente, ma le migliori aziende sono dotate di macchinari che servono non solo ad aumentare le quantità, ma soprattutto a garantire una qualità costante anche in una larga produzione.
Una volta stampata e tagliata, la calotta passa al reparto stuccatura e successivamente in verniciatura dove oltre alla vernice vengono applicati i loghi e/o le grafiche (decals ad acqua). Dopo la verniciatura la calotta è pronta per il reparto assemblaggio.

Per quanto riguarda invece la calotta in plastica, l'iter produttivo è meno complesso.
Lo stampaggio avviene ad iniezione con appositi stampi (solitamente in acciaio) e appositi macchinari per lo stampaggio delle materie plastiche. Nello stampo viene iniettato il materiale plastico fuso, che andrà a riempire tutto lo spazio appositamente creato all'interno dello stampo stesso. Successivamente lo stampo viene raffreddato ed aperto, per consentire l'estrazione della calotta. I materiale usati per lo stampaggio delle calotte in plastica sono il policarbonato o l'abs. La sigla abs è formata dalle iniziali dei tre monomeri di base impiegati per la preparazione: l'acrilonitrile, il butadiene e lo stirene. Tra i due materiali, quello che ha migliori caratteristiche di assorbimento degli urti è il policarbonato. È anche il più costoso.

Un buon policarbonato ha una buona resistenza agli impatti, maggiore rispetto all'abs, di contro va detto che il policarbonato è più pesante rispetto all'abs ed è più sensibile all'effetto di indebolimento causato dalle vernici che, per quanto siano vernici speciali, per aderire alla calotta ne provocano un minimo indebolimento. Un'aggressione molto blanda, ma pur sempre un'aggressione, che il policarbonato accusa più dell'abs. Vale comunque anche in questo caso il concetto che la calotta è uno solo dei componenti del casco e non ne definisce la qualità. Non è quindi corretto dire che una calotta in abs sia meno sicura rispetto ad una calotta in policarbonato. Una volta stampata, la calotta è già pronta per il reparto di verniciatura e non richiede quindi nessun taglio. Rispetto ad una calotta in fibra i tempi di stampaggio sono quindi più celeri e soprattutto non necessitano di macchina da taglio. Anche la verniciatura di una calotta in plastica è più semplice rispetto ad una in fibra, in quanto non richiede il processo di stuccatura. Una volta verniciata ed eventualmente abbellita con grafiche (sempre con decals ad acqua) la calotta può essere inviata al reparto di assemblaggio.

Differenze tra calotte in plastica e calotte in fibra
Quali sono le principali differenze tra una calotta in plastica ed una calotta in fibra?
Chiariamo subito che una calotta in materie plastiche non è più o meno sicura rispetto ad una calotta in fibre composite. Abbiamo già detto infatti che la sicurezza e la qualità di un casco non derivano da uno solo dei suoi componenti, ma dal completo "sistema di sicurezza".
Le calotte in fibra di vetro e le calotte in plastica sono entrambi valide, ma hanno caratteristiche diverse.
Innanzitutto le fibre composite non risentono degli sbalzi di temperatura mentre le materie plastiche sono sensibili al caldo ed al freddo. Quindi, nel tempo, le calotte in fibra di vetro mantengono inalterate le loro caratteristiche originarie, mentre i polimeri che compongono il policarbonato o l'abs tendono a dilatarsi con l'aumentare della temperatura e a restringersi con il freddo. Inoltre le materie plastiche utilizzate per lo stampaggio delle calotte risentono degli effetti dei raggi del sole (raggi UV) che invece non danneggiano le calotte in materiale composito. Va però aggiunto che le moderne vernici che ricoprono le calotte in plastica, le proteggono in parte dall'effetto dei raggi UV. Anche le tipologie di vernici sono diverse, perché per quanto riguarda le calotte in abs o in policarbonato devono essere utilizzare vernici particolari che non danneggino la plastica. Le materie plastiche infatti sono aggredibili e danneggiabili da alcuni prodotti chimici, da oli, benzine, alcool e anche dalla colla di alcuni adesivi. Per questo motivo è meglio evitare di applicare adesivi su di una calotta in plastica, mentre, volendo, li posiamo applicare su di un casco in fibra, senza danneggiarlo in nessun modo. Infine gli studi di laboratorio hanno dimostrato che nel caso di impatti molto forti, una buona calotta in fibra di vetro riuscirà a reggere maggiormente la forza dell'urto rispetto ad una altrettanto buona calotta in plastica.
Ed è questo il motivo per cui i piloti che gareggiano nelle competizioni motociclistiche utilizzano solo caschi in fibra di vetro. Ricordiamo però che tutto questo non significa che un casco con calotta in fibra di vetro sia migliore o più protettivo rispetto ad un casco con calotta in plastica. Non dimentichiamoci infatti del concetto del sistema di sicurezza e ricordiamoci che la calotta esterna non è che uno dei componenti del nostro casco. Naturalmente da produttori e negozianti sentirete pareri discordanti rispetto alla maggiore o minore sicurezza di un casco in materiali compositi rispetto ad un casco in plastica.

Direi che ognuno "tira l'acqua al suo mulino", ma senza sottintendere che lo facciano in malafede. La materia si presta a varie interpretazioni e considerazioni. Di fatto però quanto sopra esposto penso sia inconfutabile e comunque scritto con il solo scopo di permettere ai motociclisti di conoscere meglio il loro casco e di effettuare quindi le loro scelte in modo più consapevole. Per concludere vorrei dire che - come tutti sappiamo - il casco con calotta in materiali compositi ha solitamente un prezzo maggiore rispetto ad un casco con calotta in plastica, ma questo non perché sia più sicuro, ma perché, come abbiamo visto, è più complesso e costoso (materie prime) produrre un casco in fibra che non un casco in plastica.

Sul mercato troviamo moltissimi prodotti con diversi prezzi. Alcuni modelli di caschi integrali in policarbonato vengono venduti con prezzi superiori rispetto a caschi integrali in fibra di vetro. Dipende dalla qualità totale del sistema di sicurezza, dai materiali utilizzati, dagli stampi, dal progetto, dal design e ultimamente anche dal luogo di produzione.
A volte produrre un casco in Estremo Oriente può essere più conveniente che non produrlo in Europa e di conseguenza anche il prezzo finale sarà inferiore. Più avanti vedremo come valutare il prezzo di un casco in base alle sue caratteristiche e daremo qualche riferimento anche per quanto riguarda le diverse possibilità di omologazione di un casco protettivo per motociclisti.

ranboy
10-06-2009, 08:56
che dire............ una lezione. bravo