PDA

Visualizza la versione completa : Grass, Gunter - "Il tamburo di latta"


Muttley
15-02-2008, 14:26
Titolo originale: Die Blechtrommel

Anno (1a pubblicazione): 1959

Editore: Feltrinelli (sia in edizione rigida che economica)


Non è un libro da leggere a cuor leggero ma è un libro da leggere.
Sotto il velo di una storia grottesca di un campionario di varia umanità che si muove sull'orlo, nel baratro e sulle macerie della seconda guerra mondiale Grass nasconde una specie di "Divina Commedia". Due, a mio parere, le chiavi di lettura del romanzo: la prima è una analisi del periodo storico 1939-1950 fatta attraverso gli occhi stralunati di un genio paranoico che ha deciso di rimanere bambino, tutti gli avvenimenti prendono così una luce grottesca, cadono i lustrini ed "il re è nudo". La seconda, qui il riciamo alla Commedia dantesca, è fortemente simbolica: gli avvenimenti della vita del protagonista sono rappresentazione della coscienza del popolo tedesco che, dopo l'esperienza nazista, guarda alla sua storia recente con un sentimento di paura e vergogna cercando disperatamente di elaborarne il trauma.

Assolutamente da non perdere per chi vuol cercare di capire i perchè di alcuni avvenimenti recenti...

mangiafuoco
15-02-2008, 14:44
Visto il film un miliardo di anni fa. Non male, anche se, come tutte le trasposizioni cinematografiche, sono sicuro che non rende affatto la ricchezza del libro.

Specialr
15-02-2008, 15:32
hai ragione, è semplicemente impossibile rendere cinematograficamente un libro del genere. bellissimo. di una profondità devastante. è un libro duro, difficile da penetrare, e leggerlo fa un male fisico.

10+++++

OicciC
15-02-2008, 16:05
ieri sera, giuro, ieri sera guardavo la mia "piccola biblioteca" casalinga e mi dicevo "quasi quasi uno di questi giorni scrivo due righe sul Tamburo di Latta".

Muttley mi ha preceduto...

Un libro che lascia il segno, come tutta la trilogia di Danzica (Tamburo di Latta, Gatto e topo, Anni di cani).
Sono sempre stato più vicino alla interpretazione che Muttley ha definito "dantesca" del libro, la vita di Oskar ripercorre i passi, gli errori, le scelte giuste e sbagliate fatte dal popolo tedesco e da quello europeo e i traumi del protagonista sono gli stessi con i quali la Germania del dopoguerra si trovava a fare i conti.

Il libro assume un valore ancor più forte se si pensa che è stato scritto nel 1959, anni in cui era più forte la voglia di "cancellazione" di tutto quello che era stato rispetto ad una vera elaborazione e ad un vero "superamento".

A Gunter Grass è stato giustamente conferito il Nobel per la letteratura nel 1999, e credo che difficilmente l'ultimo Nobel del "secolo scorso" sarebbe potuto andare ad un autore che del novecento ha delineato così magistralmente i tormenti e gli affanni.

Huey
15-02-2008, 16:16
Leggete anche l'ultimo, "Sbucciando la cipolla". Mi è piaciuto molto, sia per la narrazione della propria vita e, per la prima volta credo, dell'esperienza da giovane nazista di Grass, sia ovviamente per come è scritto.

peppe
17-02-2008, 19:13
Ci sono cose che nella vita passano ti toccano e finiscono quando meno te lo aspetti, nonostante il desiderio di farle durare ancora. Si preparano negli anni che precedono l’incontro, senza che tu te ne renda conto. Dopo che sono finite ti stupisci della disattenzione che c’è voluta per non vedere, come ti stupirai, qualche tempo dopo, di dimenticare.
Il tamburo di latta si muove in questa dimensione, leggilo e scivola nella dimensione chiusa e ovattata dell’infanzia.
Ascolta battiti e carezze, ascolta l’odio che segue la separazione e rimpiangi di non poter distruggere il mondo con un grido. Fra questi due poli il libro costruisce se stesso. Oskar è il punto di confluenza dello spettro infantile delle emozioni e di come queste si possono nascondere dietro comportamenti che i grandi non capiscono. E poi c’è l’erotismo perverso e polimorfo dei bambini che si trasforma in una vera e propria macchina del tempo; e mentre leggi vieni trasportato nelle stanze dove, nei pomeriggi d’estate, giocavi al dottore con l’amichetta del cuore. E da quelle stanze si propaga la nostalgia dell’altrove mentre il pulsare dell’universo trascina la storia e la vita degli uomini. Quando resta su questo registro il libro e di una bellezza complessa e diventa la dimostrazione di come la letteratura possa essere la metafora più riuscita dell’esistenza.
Quando parla di storia o eventi sociali perde molto della sua forza e diventa, secondo me, descrittivista. Non percepisco il dramma che ogni elaborazione traumatica si porta con se e mi viene difficile concepire il concetto di superamento sociale di evento traumatico (ma questo è un mio limite).
Sono rimasto affascinato dalla descrizione dell’implacabilità del destino e dalla sua costante presenza laterale, dall’uso sacerdotale che viene fatto di un bambino selettivamente autistico che finisce per rappresentare tutto quello che dentro di noi non vuole crescere e che ha il coraggio di realizzare questo intento.
Poi di colpo o piano piano l’infanzia finisce e stranamente il tamburo di latta è diventato uno dei pochi libri che non ho finito di leggere. Arrivato da qualche parte ho chiuso il libro e ho dimenticato di finirlo.
Chissà se Oskar suona ancora .

Specialr
17-02-2008, 23:10
..questo si che è parlare!