camelsurfer
29-11-2007, 23:04
Succede, c'è una prima volta per tutti gli eventi.
Il primo giorno di scuola, la prima volta con una ragazza, la prima volta in una nuova città, la prima volta su una moto.
Ogni prima volta, ogni nuova esperienza lascia un segno ben riconoscibile. Traccia una linea varcata la quale i fatti precedenti vengono inevitabilmente illuminati da un taglio di luce diverso.
Sono convinto che l'esperienza, il bagaglio di vissuto che ci portiamo appresso e che è in costante evoluzione, sia regolata dal rispetto dei propri ritmi. C'è un momento giusto per tutto. A volte si anticipa, a volte si ritarda. Ma questo dipende dalle occasioni che si presentano.
A me è capitato di fare un'esperienza della prima volta sabato scorso.
L'occasione il BagnakaudenTreffen organizzato dall'impeccabile Beemer2V nei dintorni di Asti. Ah, la Bagnacauda. L'ho provata per la prima volta più di dieci anni fa accompagnando un amico in un breve tour enogastronomico in Piemonte, la mia prima volta in Piemonte, terra dai gusti e dai paesaggi affascinanti. Anche la cadenza dei piemontesi è straordinaria, musicale. Come sono affascinanti anche le infinità di accenti che colorano i dialetti della nostra bellissima Italia. Varietà uniche. tutte prime volte, ogni volta.
E da allora la Bagna esercita su di me un'attrazione magnetica. La delicatezza con cui ti avvolge il palato, rinfrescata dalle verdure. Piacere rinnovato ad ogni sorso di Barbera, Dolcetto, Barolo.
Ho imparato a farla anche a casa.
Un piatto fantastico nella sua semplicità. La semplicità tipica dei piatti poveri. Delicata e ricca allo stesso tempo.
BagnakaudenTreffen. Perchè no.
Sento qualche amico faccio pressione per prendere l'impegno, ci mettiamo in lista. Moto ovviamente, chissenefrega del freddo. 300km andare e altrettanti tornare.
Si aggiunge qualcun altro non iscritto al forum. Poi balena lo spettro della stanchezza. Vabbè, Beemer ci trova anche un agriturismo dove poter dormire. Si parte venerdì sera. La Bagna è prenotata per il pranzo di sabato.
Ma fin da una settimana prima della partenza sembra che il tempo non sarà clemente. Pioggia. E a novembre la pioggia è d'obbligo. Beh, due gocce d'acqua che saranno mai. Seguiamo con apprensione l'evoluzione meteo fino a mercoledì, termine che ci siamo prefissati per avere una buona attendibilità. E le previsioni danno acqua di brutto.
Vale la pena di farsi tutta quella strada sotto l'acqua per sedersi a tavola qualche ora? Ma il povero Beemer ha prenotato. Niente paura. Rimandiamo la partenza al sabato mattina. Se proprio è brutto si va in auto. Tanto la stanza non l'abbiamo ancora prenotata.
Venerdì sera cominciano le defezioni. Restiamo io e Matteo (Piace77). Mi manda un messaggio del tipo: "Che facciamo? Si va in auto? Sarebbe un peccato. E poi c'ho una voglia di fare un giro in moto".
Risposta: "Andiamo in moto".
Sabato mattina sveglia alle 6:30, colazione enargetica. Piove di brutto.
Mi vesto, tiro fuori la moto verso le 7:45. Auto che portano i bimbi a scuola. Da dietro i finestrini appannati occhi sgranati mi guardano increduli. Io stesso penso che devo essere matto. E non son tanto sicuro che Matteo mi raggiungerà all'appuntamento al distributore in autostrada. Magari mi stava solo prendendo in giro. Ma tanto io avevo già deciso venerdì pomeriggio che ci sarei andato. Uscito dal lavoro ero andato a prendere una confezione di antiappannante per la visiera.
Parto da casa e la temperatura non mi sembra male. L'acqua non la sento, l'antiappannante fa il suo dovere. Entro in autostrada e vado a fare benzina. Matteo non si vede. Mentre riempio il serbatoio sento un colpo di clacson da dietro e subito dopo il rumore familiare del boxer. Sorrido dentro il casco e tiro un sospiro di sollievo. Partiamo. La prima ora scorre senza problemi, sto proprio bene. Poi mi accorgo che avendo infilato i guanti sopra la tuta l'acqua mi sta colando dentro ai guanti e comincio ad avvertire una spiacevole sensazione di freddo e umido. Ci fermiamo a bere un caffè e cerco di rimediare, ma l'imbottitura dei guanti è ormai inzuppata e le mie mani gelate. Ripartiamo e comincio ad avere l'impressione di aver sottovalutato il viaggio. La pioggia viene giù e non da tregua. Dentro la tuta sto bene, ma il freddo alle mani mi disturba veramente. Ormai in preda ai brividi di freddo e allo sconforto vedo il cartello che annuncia l'uscita Asti Est a 12km. È fatta.
Al punto di ritrovo arriviamo puntuali, strano non è da me. Dopo la doverosa attesa di coloro che erano ancora per strada ci dirigiamo verso il ristorante, a Montegrosso. Sorvolo sul pranzo, potrei dilungarmi troppo. Strepitoso. Ho un cambio di abiti asciutti e i proprietari del locale ci consentono di far asciugare gli indumenti bagnati nel locale caldaia. Dopo pranzo, verso le 16:30 ci prepariamo per partire. Mi rimetto la stessa tuta dell'andata (ho solo quella). Pioviggina ancora. Saliamo in moto e piove. Lasciamo Mumu all'intersezione con l'A1, lui prosegue in direzione Milano. Io e Matteo verso Piacenza, Brescia, Verona.
Fino a Piacenza piove. E proprio a Piacenza ci becchiamo l'ultimo, abbondantissimo scroscio di pioggia. Poi fino a casa niente più acqua. Insperata tregua.
Arrivo a casa stremato. Alle 22 sono a letto. Dopo una doccia bollente e una tisana. Ho dormito come un ghiro fino alle 9 di domenica mattina.
L'esperienza, vista dal profilo tecnico, dell'abbigliamento, ha rasentato il disastro per me. Psicologicamente è stata dura, a parte le prime due ore della mattina. Il pranzo valeva la pena.
Ma era veramente la prima volta che affrontavo un viaggio di 600 km in quelle condizioni. E nonostante la sofferenza mi son proprio divertito. E non solo per il pranzo. Affrontare la strada sotto la pioggia, superare gli automobilisti che ti guardano allibiti in autostrada con quel senso di superiorità, di sprezzo per le comodità dell'auto: musica, sedile comodo e asciutto, riscaldamento. Puah!
La moto che va come un motoscafo. Il gusto della sfida. La ricerca dei propri limiti. Fregarsene delle impressioni. Portare a termine l'impresa. Nonostante tutto.
È una soddisfazione che mi solleva 20 cm da terra. È una prova brillantemente superata. È la conquista di una vetta.
Mi son sentito veramente, profondamente motociclista. Per la prima volta.
Un ringraziamento particolare a Matteo per l'assistenza durante il viaggio e per non aver desistito (ma forse lui è più matto di me perchè mi ha dato corda).
A Beemer2V per l'organizzazione e il pranzo.
A tutti i commensali per la piacevole compagnia.
A evangelist per non esser stato un momento in silenzio.
Ciao a tutti.
Il primo giorno di scuola, la prima volta con una ragazza, la prima volta in una nuova città, la prima volta su una moto.
Ogni prima volta, ogni nuova esperienza lascia un segno ben riconoscibile. Traccia una linea varcata la quale i fatti precedenti vengono inevitabilmente illuminati da un taglio di luce diverso.
Sono convinto che l'esperienza, il bagaglio di vissuto che ci portiamo appresso e che è in costante evoluzione, sia regolata dal rispetto dei propri ritmi. C'è un momento giusto per tutto. A volte si anticipa, a volte si ritarda. Ma questo dipende dalle occasioni che si presentano.
A me è capitato di fare un'esperienza della prima volta sabato scorso.
L'occasione il BagnakaudenTreffen organizzato dall'impeccabile Beemer2V nei dintorni di Asti. Ah, la Bagnacauda. L'ho provata per la prima volta più di dieci anni fa accompagnando un amico in un breve tour enogastronomico in Piemonte, la mia prima volta in Piemonte, terra dai gusti e dai paesaggi affascinanti. Anche la cadenza dei piemontesi è straordinaria, musicale. Come sono affascinanti anche le infinità di accenti che colorano i dialetti della nostra bellissima Italia. Varietà uniche. tutte prime volte, ogni volta.
E da allora la Bagna esercita su di me un'attrazione magnetica. La delicatezza con cui ti avvolge il palato, rinfrescata dalle verdure. Piacere rinnovato ad ogni sorso di Barbera, Dolcetto, Barolo.
Ho imparato a farla anche a casa.
Un piatto fantastico nella sua semplicità. La semplicità tipica dei piatti poveri. Delicata e ricca allo stesso tempo.
BagnakaudenTreffen. Perchè no.
Sento qualche amico faccio pressione per prendere l'impegno, ci mettiamo in lista. Moto ovviamente, chissenefrega del freddo. 300km andare e altrettanti tornare.
Si aggiunge qualcun altro non iscritto al forum. Poi balena lo spettro della stanchezza. Vabbè, Beemer ci trova anche un agriturismo dove poter dormire. Si parte venerdì sera. La Bagna è prenotata per il pranzo di sabato.
Ma fin da una settimana prima della partenza sembra che il tempo non sarà clemente. Pioggia. E a novembre la pioggia è d'obbligo. Beh, due gocce d'acqua che saranno mai. Seguiamo con apprensione l'evoluzione meteo fino a mercoledì, termine che ci siamo prefissati per avere una buona attendibilità. E le previsioni danno acqua di brutto.
Vale la pena di farsi tutta quella strada sotto l'acqua per sedersi a tavola qualche ora? Ma il povero Beemer ha prenotato. Niente paura. Rimandiamo la partenza al sabato mattina. Se proprio è brutto si va in auto. Tanto la stanza non l'abbiamo ancora prenotata.
Venerdì sera cominciano le defezioni. Restiamo io e Matteo (Piace77). Mi manda un messaggio del tipo: "Che facciamo? Si va in auto? Sarebbe un peccato. E poi c'ho una voglia di fare un giro in moto".
Risposta: "Andiamo in moto".
Sabato mattina sveglia alle 6:30, colazione enargetica. Piove di brutto.
Mi vesto, tiro fuori la moto verso le 7:45. Auto che portano i bimbi a scuola. Da dietro i finestrini appannati occhi sgranati mi guardano increduli. Io stesso penso che devo essere matto. E non son tanto sicuro che Matteo mi raggiungerà all'appuntamento al distributore in autostrada. Magari mi stava solo prendendo in giro. Ma tanto io avevo già deciso venerdì pomeriggio che ci sarei andato. Uscito dal lavoro ero andato a prendere una confezione di antiappannante per la visiera.
Parto da casa e la temperatura non mi sembra male. L'acqua non la sento, l'antiappannante fa il suo dovere. Entro in autostrada e vado a fare benzina. Matteo non si vede. Mentre riempio il serbatoio sento un colpo di clacson da dietro e subito dopo il rumore familiare del boxer. Sorrido dentro il casco e tiro un sospiro di sollievo. Partiamo. La prima ora scorre senza problemi, sto proprio bene. Poi mi accorgo che avendo infilato i guanti sopra la tuta l'acqua mi sta colando dentro ai guanti e comincio ad avvertire una spiacevole sensazione di freddo e umido. Ci fermiamo a bere un caffè e cerco di rimediare, ma l'imbottitura dei guanti è ormai inzuppata e le mie mani gelate. Ripartiamo e comincio ad avere l'impressione di aver sottovalutato il viaggio. La pioggia viene giù e non da tregua. Dentro la tuta sto bene, ma il freddo alle mani mi disturba veramente. Ormai in preda ai brividi di freddo e allo sconforto vedo il cartello che annuncia l'uscita Asti Est a 12km. È fatta.
Al punto di ritrovo arriviamo puntuali, strano non è da me. Dopo la doverosa attesa di coloro che erano ancora per strada ci dirigiamo verso il ristorante, a Montegrosso. Sorvolo sul pranzo, potrei dilungarmi troppo. Strepitoso. Ho un cambio di abiti asciutti e i proprietari del locale ci consentono di far asciugare gli indumenti bagnati nel locale caldaia. Dopo pranzo, verso le 16:30 ci prepariamo per partire. Mi rimetto la stessa tuta dell'andata (ho solo quella). Pioviggina ancora. Saliamo in moto e piove. Lasciamo Mumu all'intersezione con l'A1, lui prosegue in direzione Milano. Io e Matteo verso Piacenza, Brescia, Verona.
Fino a Piacenza piove. E proprio a Piacenza ci becchiamo l'ultimo, abbondantissimo scroscio di pioggia. Poi fino a casa niente più acqua. Insperata tregua.
Arrivo a casa stremato. Alle 22 sono a letto. Dopo una doccia bollente e una tisana. Ho dormito come un ghiro fino alle 9 di domenica mattina.
L'esperienza, vista dal profilo tecnico, dell'abbigliamento, ha rasentato il disastro per me. Psicologicamente è stata dura, a parte le prime due ore della mattina. Il pranzo valeva la pena.
Ma era veramente la prima volta che affrontavo un viaggio di 600 km in quelle condizioni. E nonostante la sofferenza mi son proprio divertito. E non solo per il pranzo. Affrontare la strada sotto la pioggia, superare gli automobilisti che ti guardano allibiti in autostrada con quel senso di superiorità, di sprezzo per le comodità dell'auto: musica, sedile comodo e asciutto, riscaldamento. Puah!
La moto che va come un motoscafo. Il gusto della sfida. La ricerca dei propri limiti. Fregarsene delle impressioni. Portare a termine l'impresa. Nonostante tutto.
È una soddisfazione che mi solleva 20 cm da terra. È una prova brillantemente superata. È la conquista di una vetta.
Mi son sentito veramente, profondamente motociclista. Per la prima volta.
Un ringraziamento particolare a Matteo per l'assistenza durante il viaggio e per non aver desistito (ma forse lui è più matto di me perchè mi ha dato corda).
A Beemer2V per l'organizzazione e il pranzo.
A tutti i commensali per la piacevole compagnia.
A evangelist per non esser stato un momento in silenzio.
Ciao a tutti.