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Visualizza la versione completa : Bedeschi, Giulio - "Centomila gavette di ghiaccio"


OicciC
11-02-2008, 15:38
Visto il successo riscosso dalla recensione di "Il sergente nella neve di Rigoni" fatta dal buon Alfred_hope (uno che l'alpino l'ha fatto davvero) e visto che del valore della memoria si parla molto ma poi, spesso, si fa ben poco, vi consiglio anche questo:

Titolo: Centomila gavette di ghiaccio
Autori: Giulio Bedeschi
Casa Ed: Mursia
ISBN-10: 8842581119
ISBN-13: 9788842581116
Pag: 430
prezzo: 20 €
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Un libro crudo, duro, ma umano. L'infinita sofferenza dei nostri nonni che furono mandati in Russia e, al momento della disfatta, furono lasciati soli, sia dalle istituzioni Italiane sia dagli "alleati" tedeschi.
Il racconto del tenente medico Giulio Bedeschi, che con i suoi occhi vede i suoi amici, i suoi fratelli perdersi uno dopo l'altro sulle bianche steppe russe. Il valore degli uomini misurato non dai colpi sparati su di un nemico che pare così simile a noi ma dai gesti e dal coraggio vero, il coraggio di dividere anche l'ultimo tozzo di pane quando non c'è più niente da mangiare.

Umanità, ecco quello che trasuda da ogni pagina del libro, la triste avventura di uomini che andarono a combattere in casa d'altri che gli erano stati dipinti come dei mostri e dove spesso trovarono invece mamme e mogli uguali alle loro, preoccupate per i loro figli e mariti accomunati da un destino simile a quello degli italiani. Mamme e mogli pronte ad offrire il calore di un'isba o un piatto di minestra per lenire le sofferenze di questi "straccioni" che volevano soltanto tornare a casa.

Come racconta anche Marco Paolini nel suo spettacolo tratto dall'altro grande libro sulla spedizione dell'ARMIR, Il Sergente nella neve, gli italiani combatterono le battaglie dei poveri, non furono protagonisti nei grandi accadimenti come Stalingrado, tanto che nei libri di storia degli "altri" di Nikolajewka nemmeno si parla. Italiani mandati in Russia senza equipaggiamento e con armamenti scadenti che seppero comunque lasciare la loro impronta tanto che anche i Russi alla fine in un comunicato scrissero che: "Soltanto il Corpo d’Armata Alpino italiano deve considerarsi imbattuto sul suolo di Russia".

Un libro che narra di "gesta militari" diventa così testimone della stupidità della guerra e, soprattutto, della sua inutilità.

Vorrei, anche se dal punto di vista letterario non c'entra molto, aggiungere la traduzione fatta da Ivano Fossati di una canzone del francese Boris Vian, "Il disertore", uno degli "inni" più belli che io abbia mai letto e che secondo me si "sposa" perfettamente con i sentimenti espressi da Bedeschi nel suo libro.

In piena facoltà,
Egregio Presidente,
le scrivo la presente,
che spero leggerà.
La cartolina qui
mi dice terra terra
di andare a far la guerra
quest'altro lunedì.
Ma io non sono qui,
Egregio Presidente,
per ammazzar la gente
più o meno come me.
Io non ce l'ho con Lei,
sia detto per inciso,
ma sento che ho deciso
e che diserterò.

Ho avuto solo guai
da quando sono nato
e i figli che ho allevato
han pianto insieme a me.
Ma mamma e mio papà
ormai son sotto terra
e a loro della guerra
non gliene fregherà.
Quand'ero in prigionia
qualcuno m'ha rubato
mia moglie e il mio passato,
la mia migliore età.
Domani mi alzerò
e chiuderò la porta
sulla stagione morta
e mi incamminerò.

Vivrò di carità
sulle strade di Spagna,
di Francia e di Bretagna
e a tutti griderò
di non partire piú
e di non obbedire
per andare a morire
per non importa chi.
Per cui se servirà
del sangue ad ogni costo,
andate a dare il vostro,
se vi divertirà.
E dica pure ai suoi,
se vengono a cercarmi,
che possono spararmi,
io armi non ne ho.

Nota bibliografica: Dopo che Mursia ebbe pubblicato il romanzo di Bedeschi molti reduci iniziarono a scrivergli affinché anche la loro memoria non fosse perduta. Bedeschi e Mursia raccolsero gran parte di queste testimonianze, voci che sarebbero altrimenti andate perse, in una collana di libri con titolo "C'ero anch'io".

desideriogs
18-02-2008, 22:54
segnalo anche "tutti i vivi all'assalto" di alfio caruso
il drammatico racconto della tragica ritirata dei nostri alpini alla fine della campagna di russia,mandati allo sbaraglio da mussolini e decimati dal nemico,dal freddo,dalla fame

R72
01-03-2008, 01:23
un libro molto emozionante

scooterista pentito
12-03-2008, 10:25
Gran bel libro! Struggente.S.P

MAURIZZ
14-03-2008, 13:10
Letto da ragazzo, penso che lo rileggerò.