zoria
14-02-2005, 17:37
Parto sabato mattina verso le ore 7.00 e mi ritrovo con Mauro alla prima area di servizio dopo Milano direzione Como; puntuale alle 8.00 arriva il mostro k1200LT e subito partiamo verso la Svizzera con il tempo incerto.
Passando per Lugano-S. Gottardo-Lucerna-Basilea-Karlsruhe-Francoforte-Kassel-Hannover-Amburgo alle 19.00 circa ci fermiamo a Soltau per dormire.
Abbiamo percorso 1190 km circa con tempo variabile: quasi neve-sole-nuvole-freddo sopportabile. Si cena in compagnia dei due proprietari della pensione, molto simpatici e disponibili (hotel Flavour-Soltau).
Domenica mattina verso le ore 9.00 si riparte direzione Kiel, dove arriviamo in anticipo per l’imbarco sul traghetto della “colorline”, che puntualmente partirà alle 14.00, direzione Oslo.
Dobbiamo ancorare noi le moto…e per la cronaca il costo del biglietto Kiel-Oslo sola andata moto+passeggero+cabina = euro 562…
Come da programma dopo 19 ore e mezzo circa alle 9.30 si entra in Oslo, godendosi lo stupendo panorama nonostante il tempo cupo; velocemente si fa un giretto per la città e poi via subito direzione Gol, passando per Hönefoss: le strade sono discretamente pulite e si può viaggiare con le nostre gomme normali fino a Gol, rispettando però i loro limiti ( max 90 km ora).
Arriviamo a Gol verso le 13.30 avendo percorso 1600 km, da questo punto per poter raggiungere l’Hoset Hotel a Golsfjellet bisognerà fare 25 km di strada ghiacciata, perciò decidiamo di trovare un gommista e chiodare le gomme del K1200LT di Mauro e sostituire le gomme del mio GS1150 (Continental TKC già chiodate che mi ero portato dall’Italia).
In verità è stato più facile chiodare le gomme di Mauro che non sostituire le mie causa loro inesperienza nella sostituzione gomme moto, infatti per mettere i chiodi sulle coperture del K1200LT il ragazzo non le ha nemmeno smontate: prima le ha forate poi ha innestato i chiodi.
Le mie gomme avevano applicati 110 chiodi davanti e 80 chiodi dietro alti 11 mm.
Praticamente riusciamo a ripartire per l’Oset Hotel solo verso le 17.30 e arrancando al buio in prima-seconda marcia e velocità massima di 20 km ora con quasi sempre i piedi in terra raggiungiamo l’hotel verso le ore 20.00.
E’ stata davvero dura percorrere questi ultimi km in salita-discesa-salita su uno strato di ghiaccio puro, con temperature di –6, -8; sfiniti ma contenti ci congratuliamo a vicenda, dopodiché una doccia bollente e cena con menù locale (ho assaggiato per la prima volta la carne di renna…).
Durante la cena conosciamo John (norvegese) anche lui motociclista BMW K1100LT che però è lì per lavoro e quando gli diciamo che arriviamo dall’Italia ridendo ci fa segno di essere pazzi.
Martedì 8-02 sveglia di buon ora e come sempre abbondante colazione, poi una passeggiata di tre ore circa immersi in una natura selvaggia con tantissime impronte sulla neve di animali selvatici, un laghetto completamente ghiacciato attraversato da un piccolo ponte che, se passato con dei mezzi, è a pagamento.
(con barra automatica); in mezzo al laghetto si poteva intravedere una traccia per una piccola pista d’atterraggio.
Rientrati in albergo sul piazzale ritroviamo una ventina di macchine e fuoristrada della polizia e dei pompieri; incrociando John scopriamo che verso le 13.00 partiranno per un corso di guida su ghiaccio.
Chiediamo se sarà possibile aggregarci per poter assistere al corso e gentilmente John ci invita sulla sua macchina raccomandandoci di coprirci bene; appena saliti in macchina scopriamo che John è un comandante, istruttore di guida su ghiaccio da oltre 15 anni e subito ci dà modo di apprezzare la sua eccezionale guida su ghiaccio.
La sua Volvo era sempre di traverso, nonostante la velocità e il fondo ghiacciato; praticamente non usava quasi mai i freni, ma solo l’acceleratore ed il volante.
Devo dire che aveva un controllo totale del mezzo, anche nelle situazioni più critiche…che spettacolo ragazzi!
Arrivati in anticipo rispetto alla colonna delle altre macchine (John dice “sono studenti principianti”) sulla superficie completamente ghiacciata di un grande lago utilizzato come pista di prova su ghiaccio oltre che dalla polizia anche da molte case automobilistiche ( infatti per un po’ abbiamo visto sfrecciare anche 3 piccole nuove Peugeot).
Abbiamo trascorso 4 ore su questo lago che rimane ghiacciato per circa 3 mesi all’anno con uno spessore minimo di 50 cm vedendo fare prove di velocità-frenata, gincane tra i birilli e giri completi di pista con numeri acrobatici: devo dire che anche i principianti si difendevano bene, si capiva che erano abituati alla guida con gomme chiodate su ghiaccio (certo, ogni tanto qualche testa-coda o qualche birillo centrato, oppure qualche uscita di pista, ma sempre in sicurezza).
E’ stata un’esperienza bellissima: questi personaggi mi è sembrato avessero tra di loro un rapporto poco formale ma molto solido sotto il profilo professionale.
Grazie ancora al comandante John.
Rientrati in hotel decidiamo di riscaldarci un po’ in piscina (27° la temperatura dell’acqua, 29° la temperatura ambiente) godendoci dall’acqua un paesaggio natalizio.
Anche qui il Comandante ed alcuni suoi colleghi ci stupiranno perché dopo alcuni minuti di nuoto si precipiteranno in costume fuori in mezzo alla neve e rotolandosi si divertono come pazzi, rituffandosi subito in acqua; seguirà una sauna con spruzzi di birra sul bruciatore (che lascerà in aria un profumo piacevole).
Verso le 20.00 cena in compagnia dei primi partecipanti al Kristallrally 2005(concentrazione di sidecar), praticamente i responsabili del raduno, che si complimentano con noi per il viaggio affrontato e dopo la cena ci fanno omaggio del diploma di partecipazione con relativo adesivo e ci confermano che siamo i primi italiani a partecipare al Kristallrally in motocicletta.
Mercoledì 9-02 sveglia di buon mattino e con sorpresa scopriamo che nevica abbondantemente, perciò dopo colazione decidiamo velocemente di ripartire onde evitare di rimanere lassù bloccati.
Con molta calma rifacciamo i 25 km di ghiaccio in direzione Gol e poi via verso Oslo ed il confine svedese, sotto una vera bufera di neve.
E’ già buio quando attraversiamo il bellissimo ponte di Udevalla e proseguiamo verso Goteborg fermandoci a dormire a Cungsbracka.
Giovedì 10-02 ci svegliamo e facciamo colazione mentre sta nevicando; fortunatamente però si girerà in acqua e raggiungiamo Elsinborg per traghettare in Danimarca ad Elsingor, poi, sempre sotto l’acqua, via verso la Germania traghettando da Roedbyhavn a Puttgarden direzione Lubeck-Amburgo-Hannover-Kassel dove usciamo dall’autostrada per pernottare in zona.
Venerdì 11-02 verso le 8.15 si riprende il viaggio di rientro passando per Francoforte, Karlsruhe, Basilea, Lucerna, S. Gottardo (non piove più…nevica, ma avendo ancora le gomme chiodate non ci preoccupiamo).
Una ventina di km prima di Lugano il tempo si mette al bello e non sembra neanche vero; dopo Como ringrazio e saluto il mio compagno di viaggio e ci lasciamo con la promessa di rivederci quanto prima per vedere foto e filmato.
Faccio gli ultimi km direzione Barbata (BG) in mezzo al traffico caotico di Milano e mi sento un po’ frastornato, però verso le 19.00 la mia Mukka rientra nella sua stalla dopo aver percorso 4030 km più 20 ore circa di traghetti; praticamente giovedì e venerdì abbiamo sempre viaggiato sotto l’acqua, però è stata ugualmente una bellissima esperienza ed abbiamo visto dei nuovi posti meravigliosi.
Piccola curiosità tecnica: il mio GS ha sempre consumato più del K1200LT di Mauro, a velocità elevata 3 l ogni pieno, a velocità di crociera 2 l ogni pieno…
Grazie a Mauro, mio compagno di viaggio.
Grazie al Franz, che lanciò l’idea e purtroppo per motivi personali non ci seguì.
Grazie alla mia Mukkona che non mi ha mai dato problemi e grazie anche a voi se siete arrivati fino a qui leggendo questo mio racconto.
Ciao a tutti.
Zoria.
Passando per Lugano-S. Gottardo-Lucerna-Basilea-Karlsruhe-Francoforte-Kassel-Hannover-Amburgo alle 19.00 circa ci fermiamo a Soltau per dormire.
Abbiamo percorso 1190 km circa con tempo variabile: quasi neve-sole-nuvole-freddo sopportabile. Si cena in compagnia dei due proprietari della pensione, molto simpatici e disponibili (hotel Flavour-Soltau).
Domenica mattina verso le ore 9.00 si riparte direzione Kiel, dove arriviamo in anticipo per l’imbarco sul traghetto della “colorline”, che puntualmente partirà alle 14.00, direzione Oslo.
Dobbiamo ancorare noi le moto…e per la cronaca il costo del biglietto Kiel-Oslo sola andata moto+passeggero+cabina = euro 562…
Come da programma dopo 19 ore e mezzo circa alle 9.30 si entra in Oslo, godendosi lo stupendo panorama nonostante il tempo cupo; velocemente si fa un giretto per la città e poi via subito direzione Gol, passando per Hönefoss: le strade sono discretamente pulite e si può viaggiare con le nostre gomme normali fino a Gol, rispettando però i loro limiti ( max 90 km ora).
Arriviamo a Gol verso le 13.30 avendo percorso 1600 km, da questo punto per poter raggiungere l’Hoset Hotel a Golsfjellet bisognerà fare 25 km di strada ghiacciata, perciò decidiamo di trovare un gommista e chiodare le gomme del K1200LT di Mauro e sostituire le gomme del mio GS1150 (Continental TKC già chiodate che mi ero portato dall’Italia).
In verità è stato più facile chiodare le gomme di Mauro che non sostituire le mie causa loro inesperienza nella sostituzione gomme moto, infatti per mettere i chiodi sulle coperture del K1200LT il ragazzo non le ha nemmeno smontate: prima le ha forate poi ha innestato i chiodi.
Le mie gomme avevano applicati 110 chiodi davanti e 80 chiodi dietro alti 11 mm.
Praticamente riusciamo a ripartire per l’Oset Hotel solo verso le 17.30 e arrancando al buio in prima-seconda marcia e velocità massima di 20 km ora con quasi sempre i piedi in terra raggiungiamo l’hotel verso le ore 20.00.
E’ stata davvero dura percorrere questi ultimi km in salita-discesa-salita su uno strato di ghiaccio puro, con temperature di –6, -8; sfiniti ma contenti ci congratuliamo a vicenda, dopodiché una doccia bollente e cena con menù locale (ho assaggiato per la prima volta la carne di renna…).
Durante la cena conosciamo John (norvegese) anche lui motociclista BMW K1100LT che però è lì per lavoro e quando gli diciamo che arriviamo dall’Italia ridendo ci fa segno di essere pazzi.
Martedì 8-02 sveglia di buon ora e come sempre abbondante colazione, poi una passeggiata di tre ore circa immersi in una natura selvaggia con tantissime impronte sulla neve di animali selvatici, un laghetto completamente ghiacciato attraversato da un piccolo ponte che, se passato con dei mezzi, è a pagamento.
(con barra automatica); in mezzo al laghetto si poteva intravedere una traccia per una piccola pista d’atterraggio.
Rientrati in albergo sul piazzale ritroviamo una ventina di macchine e fuoristrada della polizia e dei pompieri; incrociando John scopriamo che verso le 13.00 partiranno per un corso di guida su ghiaccio.
Chiediamo se sarà possibile aggregarci per poter assistere al corso e gentilmente John ci invita sulla sua macchina raccomandandoci di coprirci bene; appena saliti in macchina scopriamo che John è un comandante, istruttore di guida su ghiaccio da oltre 15 anni e subito ci dà modo di apprezzare la sua eccezionale guida su ghiaccio.
La sua Volvo era sempre di traverso, nonostante la velocità e il fondo ghiacciato; praticamente non usava quasi mai i freni, ma solo l’acceleratore ed il volante.
Devo dire che aveva un controllo totale del mezzo, anche nelle situazioni più critiche…che spettacolo ragazzi!
Arrivati in anticipo rispetto alla colonna delle altre macchine (John dice “sono studenti principianti”) sulla superficie completamente ghiacciata di un grande lago utilizzato come pista di prova su ghiaccio oltre che dalla polizia anche da molte case automobilistiche ( infatti per un po’ abbiamo visto sfrecciare anche 3 piccole nuove Peugeot).
Abbiamo trascorso 4 ore su questo lago che rimane ghiacciato per circa 3 mesi all’anno con uno spessore minimo di 50 cm vedendo fare prove di velocità-frenata, gincane tra i birilli e giri completi di pista con numeri acrobatici: devo dire che anche i principianti si difendevano bene, si capiva che erano abituati alla guida con gomme chiodate su ghiaccio (certo, ogni tanto qualche testa-coda o qualche birillo centrato, oppure qualche uscita di pista, ma sempre in sicurezza).
E’ stata un’esperienza bellissima: questi personaggi mi è sembrato avessero tra di loro un rapporto poco formale ma molto solido sotto il profilo professionale.
Grazie ancora al comandante John.
Rientrati in hotel decidiamo di riscaldarci un po’ in piscina (27° la temperatura dell’acqua, 29° la temperatura ambiente) godendoci dall’acqua un paesaggio natalizio.
Anche qui il Comandante ed alcuni suoi colleghi ci stupiranno perché dopo alcuni minuti di nuoto si precipiteranno in costume fuori in mezzo alla neve e rotolandosi si divertono come pazzi, rituffandosi subito in acqua; seguirà una sauna con spruzzi di birra sul bruciatore (che lascerà in aria un profumo piacevole).
Verso le 20.00 cena in compagnia dei primi partecipanti al Kristallrally 2005(concentrazione di sidecar), praticamente i responsabili del raduno, che si complimentano con noi per il viaggio affrontato e dopo la cena ci fanno omaggio del diploma di partecipazione con relativo adesivo e ci confermano che siamo i primi italiani a partecipare al Kristallrally in motocicletta.
Mercoledì 9-02 sveglia di buon mattino e con sorpresa scopriamo che nevica abbondantemente, perciò dopo colazione decidiamo velocemente di ripartire onde evitare di rimanere lassù bloccati.
Con molta calma rifacciamo i 25 km di ghiaccio in direzione Gol e poi via verso Oslo ed il confine svedese, sotto una vera bufera di neve.
E’ già buio quando attraversiamo il bellissimo ponte di Udevalla e proseguiamo verso Goteborg fermandoci a dormire a Cungsbracka.
Giovedì 10-02 ci svegliamo e facciamo colazione mentre sta nevicando; fortunatamente però si girerà in acqua e raggiungiamo Elsinborg per traghettare in Danimarca ad Elsingor, poi, sempre sotto l’acqua, via verso la Germania traghettando da Roedbyhavn a Puttgarden direzione Lubeck-Amburgo-Hannover-Kassel dove usciamo dall’autostrada per pernottare in zona.
Venerdì 11-02 verso le 8.15 si riprende il viaggio di rientro passando per Francoforte, Karlsruhe, Basilea, Lucerna, S. Gottardo (non piove più…nevica, ma avendo ancora le gomme chiodate non ci preoccupiamo).
Una ventina di km prima di Lugano il tempo si mette al bello e non sembra neanche vero; dopo Como ringrazio e saluto il mio compagno di viaggio e ci lasciamo con la promessa di rivederci quanto prima per vedere foto e filmato.
Faccio gli ultimi km direzione Barbata (BG) in mezzo al traffico caotico di Milano e mi sento un po’ frastornato, però verso le 19.00 la mia Mukka rientra nella sua stalla dopo aver percorso 4030 km più 20 ore circa di traghetti; praticamente giovedì e venerdì abbiamo sempre viaggiato sotto l’acqua, però è stata ugualmente una bellissima esperienza ed abbiamo visto dei nuovi posti meravigliosi.
Piccola curiosità tecnica: il mio GS ha sempre consumato più del K1200LT di Mauro, a velocità elevata 3 l ogni pieno, a velocità di crociera 2 l ogni pieno…
Grazie a Mauro, mio compagno di viaggio.
Grazie al Franz, che lanciò l’idea e purtroppo per motivi personali non ci seguì.
Grazie alla mia Mukkona che non mi ha mai dato problemi e grazie anche a voi se siete arrivati fino a qui leggendo questo mio racconto.
Ciao a tutti.
Zoria.