Visualizza la versione completa : agli albori della motocicletta
guidopiano
29-11-2004, 09:02
poco tempo fa sono stato a visitare una mostra di moto d'epoca e mi sono imbattuto in queste due "moto" ......mai sentite!! :oops:
:?: chi ne sa qualcosa :?:
scatenatevi :!:
http://raifa.altervista.org/immagini/Cartella/varie/gazzi.jpg
http://raifa.altervista.org/immagini/Cartella/varie/zedel.jpg
...questa forse è meno d'epoca...anzi attualissima, sembra debba segnare il rientro di una grande casa in sbk...
http://fotoalbum1.aruba.it/fotoalbum_gpepe_com//photos/motoviaggi/Cubachr322004/1_CIMG1588.JPG
briscola
29-11-2004, 09:25
Per la prima so pochino
GAZZI dal 1929 al 32 costruì pochi esemplari di moto con motori di propria produzione da 173 cc con valvole in testa.
PER LA ZEDE SO CHE ERA UNA CASA DI MOTORI INFATTI NEL 1901 LA CONDOR,FABBRICA DI BICICLETTE CON SEDE A
COURFAIVRE, DECISE DI DIVERSIFICARE LA SUA PRODUZIONE
NEL SETTORE MOTOCICLISTICO E DIVENNE IN BREVE LA
SECONDA CASA SVIZZERA, DOPO LA MOTOSACOCHE. I PRIMI
MODELLI MONTAVANO MOTORI PRODOTTI IN PREVALENZA
DALLA ZEDEL,IN SEGUITO LA CASA UTILIZZO' MOTORI
A QUATTRO TEMPI MONO E BICILINDRICI A V MAG
E VILLIERS A DUE TEMPI.
Briscola, che sei parente di Muntagnin?? :)
Marcello, su Guzzisti.it dove avevo girato la domanda, ha risposto:
"Officine Meccaniche GAZZI (Milano) Tra il 1929 e il 1932 costruì pochi esemplari di moto con motori di propria produzione da 173 cc con valvole in testa."
C'è da dire Paolo, che a cavallo di quegli anni in Italia come in altri paesi europei, ci fu un fiorire di piccoli costruttori di moto (più che altro artigiani) che, di solito, si fermavano dopo il primo modello...
come si dice dalle mie parti
mai coverte.........
Rosso Guzzi, sempre da Guzzisti.it, ha aggiunto:
Gazzi, come giustamente ha detto Marcello, è stata una delle tante, tantissime piccole case motociclistiche che è apparsa negli anni 20 e 30, un periodo in cui il regime fascista stava dando un forte appoggio allo sviluppo della "moto popolare"...
Fino al '32 le moto sotto i 175 cc erano esentate da targatura e patente, proprio perchè nella 175 il regime fascista aveva indicato la "moto popolare"... e fu tutto un apparire di moto famosissime, come la Bianchi P175 (poi diventata Freccia d'Oro, era la moto personale del Duce), la Frera 175, la Gilera 175 Sirio, la Sertum 175 (quest'ultime tre a valvole laterali), la Benelli con distribuzione a cascata d'ingranaggi, la Guzzi P175 (da cui nacquero poi la PE, la PES, l'Egretta, l'Ardetta, l'Airone... insomma, il "serie piccola" d'allora).
Poi vi erano i piccoli costruttori artigianali, che solitamente utilizzavano componentistica e motori sciolti (cambi Burman e Albyon, motori JAP, Zedel, MAG cioè Motosacoche, Blackburne, Villiers...), e che erano entrati nel mercato attirati dalle promettenti prospettive date dalla liberalizzazione della classe 175.
Nel '32 però il governo ritenne opportunno non opporre limitazioni allo scopo di favorire le grosse cilindrate come negli altri paesi europei (si arriverà, nel '41, con regio decreto a dichiarare la moto per tutti come 500 cc a valvole laterali). I privilegi per le 175 furono aboliti e molte delle 175 allora in commercio divennero 200, 220, 250 cc... alcune visti i tempi passando dalle valvole laterali alle valvole in testa ad aste e bilanceri, ma alcune case (la Benelli, la Mignon, la Taurus) avevano nella cascata d'ingranaggi o nel monoalbero a catena il loro distinguo...
Ancora grazie ai cugini..
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