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Guanaco
24-09-2007, 13:11
Tratto da "La Provincia" di venerdì scorso.


L’austerity degli anni ’70 è stata una mezza bufala per gli allarmismi che ha a suo tempo generato. Ma che le riserve di greggio si stiano depauperando è oggi indiscutibile, né bisogna aspettarsi rinvenimenti eclatanti di nuovi giacimenti fossili. Inoltre, i consumi crescono in tutto l’occidente, mentre la domanda di paesi quali Cina e India si fa sempre più pressante. A tutto questo si aggiungono questioni congiunturali e di mercato legati all’energia ricavata dal petrolio. Insomma, il quadro del futuro energetico a medio termine non è tra i più rosei.


Come limitare la dipendenza dagli oligopolisti e non litigare quando si raschia il fondo dei barili? Concentriamo qui l’analisi sui soli trasporti i quali assorbono comunque un terzo dei consumi energetici europei. In questo contesto i combustibili ricavati da masse vegetali sono proposti come una soluzione particolarmente interessante per l’ecologia, la rinnovabilità e l’indipendenza economica che comportano. Tuttavia, a conti fatti, non sembra che la situazione sia così cristallina come ci viene prospettata da alcune fonti industriali e politiche. Ci troviamo adesso in una fase confusa in cui il mercato dei biocarburanti cresce tra molte iniziative, ma anche con molte critiche inerenti il rapporto tra costi e benefici.


L’Europa, che è nel mondo il primo importatore e il secondo consumatore di energia, punta ad acquisire il 10% del fabbisogno dai biocarburanti entro il 2020. Bruxelles sostiene il progetto Best che promuove il bioetanolo (alcol etilico da fermentazione di vegetali), anche perché ormai quasi tutti gli analisti relegano il biodiesel in secondo piano. Dunque, bioetanolo a tutta birra? Molte aziende automobilistiche si stanno attrezzando, investendo in know-how e piantagioni. In verità, come si accennava, ci sono problemi di costo, emissioni, risorse, infrastrutture, cibo e ambiente. Facciamo una carrellata per afferrare la situazione per sommi capi.


Un’unità di energia disponibile con l’etanolo ricavato oggi dal mais non costa meno di quella ottenibile con la benzina (pur col barile a 80 dollari): circa 6 centesimi di euro ogni kilowattora. Le pipelines attuali non sono compatibili col bioetanolo che provocherebbe problemi di corrosione (bisognerebbe modificare tutte le linee a costi notevolissimi). Nella produzione di bioetanolo da cereali (la fonte attualmente più utilizzata) l’energia resa è dopotutto minore di quella spesa, così com’è misero il bilancio tra gas serra aboliti e generati. Le coltivazioni che concorrono con gli usi alimentari causano attualmente rincari dei generi commestibili (è già successo negli Usa e in Messico) a danno delle economie deboli. Da recenti studi emerge che i gas di un motore a etanolo, prima supposti innocui, sono nocivi all’incirca come quelli rilasciati con la benzina: formaldeide e acetaldeide al posto di benzene e butadiene.


Non è finita. Per produrre un litro di bioetanolo occorrono la bellezza di 4,6 tonnellate d’acqua, una risorsa preziosa e cruciale per lo sviluppo futuro dell’intero pianeta, che potrebbe diventare cara e cui oggi alcuni paesi poveri non accedono nemmeno. Ma è la Terra che rischia d’impoverirsi. Muovere i soli veicoli privati italiani a bioetanolo significa disporre da qualche parte nel mondo di piantagioni per circa 6 milioni di ettari, metà del suolo nazionale coltivabile. Figuriamoci cosa significa estendere questo all'Europa o al mondo intero. La specie umana divora già un quarto della biomassa creata dal pianeta. Sostituire i combustibili fossili con coltivazioni immani, che tra l’altro richiedono fertilizzanti e pesticidi, implica la perdita di ecosistemi, deforestazioni, desertificazioni, cambianti climatici. Le analisi ambientali recentemente condotte sono tutte concordi in questo senso e sono particolarmente allarmiste.



In definitiva, un mondo moderno che andasse avanti con i biocombustibili non sarebbe affatto tutto rose e fiori. Al contrario, posto che le condizioni tecniche e le scelte strategiche restino quelle che si delineano ora, il futuro energetico europeo (e non solo europeo) affrontato con queste risorse naturali potrebbe riservare più difficoltà e rischi che soluzioni e serenità. Insomma, il rimedio potrebbe facilmente dimostrarsi peggiore del male. Il punto cruciale è che allo stato attuale i propugnatori dei biocombustibili tendono a focalizzare l’attenzione dei cittadini sull’impiego terminale di questi combustibili presentati come “verdi”, tralasciando tutti gli aspetti ambientali, sanitari ed economici che interessano l’intera filiera di produzione.


Come al solito, si esalta un aspetto locale, dimenticando il quadro globale. Non è raro che ciò avvenga per interessi e spinte corporativistiche; e non è raro che il mercato, poco propenso a digerire le questioni tecniche e scientifiche, si lasci, per modo di dire, “abbindolare” dai potentati. Oggi non possiamo più permetterci questi atteggiamenti, giacché la dipendenza dall’energia è diventata più critica che mai, così come cruciale è il nostro rapporto con quanto ci offre la Terra in termini di ecosistemi, biodiversità e risorse.


Naturalmente, è facile fare polemiche senza proporre alternative. In effetti, se non facciamo nulla per paura di cadere dalla padella nella brace quando la benzina supererà un certo prezzo qualcuno penserà bene di ricavarla dal carbone (ce n’è ancora molto) a costi concorrenziali, causando però spaventosi rilasci di gas serra nell’atmosfera. Meglio allora non dimenticare i biocombustibili, inquadrandoli in un contesto, come oggi si dice, “sostenibile”. È questa una sfida che richiede ingegno e tecnologia, ma anche buon senso. La strada è in parte già tracciata: piante non alimentari che crescono su suoli poveri (miscanthus giganteus), organismi ogm e bioraffinerie che trattano residui vegetali: foglie, paglia, rifiuti organici, scarti agroalimentari e legnosi. Dobbiamo metterci nell’ordine di idee di non poter più “buttare” nulla, altrimenti corriamo il pericolo di buttare noi stessi alle ortiche.

cidi
24-09-2007, 13:52
http://www.assodistil.it/cenni_sul_bioetanolo.htm

AlexZ
24-09-2007, 14:28
... pur non essendo un quotidiano che leggo abitualmente, mi è capitato di leggere questo

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=206400

... che, tanto per chiarire le idee a tutti, ovviamente dice l'esatto contrario...

frenco
24-09-2007, 15:23
I motori diesel possono essere modificati per andare col 100% di olio vegetale non esterificato

mauricor
24-09-2007, 15:24
.......la mia alfa 145 funziona con l'olio di colza anche senza essere diluito con gasolio, anche quando avevo la super uno diesel che hanno cercato di rubarmi a sestu...............il k75..................se trovo delle candelette bosch provo a montarle, magari funziona anche lei

frenco
24-09-2007, 15:35
mi fa piacere ci sia qualcuno che lo dice apertamente, quando dico che uso l'olio nel serbatoio del diesel mi prendono per matto...
io però 20% olio 80% gasolio, perché è un common rail 1700 bar

Barney Panofsky
24-09-2007, 15:38
Albart fa questo lavoro in un certo senso.
Mi piacerebbe avere la sua opinione da top manager della bio mass economy.

cidi
24-09-2007, 15:44
...............il k75..................se trovo delle candelette bosch provo a montarle, magari funziona anche lei
vantaggi del boxer: batte in testa non a caso, basta fare il pieno di nafta e staccare le pipette.

andela
24-09-2007, 15:44
Intanto i cereali aumentano di prezzo ( nn per i produttori) perche' c'e' una richiesta esagerata proprio per
produrre carburanti.:mad::mad::mad:

albart
24-09-2007, 16:06
Albart fa questo lavoro in un certo senso.
Mi piacerebbe avere la sua opinione da top manager della bio mass economy.
Ringrazio il dott. Panofsky per il ruolo che mi ha autoassegnato.

Non capisco però il punto della questione. Ma provo un secondo ad approfondire alcune questioni.
Quando si parla di variazioni di prezzi in agricoltura bisogna innanzitutto capire se sono causati da variabili congiunturali o strutturali. Negli ultimi anni i prezzi del grano in Italia ad esempio erano ai minimi, circa 18 €/qle, un aumento dei prezzi era prevedibilissimo per un semplice dato di fatto macroeconomico ovvero legge domanda-offerta...a quei prezzi nessuno produceva più grano. Lo stesso dicasi per il mais da granella, è vero che i prezzi delle commodities alimentari seguono logiche "globali" però basta farsi un giro in basilicata per vedere che il grano li non lo fa più nessuno, quindi congiuntura.
Detto ciò come operatori del settore siamo sicuri che i prezzi rimarranno sostenuti per qualche anno, ma che aumenti di questo tipo si sono visti nella storia e non è il caso di essere troppo allarmisti....il bioetanolo da mais infatti sta drogando l'economia agricola statunitense, avendo grossi impatti sull alimentazione food e sulla zootecnia sopratutto, quindi struttura,ma il prossimo step, forse il più promettente su cui stiamo lavorando noi e in genere i paesi che non hanno possibilità di produrre così estensivamente i cereali, è il cosidetto BTL ovvero bioetanolo da materiale lignocellulosico, che vi posso anticipare ha già raggiunto a livello sperimentale degli ottimi risultati.

Insomma si può stare abbastanza tranquilli che le prossime guerre verranno fatte sul pane e non sul petrolio.

a parte gli scherzi...mi piacerebbe approfondire la questione e capire cosa ne pensate in merito, visto che di queste chiacchere ne ho fatto una professione.

salvadi
24-09-2007, 16:08
...
ci sono senza dubbio alcune verità in quell'articolo però altre informazioni mi sanno di 'pilotaggio'...

Er Cucciolo
24-09-2007, 16:39
Per curiosita' frenco..............Da quanti km e' che metti il 20% del pieno in olio di colza nella tua macchina ?

Rafagas
24-09-2007, 16:43
quella della benzina dai rifiuti mi pare grossa nel senso che se fosse vero....avremmo risolto una parte dei problemi.
Bioetanolo; non è bio......costa caro alla comunità, ma al momento è una delle strade da percorrere per ridurre la nostra dipendenza dal petrolio.
Cereali; Albert dice una sacrosanta verità . Oggi i cereali costano come 20 anni fa!!!!! ma il pane , pasta, ecc. costano molto di più, questo significa che il denaro è stato distribuito diversamente. Sappiate che gli Agricoltori sono a break even ed in alcuni casi sono in perdita!
Tornando al bioetanolo o al consumo di energia penso che se investissimo anche una parte del denaro nell' educare la gente a risparmiare, avremo economie maggiori in minor tempo.

Guanaco
24-09-2007, 18:30
Congiuntura? Seeeee...

Che le coltivazioni di biomassa alimentare a scopo di propellente possano incidere pesantemente sui prezzi delle commodities alimentari è un dato ormai assodato. Mi pare veramente strano che si possa discutere su questo punto, rilevato in ritardo, ma ormai condiviso dagli analisti. Il mercato ragiona solo per domanda/offerta e, se non regolato e controllato, non guarda se il mais, ad esempio, è destinato alla raffineria o allo stomaco. Casi di rincaro grave per queste ragioni si sono avuti già ora negli Usa e in Messico. E non era affatto una questione di congiuntura sulle tortillas. Figuriamoci cosa succede quando la conversione al bioetanolo diventa di massa. La guerra non sarà per il pane; o meglio qualcuno la farà per magnà, altri per andare in vacanaza con l'auto a biocombustibile. E' questo il punto, altro che congiuntura.

In quanto alle alternative, l'articolo accenna chiaramente a coltivazioni vegetali che non competono con gli usi alimentari (cercate "miscanthus giganteus" con Google) e a bioraffinerie che trattano foglie, paglia, rifiuti organici, scarti agroalimentari e legnosi. Sono le cosiddette tecnologie di "seconda generazione". La cosa interessante è che queste ultime non hanno preso piede semplicemente perché le conoscenze si sono nel frattempo sviluppate, ma soprattutto perché la prima soluzione - proprio per i problemi descritti - era in sostanza una vaccata clamorosa sul piano dell'intera filiera di produzione: bilanci negativi su ogni fronte (energetico, ambientale, economico, sanitario). Pura demagogia.

In quanto al biodiesel, non contateci troppo. Ha finora avuto un notevole sviluppo, ma è destinato a nicchie. Perché? Per tutta una serie di motivi, il primo dei quali è che i motori diesel non avranno più gli sviluppi che hanno segnato fino ad oggi. Con l'entrata in vigore delle nuove normative sulle emissioni i costi di produzione di questi motori salgono molto (problema con gli ossidi di azoto e il particolato). Toyota ritiene addirittura che nessuno dei prossimi motori a gasolio potrà rispettare i severi parametri dell’Epa americana (Environmental Protection Agency) e non intende investire nel diesel Usa.

È vero che in America la mentalità del mercato è diversa e le raffinerie sono più adatte a produrre benzina che gasolio, ma è ormai chiaro che anche da noi l’impegno industriale per rispettare le norme Euro 5 ed Euro 6 comporterà per i diesel notevoli costi di produzione.
Va inoltre ricordato che un filtro anti-particolato da solo fa crescere i consumi del 2%, un catalizzatore anti-NOx avanzato anche del 5%. Se consideriamo che i diesel non hanno negli ultimi anni migliorato i loro consumi e che il prezzo del gasolio si sta livellando a quello della benzina si capisce che la convenienza del diesel, già ora più caro, verrà ridimensionata. Il futuro non è affatto diesel. Ma è proprio qui che il bioetanolo avrà buon gioco: esso alimenta infatti i motori Otto, non i diesel.

KappaElleTi
24-09-2007, 18:37
a parte gli scherzi...mi piacerebbe approfondire la questione e capire cosa ne pensate in merito, visto che di queste chiacchere ne ho fatto una professione.

rispondo a te perche ho letto solo il tuo intervento.

direi che l'analisi economica è abbastanza limitata e limitante, quel che conta sarebbe una seria analisi energetica.

frenco
24-09-2007, 19:03
Per curiosita' frenco..............Da quanti km e' che metti il 20% del pieno in olio di colza nella tua macchina ?
La macchina ha ora 150k km ma non lo uso sempre, perché la colza è venduta in bottiglie da litro e buttarle nel serbatoio è una rottura di palle. Inizialmente lo facevo più spesso ma ora, 2 anni e mezzo dopo ne ho poca voglia.
Tra l'altro non uso solo colza, butto dentro anche l'olio di oliva delle scatolette del mio cane e l'olio della frittura.
Non c'è nessuna scientificità, ogni tanto butto l'olio dentro e basta.
Adesso faccio due foto e poi le posto.

KappaElleTi
24-09-2007, 19:10
L'olio di colza se non avesse gli aiuti CE pari a 2 volte il valore della coltura (tanto che a volte manco si trebbia)..se avesse le accise e le tasse sui carburanti ecc ecc

costerebbe 10 volte il prezzo del diesel normale.

L'utilizzare olio di colza, a parte ammettere (pubblicamente) di compiere un'atto illegale e fortemente sanzionabile, crea un costo notevole per tutti noi che paghiamo le tasse per i contributi CE all'agricoltura, per mancati introiti dalle accise sui combustibili

frenco
24-09-2007, 19:21
L'olio di colza se non avesse gli aiuti CE pari a 2 volte il valore della coltura (tanto che a volte manco si trebbia)..se avesse le accise e le tasse sui carburanti ecc ecc

costerebbe 10 volte il prezzo del diesel normale.

L'utilizzare olio di colza, a parte ammettere (pubblicamente) di compiere un'atto illegale e fortemente sanzionabile, crea un costo notevole per tutti noi che paghiamo le tasse per i contributi CE all'agricoltura, per mancati introiti dalle accise sui combustibili
non capisco come mai l'Unione aiuti l'olio di colza che per l'alimentazione è il peggiore, ai limiti della commestibilità...
anyway, sono colpevole, non puoi capire il sottile piacere di evadere un po' di tasse...
non ho giustificazioni e non ne cerco.
però vi faccio vedere come riciclo l'olio delle scatolette e della frittura:
prima lo scolo in barattoli di vetro

http://farm2.static.flickr.com/1258/1434234868_f2e61dcb9a.jpg

poi dopo che si è riempito e la decantazione ha fatto il suo lavoro, lo verso in una tanichetta

http://farm2.static.flickr.com/1420/1433358427_a7691e2fac.jpg

che uso per la macchina.

frenco
24-09-2007, 20:18
naturalmente mentivo, non sono io, è un lontano cuggino che usa l'olio ed evade l'accise...

Smart
24-09-2007, 23:36
a parte gli scherzi...mi piacerebbe approfondire la questione e capire cosa ne pensate in merito, visto che di queste chiacchere ne ho fatto una professione.

è un tema che mi affascina molto ma purtroppo è difficile trovare informazioni precise, da profano ed ignorante posso solo fare alcune considerazioni:

1) trovo assurda l'idea che si possa sostituire il petrolio fossile con qualsiasi tipo di coltura biologica: ma quanti kg/qli/ton di vegetali ci vogliono per produrre 1 solo litro dell'equivalente in benzina? e che superficie è necessaria per coltivarli con relativi fertilizzanti e acqua? moltiplicato per la produzione giornaliera di barili di petrolio...

2) stiamo buttando via la risorsa più preziosa che abbiamo e nessuno fa niente per limitare/diminuire i consumi oltre che le emissioni nocive, veramente assurdo!

se avete qualche altro link a studi sull'argomento...grazie

luke.duke
25-09-2007, 00:54
porco mondo, c'è un terzo del mondo che crepa di fame
e nessuno muove un dito.

Ma quando si tratta di usare piantagioni per foraggiare
il mercato dei combustibili, fra un po' si fa crescere il
grano anche al Polo Nord.

Ma ci rendiamo conto ?

Avanti cosi e dovremo decidere se fare il pieno di combustibile
o fare mettere qualche cosa sotto i denti.

aspes
25-09-2007, 10:11
questi argomenti sono sempre interessanti, da tecnico me ne son sempre interessato in maniera critica,cercando di filtrare la politica e la disinformazione.
Per combinazione negli ultimi tempi ho afifancato al mio lavoro di progettista di impianti siderurgici quello di revamping (rinnovamento) di centrali elettriche.Mi son studiato un po' di cose e quanto diro' potra' essere ovvio per alcuni, meno per altri.
Dividerei la dipendenza del petrolio in due enormi "rami separati".Il primo, quello sotto gli occhi di tutti,anche dei piu' sprovveduti, e' quello dei mezzi di trasporto.Il secondo, secondo me molto piu' importante e' la generazione dell'energia elettrica.Tutte le industrie che producono qualunque prodotto hanno macchinari che funzionano con energia elettrica.Quindi, al mancare di questa non si stopperebbe "solo" il sistema dei trasporti, ma tutta la produzione.Non si produrrebbe piu' niente o quasi.Ritorno al medioevo immediato.Quindi secondo me precedenza assoluta alla soluzione della generazione dell'energia elettrica, che ha il pregio mostruoso che puo' essere prodotta in un sito e poi trasportata con semplici fili ovunque.Per fortuna si puo'' generare energia senza petrolio.Il nucleare avra' il problema delle scorie ma oggi e' essenziale, come dimostrato da tutti i paesi evoluti tranne noi naturalmente.Ma ho visitato anche inceneritori e centrali idroelettriche, questi sistemi non saranno modaioli e all'ultimo grido come eolico e fotovoltaico, ma garantiscono rese rispetto agli investimenti nemmeno paragonabili.
Ho studiato la storia dell'idroelettrico italiano.Nei tempi della autarchia mussoliniana ebbe un grandissimo impulso e l'italia per decenni fu all'avanguardia assoluta a livello mondiale.Per fare quello che tutt'oggi in italia viene generato con l'acqua non basterebbe ricoprire l'intera penisola di pannelli e "ventilatori".
Peraltro ho visto usi demenziali dell'energia, una centrale turbogas a trapani che ,nata per andare a gasolio e' stata convertita a metano , e ne brucia il triplo che il gasolio, solo per questioni politiche di importazione dal nordafrica.Sprecare pregiatissimo metano in centrale e' una follia solo italiana.
Mentre invece potrebbe essere usato massicciamente sull'autotrasporto.
Infine ancora, occorrerebbe spingere moltissimo sull'educazione al risparmio energetico dei cittadini (estrinsecabile in mille modi).Resto convinto che una politica di risparmo di es. il 15-20% nelle politiche di vita quotidiana sia possibile, se par poco vi dico che in italia equivarrebbe a 10 (dieci!) centrali elettriche a pieno regime.

Smart
25-09-2007, 10:20
condivido appieno. Per il bene più prezioso, l'energia, dipendiamo totalmente da altri ma purtroppo e molto semplicemente non abbiamo dei politici che sappiano vedere oltre la fine del loro mandato (da qualsiasi parte stiano).

KappaElleTi
25-09-2007, 10:20
aspes ieri volevo scrivere sta frase

Non esiste razionalizzazione figuriamoci se è possibile una rivoluzione razionale dell'intero sistema energetico

ovvio che chi parla di energia parla per riempirsi la bocca (e le tasche)

spero di non infrangere con ciò i sogni utopistici di albart o di altri che lavorano nel settore ;)

Guanaco
25-09-2007, 13:14
x Aspes

Ho letto il tuo post e condivido quanto scrivi.
Non infierisco sulla politica energetica italiana, perché è come sparare sulla croce rossa.
Ho però una riserva su quanto scrivi, dettata dalla mia estrazione tecnica d'origine e che riguarda le centrali idroelettriche.
Questi impianti fanno capo alla seconda fonte rinnovabile (dopo le biomasse), non inquinano, hanno un rendimento elevatissimo e hanno il grande pregio di poter regolare l'output (le grandi centrali termiche funzionano a regimi poco variabili) in funzione della richiesta della rete.
Il loro contributo costituisce il 25% dell’energia elettrica ottenuta sul pianeta, percentuale che potrebbe essere incrementata e che corrisponde a circa il 5% del fabbisogno globale di energia. Tutto vero.
A onor del vero va anche ricordato che questi impianti provocano un impatto ambientale non indifferente e comportano alcuni noti rischi sociali e ambientali. Che poi qualunque soluzione abbia un costo è ovvio, ma è bene ricordarlo, almeno finché intendiamo usare la lavapiatti e far funzionare le fabbriche.
Il fatto cruciale però è che nei paesi industrializzati le possibilità di trovare nuovi siti di captazione sono molto limitate, sia per i salti montani sia per i fiumi (installazioni ad acqua fluente). Praticamente, in Europa non ha senso contare su forti sviluppi dell'idroelettrico, ecco perché si tende piuttosto a rinnovare. Ed ecco perché molte compagnie di utilities legate all'idroelettrico si stanno muovendo verso l'eolico, investendo anche da noi (Campania, Sardegna). L'idroelettrico va bene nei paesi in via di sviluppo dove le azioni delle compagnia sono in costante crescita, diversamente da quelle nostrane che sono tipicamente per "cassettisti".

;)

Guanaco
25-09-2007, 13:14
Vorrei anche fare un'osservazione che reputo molto importante e che mi viene stimolata da alcuni post precedenti: molti pensano che un bilancio energetico negativo sia negativo anche in termini economici. In altre parole, si dà per scontato che qualora per produrre x Gigajoule (o kWh, come volete) se ne debbano consumare più di x allora la cosa non può essere conveniente. Non è affatto vero. Ci sono una miriade di esempi di bilanci energetici negativi che riflettono però un saldo economico positivo e viceversa. Gli aspetti finanziari e di mercato giocano infatti un ruolo centrale. Finché non si capisce bene questo aspetto non si può affrontare razionalmente la questione energetica, che riguardi i soli trasporti o il fabbisogno globale.

:confused:

Smart
25-09-2007, 13:21
spiegati meglio...non capisco come un saldo negativo possa essere un aspetto positivo

Guanaco
25-09-2007, 13:29
Il discorso non è semplice da fare per post...
Ma, per fare un esempio, basta che pensi alle centrali idroelettriche che di notte pompano l'acqua verso monte: assorbono molta più energia di quanta non ne viene poi resa con la caduta.
Perché lo fanno allora?
Per una serie di motivi, tra cui l'assorbimento dell'eccesso della rete, ma una delle ragioni principali è che di notte la bolletta costa meno, per cui alla compagnia conviene.
Mi spiego?
Ebbene, ragionamenti economici e finanziari di questo tipo vengono fatti continuamente a livello di intere strategie energetiche con tutte le filiere di produzione ch'esse implicano...
L'economia, alla fine, è sempre la disciplina principe, anche se ho dovuto attendere vari anni per capirlo bene.
Gli ingegneri di solito non lo capiscono...

;)

aspes
25-09-2007, 13:38
Guanaco, relativamente all'idroelettrico quanto dici e' tranquillamente condivisibile, nei paesi evoluti e' stato sfruttato tutto lo sfruttabile.
Per quelli in evoluzione occorre considerare attentamente i pro e i contro.Ma nel loro contesto,e mi spiego meglio. Prendiamo ad esempio l'egitto e la cina.In egitto negli anni 70 si fece la diga di Assuan, la fecero i russi, e allagarono immensi territori senza troppi scrupoli. Molti reperti archeologici furono trasferiti in altra locazione (con contributo fondamentale degli italiani che la' sono venerati per la gratitudine per questo, ci sono stato...).
In cina credo si stia facendo la piu' spaventosa diga del mondo.
La centrale egiziana eroga 3000 megawatt, una discreta "birra", come una decina di gruppi tipici italiani , per dare un'idea la potenza di 600 treni. Se da noi questa potenza equivale a una briciola del nostro fabbisogno, e' assai probabile che per l'egitto equivalga alla meta' o poco meno dell'intero fabbisogno nazionale.SI, c'e' stato lo "scempio" ambientale,ma quanto combustibile bisogna bruciare per fare la stessa energia? e credo che in fondo per l'egiziano avere la corrente , che non significa solo luce e televisione, ma sviluppo di tutta la nazione, sia certamente bilancio positivo.Cosi' sara' anche in cina, nazione altamente pragmatica, dove si accetta di inquinare e fare scelte "pesanti" in cambio di uno sviluppo poderoso.Poi ci sara' modo di fare i sofisti, per ora devono riempire la pancia.Noi siamo ben capaci di fare gli ecologisti con....la fame degli altri (versione verde di "fare i bulicci col culo delgi altri!).Ovviamente una visione e politica ambientale/energetica dovrebbe essere al di sopra di interessi "locali" e assurgere a una dignita' di scelta planetaria, viste le implicazioni che non conoscono confini, ma per giungere a questo occorrera' realizzare un paio di situazioni concomitanti: sviluppo simile per le varie zone del pianeta e crisi pesante dei combustibili fossili, solo cosi' si imporra' una politica planetaria.

KappaElleTi
25-09-2007, 13:42
l'economia sarebbe una disciplina importante (un sine qua non) se gli economisti fossero in grado di raccogliere ed analizzare TUTTI gli elementi chiave di un problema (cosa che spesso non succede o non "interessa")

o se avessero interesse a massimizzare il profitto e non il reddito

economicamente conviene buttare rifiuti tossici in mare ma non si fa perchè ci sono altre discipline che governano la nostra vita

scendendo nello specifico e un po' più nel complesso, l'ecosistema agricolo, in particolare l'ecosisema suolo, non è una fabbrica in cui 10 input corrispondono a 100 output, come un allevamento di galline in batteria...

ma chi non conosce la terra fa sti ragionamenti...in base ai milioni di ettari..e senza orizzonti temporali

Smart
25-09-2007, 13:46
si va tutto bene finchè c'è petrolio/gas per far funzionare le relative centrali e finchè francia e svizzera ci vendono di notte l'energia (nucleare) in eccesso e di giorno a caro prezzo
ma quando tutto questo finirà (e finirà) delle nostre belle centrali idroelettriche
non ce ne faremo assolutamente niente

pm1964
25-09-2007, 13:48
E la rivoluzione dell'idrogeno?

albart
25-09-2007, 14:01
Congiuntura? Seeeee...

Che le coltivazioni di biomassa alimentare a scopo di propellente possano incidere pesantemente sui prezzi delle commodities alimentari è un dato ormai assodato. Mi pare veramente strano che si possa discutere su questo punto, rilevato in ritardo, ma ormai condiviso dagli analisti.

E' vero in parte, e per chi conosce l'agricoltura non è difficile da comprendere.
Vi sono dinamiche globali di flussi di commodities con nuovi entranti e nuovi consumatori, ad un aumento di consumo da parte della Cina ad esempio (questo si che è un parametro strutturale) risponde un miglioramento delle produzioni dei granai europei come i paesi dell'est. L'aumento dei prezzi folle di quest'anno è sicuramente dovuto ad una pressione globale derivata dai biocarburanti (anche se sul grano ho i miei forti dubbi visto che la produzione di bioetanolo da grano è limitata) ma è sicuramente anche derivante da un prezzo dei cereali che per troppo tempo è rimasto ai minimi relagando i margini operativi degli agricoltori al pareggio se non alla perdita. Un economia quindi basta aesclusivamente sui contributi PAC (nel caso dei coltivatori europei).L'aumento era prevedibile.

Il mercato ragiona solo per domanda/offerta e, se non regolato e controllato, non guarda se il mais, ad esempio, è destinato alla raffineria o allo stomaco[/COLOR]. Casi di rincaro grave per queste ragioni si sono avuti già ora negli Usa e in Messico. E non era affatto una questione di congiuntura sulle tortillas. Figuriamoci cosa succede quando la conversione al bioetanolo diventa di massa.

Il mercato ragiona solo per domanda e offerta, lo dici tu, all'attuale prezzo dei cereali le biomasse diventano molto meno convenienti, di conseguenza la conversione al bioetanolo di I genrazione, agli attuali costi di produzione, rallenterà la sua corsa.


In quanto alle alternative, l'articolo accenna chiaramente a coltivazioni vegetali che non competono con gli usi alimentari (cercate "miscanthus giganteus" con Google) e a bioraffinerie che trattano foglie, paglia, rifiuti organici, scarti agroalimentari e legnosi. Sono le cosiddette tecnologie di "seconda generazione". La cosa interessante è che queste ultime non hanno preso piede semplicemente perché le conoscenze si sono nel frattempo sviluppate, ma soprattutto perché la prima soluzione - proprio per i problemi descritti - era in sostanza una vaccata clamorosa sul piano dell'intera filiera di produzione: bilanci negativi su ogni fronte (energetico, ambientale, economico, sanitario). Pura demagogia.

Non credo che l'articolo sulla gazzetta di canicattì possa racchiudere ciò che si sta facendo per il BTL, la pura demagogia credo sia in chi spinge verso una tecnologia che è dimostrato rende solo instabile lo scenario dei prezzi alimentari ma siopratutto non è affatto eco-sostenibile.
Il Bioetanolo da biomasse legnose ed erbacee è sicuramente un alternativa, e lo dimostrano i nomi di chi ci sta puntando.

In quanto al biodiesel, non contateci troppo. Ha finora avuto un notevole sviluppo, ma è destinato a nicchie. Perché? Per tutta una serie di motivi, il primo dei quali è che i motori diesel non avranno più gli sviluppi che hanno segnato fino ad oggi.

Mah su questo non saprei, a giudicare dagli investimenti fatti in Malesia ed Indonesia, sul biodiesel da olio di palma.....ma sopratutto dagli obiettivi UE...qualcosina ancora ce l'ha da dire...anche perchè il parco macchine diesel è cmq elevato, non solo per autotrazione ma anche navale ed esempio...su cui si potrebbe aprire un ampia parentesi.

aspes
25-09-2007, 14:04
idrogeno? l'ennesima bufala, Smart, quello che brutalmente dici e' vero, io infatti sostengo apertamente il nucleare, quello che volevo dire e' che l'idroelettrico rispetto ai piu' modaioli solare ed eolico, ha una resa millemila volte superiore pur essendo nato oltre 100 anni fa....e impatto ambientale probabilmente inferiore, giacche' una diga puo' rendere come centinaia di ventole....o come superfici di decine o centinaia di km coperte di pannelli.Che non sono proprio gioia per gli occhi....

KappaElleTi
25-09-2007, 14:08
l'idroelettrico rispetto ai piu' modaioli solare ed eolico, ...

se poi entriamo nel campo dell'efficenza fotosintetica dobbiamo scendere di altri millemila volte rispetto al solare...con input energetici e di manodopera "annuali" ed "importanti"

Smart
25-09-2007, 14:09
Mah su questo non saprei, a giudicare dagli investimenti fatti in Malesia ed Indonesia, sul biodiesel da olio di palma.....ma sopratutto dagli obiettivi UE...qualcosina ancora ce l'ha da dire...anche perchè il parco macchine diesel è cmq elevato, non solo per autotrazione ma anche navale ed esempio...su cui si potrebbe aprire un ampia parentesi.

albart, sono curioso e siccome sono anche convinto che il bio-qualsiasicosa sia solo una bufala colossale, hai qualche dato su quante palme (o kg di mais/grano/colza ecc ecc) siano necessarie per produrre l'equivalente di un barile di petrolio?

pm1964
25-09-2007, 14:11
idrogeno? l'ennesima bufala....

Però le auto a idrogeno camminano e le maggiori case automobilistiche più importanti, prime fra tutti Toyota e Bmw, stanno investendo in questa direzione. Da quello che ho letto già nel 2015, quindi fra poco, dovrebbe partire la produzione di serie.

Perché è una bufala?

Smart
25-09-2007, 14:24
http://www.movisol.org/etanolo2.htm

PS dove sarà la verità?

KappaElleTi
25-09-2007, 14:28
Perché è una bufala?
qui stiamo parlando di fonti di energia

l'idrogeno bisogna farlo, in se e per se è solo un accumulatore di energia, a meno che non si trovi una fonte (che non esiste)

albart
25-09-2007, 14:38
albart, sono curioso e siccome sono anche convinto che il bio-qualsiasicosa sia solo una bufala colossale, hai qualche dato su quante palme (o kg di mais/grano/colza ecc ecc) siano necessarie per produrre l'equivalente di un barile di petrolio?
puoi fare un equivalenza con il PCI. ma il dato non è particolarmente significativo, in questi confronti di solito si utilizza la metodologia dell'LCA, che guardacaso sul petrolio è leggermente lacunosa....

spesso si dice che produrre mais come fonte per un biocombustibile non è energeticamente sostenibile perche si consuma piu energia di quella realmente resa disponibile. Supponendo che per fare queste considerazioni sia stato fatta un analisi di ciclo di vita del prodotto, per poterlo raffrontare con un alternativa (p.e. la benzina) andrebba eseguita la medesima analisi sul petrolio e sulle fasi di raffinazione....in poche parole le pluci vengono fatte solo a ciò che disturba.

albart
25-09-2007, 14:39
qui stiamo parlando di fonti di energia

l'idrogeno bisogna farlo, in se e per se è solo un accumulatore di energia, a meno che non si trovi una fonte (che non esiste)
un vettore

KappaElleTi
25-09-2007, 14:42
volendo possiamo definirlo vettore

L'idrogeno nella sua natura energetica (tramite ossidazione e creazione di H2O) non si discosta da un idrocarburo....con l'unica differenza che il secondo esiste in natura, il primo bisogna trasformarlo

Guanaco
25-09-2007, 14:43
x Aspes

Che dire? Non posso di nuovo che convenire con quanto scrivi.
In particolare, vorrei richiamare questo tuo passo: Noi siamo ben capaci di fare gli ecologisti con....la fame degli altri.
Lo faccio, perché il post d'apertura sui biocombustibili ha sollevato una reazione secondo cui non è vero che la coltivazione di biomasse causerà dei rincari massicci nelle commodities alimentari e secondo cui gran parte delle attuali oscillazioni di prezzo sono dovute a fattori congiunturali. No, le biomasse coltivate a scopo energetico su vasta scala impattano eccome sulle economie alimentari. Lo si è già visto.
Ho scritto una frase che, mutatis mutandis (che non sono le mutande), ricalca la tua:
La guerra non sarà per il pane; o meglio qualcuno la farà per magnà, altri per andare in vacanaza con l'auto a biocombustibile.
In quanto all'idrogeno, anche qui concordo: verrà, ma non domani e nemmeno dopodomani. Forse i batteri saranno il sistema più conveniente.
;)

Guanaco
25-09-2007, 14:46
x Albart

Effetti congiunturali ce ne sono sempre, ma non è che si sostituiscano a quelli specifici, semmai si sovrappongono e, anzi, interagiscono.
Il caso degli Usa e del Messico è secondo me solo un assaggio molto specifico di quello che può succedere con biomasse alimentari usate a scopo energetico. Insomma, siamo avvertiti.

Il mercato ragiona per domanda e offerta: è una legge economica di base, impossibile negarlo. Poi, possiamo discutere di quanto il mercato sia trasparente, drogato, chiuso, monopolizzato o, viceversa, regolamentato. Che il bioetanolo non sia ora molto conveniente dipende anche dai prezzi della materia prima che, a sua volta, è condizionata dal mercato alimentare. Nulla di nuovo sotto il sole. Mercato, mercato, mercato.

Tecnologie di II generazione? Ben vengano, sono della tua opinione. E anche il post introduttivo va in questa direzione. Dove sta l'oggetto del contendere? Quello che dico è che le nuove bioraffinerie e le nuove biomasse tipo il miscanthus sono una drastica correzione di rotta per una strategia che, come tu stesso affermi, non è biosostenibile. Questa era la demagogia, non credi?

Biodiesel. Non ho detto che scomparirà, ma i piani UE sono più per l'etanolo (con tutte le riserve di cui sopra che cmq valgono anche per l'olio di colza e affini). Vedi il progetto Best di Bruxelles. Certo, resterà un parco veicoli che molti cercheranno di sfruttare più a lungo possibile, ma poi il motore diesel andrà in secono piano per problemi di costo del venduto e di emissioni. Come dicevo, Toyota ha deciso di non investire un cent nel diesel Usa. E altri sono di opinione simile. Anche da noi Euro5 e Euro6 sono troppo pesanti per il diesel, senza contare che ormai il gasolio costa circa come la benzina. C'è anche un bell'articolo su un numero recente di Quattroruote, ma non mi ricordo quale. Mi pare s'intitolasse "La riscossa dei benzina" o qualcosa del genere.

.......

albart
25-09-2007, 15:00
x Albart

Effetti congiunturali ce ne sono sempre, ma non è che si sostituiscano a quelli specifici, semmai si sovrappongono e, anzi, interagiscono.
Il caso degli Usa e del Messico è secondo me solo un assaggio molto specifico di quello che può succedere con biomasse alimentari usate a scopo energetico. Insomma, siamo avvertiti.

Il mercato ragiona per domanda e offerta: è una legge economica di base, impossibile negarlo. Poi, possiamo discutere di quanto il mercato sia trasparente, drogato, chiuso, monopolizzato o, viceversa, regolamentato. Che il bioetanolo non sia ora molto conveniente dipende anche dai prezzi della materia prima che, a sua volta, è condizionata dal mercato alimentare. Nulla di nuovo sotto il sole. Mercato, mercato, mercato.

Tecnologie di II generazione? Ben vengano, sono della tua opinione. E anche il post introduttivo va in questa direzione. Dove sta l'oggetto del contendere? Quello che dico è che le nuove bioraffinerie e le nuove biomasse tipo il miscanthus sono una drastica correzione di rotta per una strategia che, come tu stesso affermi, non è biosostenibile. Questa era la demagogia, non credi?

Biodiesel. Non ho detto che scomparirà, ma i piani UE sono più per l'etanolo (con tutte le riserve di cui sopra che cmq valgono anche per l'olio di colza e affini). Vedi il progetto Best di Bruxelles. Certo, resterà un parco veicoli che molti cercheranno di sfruttare più a lungo possibile, ma poi il motore diesel andrà in secono piano per problemi di costo del venduto e di emissioni. Come dicevo, Toyota ha deciso di non investire un cent nel diesel Usa. E altri sono di opinione simile. Anche da noi Euro5 e Euro6 sono troppo pesanti per il diesel, senza contare che ormai il gasolio costa circa come la benzina. C'è anche un bell'articolo su un numero recente di Quattroruote, ma non mi ricordo quale. Mi pare s'intitolasse "La riscossa dei benzina" o qualcosa del genere.

.......
ti occupi ancora di ravamping? su che centrali lavori? ci scriviamo in Mp?

aspes
25-09-2007, 15:37
pm1964, come ti han detto, non e' che l'auto a idrogeno non possa andare, anzi, utilizza brutalmente un "volgare" motore normale, con valvole e pistoni.E la bmw sono anni che lo stramena in tal senso.Il problema e' "fare" l'idrogeno, senza contare che bisogna tenerlo allo stato liquido a temperature vicine allo zero assoluto (circa -270 gradi!) ,il che implica che nel bagagliaio devi avere un "frigorifero" potentissimo che prende energia dal motore! e si parla di diverse decine di hp! e quando la lasci in sosta? anche se il serbatoio e' coibentato l'idrogeno gasifica e devi lasciarlo scappare da qualche valvola a meno di voler far scoppiare la bombola.Ti piacerebbe lasciare la macchina in garage col pieno e trovare tutta la "benza" evaporata in una notte?

Guanaco
25-09-2007, 21:53
x Albart

ti occupi ancora di ravamping? su che centrali lavori? ci scriviamo in Mp?

Albart, non mi sono mai occupato di revamping, ma mi ricordo bene la ReVamp:
http://www.touratech.se/content/overview/bmw_r1150gs_revamp.jpg

Il resto in MP...

;);););););););)

Smart
25-09-2007, 21:58
puoi fare un equivalenza con il PCI. ma il dato non è particolarmente significativo, in questi confronti di solito si utilizza la metodologia dell'LCA, che guardacaso sul petrolio è leggermente lacunosa....

spesso si dice che produrre mais come fonte per un biocombustibile non è energeticamente sostenibile perche si consuma piu energia di quella realmente resa disponibile. Supponendo che per fare queste considerazioni sia stato fatta un analisi di ciclo di vita del prodotto, per poterlo raffrontare con un alternativa (p.e. la benzina) andrebba eseguita la medesima analisi sul petrolio e sulle fasi di raffinazione....in poche parole le pluci vengono fatte solo a ciò che disturba.

ammetto serenamente di non averci capito niente, d'altronde non sono un tecnico petrolchimico e nemmeno uno scienziato (mi occupo di informatica), eppure la mia domanda non mi pareva così difficile: quanto vegetale ci vuole per produrre l'equivalente (in termini di potere "calorico") di un barile di petrolio? chissà come mai non riesco a trovare la risposta da nessuna parte...era solo una curiosità per capire quante piantagioni dovremmo avere per sostituire i circa 500.000 barili di petrolio giornalieri

Guanaco
25-09-2007, 22:08
x Smart

quanto vegetale ci vuole per produrre l'equivalente (in termini di potere "calorico") di un barile di petrolio?

Dipende anche dal tipo di coltivazione, cioè dalla sua resa.

Se cerchi si Internet trovi le risposte.
Ti posso indicare ad es. questo pdf (ci vuole un po'):

http://www.scienzaegoverno.org/n/convegno/atti_20_04_07/6_bezzo.pdf

L'articolo d'apertura di questo 3ead offre comunque un quadro generale abbastanza significativo, al di là dei Gigajoule vegetale/petrolio. Te lo riporto in corsivo:

Per produrre un litro di bioetanolo occorrono 4,6 tonnellate d’acqua, una risorsa preziosa cui i paesi poveri non accedono e che potrebbe diventare cara. Ma è la Terra che rischia d’impoverirsi. Muovere i soli veicoli privati italiani a bioetanolo significa disporre da qualche parte nel mondo di piantagioni per 6 milioni di ettari, metà del suolo nazionale coltivabile. La specie umana divora già un quarto della biomassa creata dal pianeta. Sostituire i combustibili fossili con coltivazioni immani, che tra l’altro richiedono fertilizzanti e pesticidi, implica la perdita di ecosistemi, deforestazioni, desertificazioni, cambianti climatici.

Ciao.

:)

Smart
25-09-2007, 22:59
grazie per la chiarezza, l'avevo visto e proprio per questo speravo fosse un errore

aspes
27-09-2007, 11:59
riesumo il thread per raccontarvi cosa ho visto ieri (per quei 2 -3 che gli frega.
Sono andato alla centrale idroelettrica di S.Fiorano , zona val camonica. prima di Edolo.
Li' ce ne sono diverse, quella di Edolo fa 1000 Megawatt (!!!!mica pizza e fichi) e quella di S. fiorano 600Mw.
All'arrivo non vedo niente , poi come in un film di james bond un addetto mi apre un cancello dissimulato sulla montagna ed entro dentro...una citta' sotterranea! un rettilineo da fare in auto che entra nel cuore del monte e va sull'impianto.Che figata! mi han detto che in tutta la zona da grandi a piccole ci sono impianti del genere,qualcuno lillipuziano da 400-600 kw in quota dove vanno a far manutenzione con l'elicottero! Bei posti,peccato il tempo orrribile tutto il giorno