Kika
10-09-2007, 01:38
Sabato sera sono tornato dalle mie vacanze da randagio in moto e anche io vorrei condividere, con chi avrà il tempo di leggere, questo raccontino che ho scritto di getto, rubando un paio d'ore di sonno. Spero che vi faccia piacere, a me ha fatto piacere scriverlo.
Non ho fatto nulla di eccezionale né grandi percorrenze.
Ho solo riscoperto il gusto del viaggiare solitario, che per me significa andare e perdersi fra strade secondarie e bellissime, da percorrere lentamente, e anche strade brutte e trafficate, immerse in tristi scenari, dalle quali si vorrebbe fuggire al più presto, rischiando perfino una multa. Sempre però decidendo sul momento e senza rendere conto a nessuno.
Ho rivisto un amico di vecchie scorribande in moto.
Sono tornato in posti che mi avevano già visto in situazioni completamente differenti. Ci sono tornato in moto, comunque ancora in sella.
E non ho programmato nulla, l'unica cosa di cui ero certo è che volevo stare un po' su una spiaggia a guardare il mare.
Non ho un navigatore e ho consultato poco le cartine. Le varie tratte sono state percorse "ad minchiam", una definizione letta qui nel forum e che ritengo molto azzeccata.
La moto è sempre quella della firma, la mia R80 G/S.
Il motore è già a punto, ha sempre un tiro notevole per la sua età. Mi stupisco ancora, dopo tanti anni, per come riprende dai bassi. Mi sono fatto lunghi tratti a 40-50 km/h per ammirare il panorama, e ogni tanto aprivo il gas quando vedevo qualche curva invitante e la strada libera. Apro in terza e il motore va, continua a tirare; non certo da colpo nella schiena, ma senti i cilindroni che pompano e aspirano, e il rumore è quello, il due valvole. Salgo ancora di giri e metto la quarta, in coppia. E c'è ancora una spintarella...
La preparazione si limita al cambio gomme, sempre le solite Metzeler 1 & 2, e ai bagagli. Qualche prova per fissare il borsone con tenda sul portapacchi posteriore. Alla fine il risultato è soddisfacente, anche se le frecce dietro sembrano due orecchie da cocker.
Una controllata all'olio: da quando uso il sintetico è aumentato il consumo di lubrificante.
Parto per Torino, ma passando in mezzo alla campagna e facendo il giro da Alessandria e Cuneo. Un percorso tutto sommato noioso, a parte le zone coltivate e alcuni piacevoli tratti un po' più guidati. Probabilmente in questo caso sarebbe stato meglio studiare un itinerario.
A Torino sono ospite di un vecchio amico, conosciuto 25 anni fa... in autostrada per un guasto. Ai tempi avevo un Cagiva SXT 250 ed ero bloccato in un'area di emergenza: avevo grippato durante un sorpasso... L'amico si fermò per aiutarmi, aveva un DR 400 allora. Ora lui ha una R100 base del 1984, inutilizzata da qualche anno... ma questa è un'altra storia.
Ci eravamo ripromessi di fare una zingarata in Umbria con la mia moto, ma il tempo del nord Italia di una decina di giorni fa circa ci ha bloccato. Il socio non dispone più di abbigliamento moto serio, ha solo un casco System 3 molto mal messo, quindi non se la sentiva di affrontare piogge e temporali senza attrezzatura. Pazienza, anche se io avevo solo voglia di viaggiare e dentro di me il socio lo mandavo amichevolmente a *!@xx#!
Non potendo più andare in Umbria, anche per altre questioni, io e il socio ci siamo fatti un girello breve nei dintorni di Torino. Ci siamo diretti verso il Colle del Lys, "a cavallo tra la Val di Susa e la Val di Viù", come si legge nel sito http://www.parks.it/parco.col.lys/index.html. Una bella strada di montagna a pochi chilometri da Torino. Da Milano per trovare posti così si deve fare un po' di strada in più.
Scendendo il Colle, in movimento ma sempre rigorosamente a 40 all'ora, il socio seduto dietro si alza sulle pedane e comincia a fotografarmi da ogni angolo. Sulle prime sono un po' preoccupato, poi ridivento ventenne anche io e mi diverto. Prego solo di non incrociare Carabinieri o simili mentre andiamo in giro tipo Circo Medini. La fortuna ci assiste, non incrociamo nessuno, non cadiamo, le foto sono venute bene.
A cena in una trattoria parliamo di giri in moto, di cavolate che abbiamo fatto, di donne incontrate, di frasi tipo "ti ricordi, in quel periodo stavo con quella fulminata...". Noi siamo ancora qui, abbiamo ancora il pallino della moto. Dopo cena andiamo a trovare amici, mi chiede di guidare la mia moto, gli brillano gli occhi ed è contento.
Però mi sono stancato. Ho voglia di vedere il mare, me ne voglio andare. Il socio tira fuori dal casco l'idea: un concerto degli Incognito a Bordighera (gratis) e un amico che ci presta la casa a Dolceacqua. Va bene, prendo quel che capita.
Rifaccio i bagagli con la tenda, che anche per il secondo soggiorno non verrà usata. Non capisco quando l'amico e il proprietario della casa mi dovrebbero raggiungere, e a dire il vero ho perso la cognizione del tempo. So solo che il concerto è domenica sera, e questo mi basta. Prendo le chiavi della casa in prestito e parto.
Voglio fare il Tenda. Ci sono già passato, ma in auto, e me lo ricordo come si ricorda un telefilm. Pochi fotogrammi.
Vado verso Cuneo, mi perdo, ritrovo la strada, faccio il Tenda e me ne pento.
È davvero pesante attraversare una galleria in moto. Ho attraversato qualche volta la galleria del Gottardo, quella è molto più lunga e la sensazione è proprio di soffocamento, come se i polmoni si rifiutassero di immettere quel veleno. Penso che in futuro cercherò di evitare tunnel di quel tipo in moto.
La luce, sono in Francia, posso respirare. Decido di fare una stradina sulla sinistra, non so dove porti. C'è il nome di un paese, ma non lo ricordo più. Mi superano due tedeschi a gran velocità su Bmw R100 GS attrezzate da viaggione, chissà dove vanno così di fretta. Io mi avvio pian pianino, dopo un po' li incrocio nuovamente che scendono, non salutano. In fondo, non si può salutare sempre, a volte si è concentrati alla guida, si sta guardando il panorama, non si ha voglia. Però ci si guarda, "Ehi anche tu in giro, buon viaggio!".
Arrivo in fondo alla strada e sembra finire nel villaggio, forse c'è qualche percorso su sterrato, ma preferisco tornare indietro.
A questo punto scatta un fenomeno che forse un bravo psicologo me lo saprebbe spiegare... Non so esattamente che strada fare per andare a Ventimiglia, e approfittando dell'unica cartina dettagliata che ho dietro (Piemonte... rimasta nella borsa serbatoio per caso) decido di rifare il tunnel!!! Con tutto quello che ho detto sui tunnel in moto... Ritorno dall'altra parte. Mi fermo un momento dove c'è quella sorta di slargo. Riparto. No, mi fermo e torno indietro verso il tunnel. Alcuni motociclisti fermi lì mi guardano dubbiosi. Rifaccio il tunnel. Avete letto bene. Tre volte l'ho fatto. Da qui in poi, giuro che non ricordo bene che strada ho fatto. Però mi sono ritrovato a Ventimiglia...
Prendo la strada per Dolceacqua e oltrepasso il paese. Mi sono ricordato che sono passato da lì circa 20 anni fa per farmi la Via del Sale con il Ténéré. In solitaria.
Arrivo al Colle Langan, ormai il sole sta tramontando. Guardo il punto in cui comincia lo sterrato e penso che sarebbe molto bello rifarlo, ma sarà per un'altra volta. Ci sono tre motociclisti di Bergamo al rifugio Langan. Hanno un bel R80 G/S Paris-Dakar con tassellate, uno dei primi R100 GS e un 1100 GS con gomme improponibili. Chiacchiero un po', sono entusiasti e carichi perché il mattino dopo avrebbero fatto la Via. L'entusiasmo non viene rovinato neanche dalle stupidate che dico io sul serbatoio del PD (attento a non rovinarlo!) e sulle gomme del 1100 (non sono molto adatte!)... Meglio così, spero che si siano divertiti dimenticando le mie gufate.
Torno indietro a Dolceacqua. Passo due giorni senza usare la moto. Intanto arrivano anche il mio socio (con il casco nel bagagliaio della macchina...) e il proprietario della casa.
Il terzo giorno non ce la faccio più, fra mangiate e una giornata in spiaggia sono già stanco.
Torno con l'amico al Colle Langan, il percorso è bellissimo, tanto bello che si ha voglia di andare piano, aprire il casco e respirare l'aria ormai già fresca di inizio settembre.
Arriviamo su e troviamo due tedeschi che hanno appena finito la Via. Hanno un F650 GS Paris-Dakar e un R100 GS con paralever ma messa da urlo! Grosso serbatoio marcato HPN, strumentazione completissima con roadmap, vari particolari da raid, bagaglio su serbatoio e portapacchi. Non hanno borse laterali. Loro indossano Hein Gericke, un completo da off-road molto tecnico e molto impolverato. Ci chiedono qualche informazione sulla strada, e ripartono. Il rombo cupo del GS 100 mi fa venire la bavetta alla bocca. Per consolarmi mi mangio due panini, fra l'odore della resina degli alberi e quello di benzina che emana dalla mia moto tettuta.
A mezzogiorno dell'indomani parto un'altra volta. Non so dove andare, penso al sud, al mare, al caldo. Ma è un po' tardi e non mi rimangono molti giorni. Saluto i due teppisti, il mio vecchio amico e l'altro, e via.
Mi metto questa volta in autostrada. Tutta un tirata da Ventimiglia a La Spezia.
Qui segnalo un accessorio molto utile per chi soffre di cervicale, un collarino della Axo. Da quando lo uso, i dolori al collo e alle spalle si sono attenuati di molto. Come si sa, il G/S non ha protezione aerodinamica, e il cupolino che ho messo serve a ben poco. Il risultato è che alla lunga la testa comincia a ciondolare lievemente. Istintivamente si tendono a contrastare questi movimenti, irrigidendo i muscoli che risultano sempre in tensione... per chilometri e chilometri, per ore. Con il collarino la testa sta più ferma. Provatelo, non costa molto e conviene fare l'esperimento.
A Spezia esco perché mi sono annoiato, vado a cercare l'Aurelia. E mi faccio un bel po' di Toscana, c'è una bellissima temperatura e il cielo è limpido, una giornata veramente bella. Ancora non so dove andare, ma un certo punto penso che l'isola d'Elba può essere un buon compromesso. Ormai è tardi, potrebbe non valere la pena andare avanti ancora. Ed è già mercoledì. Inoltre si verifica il primo e unico inconveniente "tecnico". Faccio per mettere la moto sul cavalletto laterale e si spezza la piastrina. Già sottoposta a duri trattamenti su sterrati calabresi l'anno scorso, ha deciso di cedere definitivamente. Ora il cavalletto è come un punteruolo e mi costringe a mettere sempre il centrale.
Arrivo a Piombino alle 18.15. Dopo 40 minuti sarebbe partito il traghetto.
Spendo 23 neuri circa per moto e passeggero, destinazione Portoferraio.
Quando vi imbarcate, portatevi sempre dietro uno straccio sufficientemente grande per proteggere la sella dalle cime che usano per fissare la moto. Inutile protestare se non hanno troppi riguardi per le nostre moto, i marittimi fanno il loro lavoro: fissare i mezzi in modo che non cadano. E d'estate lo fanno non so quante volte al giorno.
Arrivo un'ora dopo sull'isola. Ci sono stato tre anni fa, cerco il posto dove avevo campeggiato allora. Sbaglio strada due o tre volte (sì, sono capace di perdermi anche su un'isola) e arrivo piuttosto tardi al campeggio, dove sistemo la tenda quasi al buio. Sono finalmente dentro nel sacco da dieci minuti quando si scatena un temporale con i fiocchi e controfiocchi. Che fortuna...
Le strade sull'isola sono molto belle, e a parte gli appostamenti di carabinieri e polizia urbana, piuttosto frequenti, non vale proprio la pena farle veloci. Oltre al panorama, indubbiamente bello, la tenuta non mi sembra eccezionale. Curve e controcurve cambiano di continuo, e in poche centinaia di metri. Mi sono ritrovato quasi sempre in terza, in pochi tratti sono arrivato alla quarta. Vero è anche che sono arrivato che ormai era buio e volevo ridurre al minimo il rischio di una scivolata.
La sera ormai fa piuttosto fresco sull'isola. La mia giacca Dainese Zentex traforata (comprata in saldo) è stata un buon acquisto per l'estate, ma devo fermarmi e mettere il sottogiacca Phase Change, anche questo un ottimo investimento (visto il costo). Se penso a quando andavo in giro in Belstaff unto e un giubbetto di pelle sotto per il freddo...
Giovedì e venerdì ozio totale e spiaggia. Venerdì sera prendo la mukka e vado a Marciana Marina, dove spero di incontrare un'amica. Non le telefono, una volta arrivato le mando un sms e mi richiama subito. Appena arrivata a Piombino, sta tornando a Milano... Pazienza, almeno mi sono fatto un giro in moto invece di ciondolare al campeggio.
Sabato mattina, si riparte, purtroppo questa volta per tornare a casa. Ho in mente di fare il passo della Cisa in statale, per cui cerco di tenere un buon ritmo in autostrada fino a Sarzana. 130 orari fissi di tachimetro, il vecchio boxer non fa una piega. Qualche sorpasso con l'ago che segna 155, quanta birra che ha ancora. Quasi mi dispiace al pensiero di separarmene... Anche questa è un'altra storia.
Mi faccio la Cisa. Non l'avevo mai fatta in statale e devo dire che mi è piaciuta molto. Belle curve, spazi a volte ampi e a volte stretti, molto divertente. Quello che non mi è piaciuto è stato vedere molti intutati che se la fanno a velocità assurde. Ho percepito il pericolo sia per loro sia per chi malauguratamente se li dovesse trovare davanti quando tagliano le curve. Perché rischiare così? E alcuni con le ragazze dietro con le natiche sporgenti e abbigliamento imbarazzante.
Io invece continuo con il mio passo. Sono anche stanco e mi aspetta il deprimente percorso autostradale Parma – Milano. Invece no, sbaglio la strada e mi faccio la campagna da Parma a Fiorenzuola. Che disdetta...
Entrato in autostrada, mi fermo poi a Piacenza per una cicca e per fare benza. Incontro una coppia sui 45 anni circa con una Yamaha XT abbastanza recente, con borse rigide e grosso bauletto, oltre ad altre borse. Sono stati in Grecia e si sono divertiti molto, mentre io inorridisco vedendo che indossano scarpe tipo timberland e jeans, insomma niente di tecnico a parte forse il giubbotto. Io con abbigliamento supertecnico mi vergogno un po' e non dico che vengo dall'Elba... Li ho ammirati molto, una bella coppia con un bello spirito. Come un forumista di cui ho appena letto con piacere il resoconto di viaggio. Beh, ce ne sono tanti di esempi sul forum a dire il vero.
Arrivo a Milano, smonto il bagaglio in garage, guardo il vecchio boxer un po' zozzo e sorrido. Sono stanco, è una moto che ormai sento un po' faticosa per questo genere di cose. Ho bisogno di qualcosa di più moderno.
Ma le voglio bene, mi ha sempre portato a casa.
Un'ultima considerazione, grazie a questo forum ho imparato un sacco di cose e anche se non scrivo molto leggo sempre molto volentieri. Ho riscoperto un modo di andare in moto che avevo perso, anche a causa di fidanzate non troppo entusiaste.
Adesso vorrei partire un'altra volta. E lungo il percorso, fermarsi sempre ogni tanto, spegnere il motore e ammirare il panorama.
Buoni chilometri a tutti.
Non ho fatto nulla di eccezionale né grandi percorrenze.
Ho solo riscoperto il gusto del viaggiare solitario, che per me significa andare e perdersi fra strade secondarie e bellissime, da percorrere lentamente, e anche strade brutte e trafficate, immerse in tristi scenari, dalle quali si vorrebbe fuggire al più presto, rischiando perfino una multa. Sempre però decidendo sul momento e senza rendere conto a nessuno.
Ho rivisto un amico di vecchie scorribande in moto.
Sono tornato in posti che mi avevano già visto in situazioni completamente differenti. Ci sono tornato in moto, comunque ancora in sella.
E non ho programmato nulla, l'unica cosa di cui ero certo è che volevo stare un po' su una spiaggia a guardare il mare.
Non ho un navigatore e ho consultato poco le cartine. Le varie tratte sono state percorse "ad minchiam", una definizione letta qui nel forum e che ritengo molto azzeccata.
La moto è sempre quella della firma, la mia R80 G/S.
Il motore è già a punto, ha sempre un tiro notevole per la sua età. Mi stupisco ancora, dopo tanti anni, per come riprende dai bassi. Mi sono fatto lunghi tratti a 40-50 km/h per ammirare il panorama, e ogni tanto aprivo il gas quando vedevo qualche curva invitante e la strada libera. Apro in terza e il motore va, continua a tirare; non certo da colpo nella schiena, ma senti i cilindroni che pompano e aspirano, e il rumore è quello, il due valvole. Salgo ancora di giri e metto la quarta, in coppia. E c'è ancora una spintarella...
La preparazione si limita al cambio gomme, sempre le solite Metzeler 1 & 2, e ai bagagli. Qualche prova per fissare il borsone con tenda sul portapacchi posteriore. Alla fine il risultato è soddisfacente, anche se le frecce dietro sembrano due orecchie da cocker.
Una controllata all'olio: da quando uso il sintetico è aumentato il consumo di lubrificante.
Parto per Torino, ma passando in mezzo alla campagna e facendo il giro da Alessandria e Cuneo. Un percorso tutto sommato noioso, a parte le zone coltivate e alcuni piacevoli tratti un po' più guidati. Probabilmente in questo caso sarebbe stato meglio studiare un itinerario.
A Torino sono ospite di un vecchio amico, conosciuto 25 anni fa... in autostrada per un guasto. Ai tempi avevo un Cagiva SXT 250 ed ero bloccato in un'area di emergenza: avevo grippato durante un sorpasso... L'amico si fermò per aiutarmi, aveva un DR 400 allora. Ora lui ha una R100 base del 1984, inutilizzata da qualche anno... ma questa è un'altra storia.
Ci eravamo ripromessi di fare una zingarata in Umbria con la mia moto, ma il tempo del nord Italia di una decina di giorni fa circa ci ha bloccato. Il socio non dispone più di abbigliamento moto serio, ha solo un casco System 3 molto mal messo, quindi non se la sentiva di affrontare piogge e temporali senza attrezzatura. Pazienza, anche se io avevo solo voglia di viaggiare e dentro di me il socio lo mandavo amichevolmente a *!@xx#!
Non potendo più andare in Umbria, anche per altre questioni, io e il socio ci siamo fatti un girello breve nei dintorni di Torino. Ci siamo diretti verso il Colle del Lys, "a cavallo tra la Val di Susa e la Val di Viù", come si legge nel sito http://www.parks.it/parco.col.lys/index.html. Una bella strada di montagna a pochi chilometri da Torino. Da Milano per trovare posti così si deve fare un po' di strada in più.
Scendendo il Colle, in movimento ma sempre rigorosamente a 40 all'ora, il socio seduto dietro si alza sulle pedane e comincia a fotografarmi da ogni angolo. Sulle prime sono un po' preoccupato, poi ridivento ventenne anche io e mi diverto. Prego solo di non incrociare Carabinieri o simili mentre andiamo in giro tipo Circo Medini. La fortuna ci assiste, non incrociamo nessuno, non cadiamo, le foto sono venute bene.
A cena in una trattoria parliamo di giri in moto, di cavolate che abbiamo fatto, di donne incontrate, di frasi tipo "ti ricordi, in quel periodo stavo con quella fulminata...". Noi siamo ancora qui, abbiamo ancora il pallino della moto. Dopo cena andiamo a trovare amici, mi chiede di guidare la mia moto, gli brillano gli occhi ed è contento.
Però mi sono stancato. Ho voglia di vedere il mare, me ne voglio andare. Il socio tira fuori dal casco l'idea: un concerto degli Incognito a Bordighera (gratis) e un amico che ci presta la casa a Dolceacqua. Va bene, prendo quel che capita.
Rifaccio i bagagli con la tenda, che anche per il secondo soggiorno non verrà usata. Non capisco quando l'amico e il proprietario della casa mi dovrebbero raggiungere, e a dire il vero ho perso la cognizione del tempo. So solo che il concerto è domenica sera, e questo mi basta. Prendo le chiavi della casa in prestito e parto.
Voglio fare il Tenda. Ci sono già passato, ma in auto, e me lo ricordo come si ricorda un telefilm. Pochi fotogrammi.
Vado verso Cuneo, mi perdo, ritrovo la strada, faccio il Tenda e me ne pento.
È davvero pesante attraversare una galleria in moto. Ho attraversato qualche volta la galleria del Gottardo, quella è molto più lunga e la sensazione è proprio di soffocamento, come se i polmoni si rifiutassero di immettere quel veleno. Penso che in futuro cercherò di evitare tunnel di quel tipo in moto.
La luce, sono in Francia, posso respirare. Decido di fare una stradina sulla sinistra, non so dove porti. C'è il nome di un paese, ma non lo ricordo più. Mi superano due tedeschi a gran velocità su Bmw R100 GS attrezzate da viaggione, chissà dove vanno così di fretta. Io mi avvio pian pianino, dopo un po' li incrocio nuovamente che scendono, non salutano. In fondo, non si può salutare sempre, a volte si è concentrati alla guida, si sta guardando il panorama, non si ha voglia. Però ci si guarda, "Ehi anche tu in giro, buon viaggio!".
Arrivo in fondo alla strada e sembra finire nel villaggio, forse c'è qualche percorso su sterrato, ma preferisco tornare indietro.
A questo punto scatta un fenomeno che forse un bravo psicologo me lo saprebbe spiegare... Non so esattamente che strada fare per andare a Ventimiglia, e approfittando dell'unica cartina dettagliata che ho dietro (Piemonte... rimasta nella borsa serbatoio per caso) decido di rifare il tunnel!!! Con tutto quello che ho detto sui tunnel in moto... Ritorno dall'altra parte. Mi fermo un momento dove c'è quella sorta di slargo. Riparto. No, mi fermo e torno indietro verso il tunnel. Alcuni motociclisti fermi lì mi guardano dubbiosi. Rifaccio il tunnel. Avete letto bene. Tre volte l'ho fatto. Da qui in poi, giuro che non ricordo bene che strada ho fatto. Però mi sono ritrovato a Ventimiglia...
Prendo la strada per Dolceacqua e oltrepasso il paese. Mi sono ricordato che sono passato da lì circa 20 anni fa per farmi la Via del Sale con il Ténéré. In solitaria.
Arrivo al Colle Langan, ormai il sole sta tramontando. Guardo il punto in cui comincia lo sterrato e penso che sarebbe molto bello rifarlo, ma sarà per un'altra volta. Ci sono tre motociclisti di Bergamo al rifugio Langan. Hanno un bel R80 G/S Paris-Dakar con tassellate, uno dei primi R100 GS e un 1100 GS con gomme improponibili. Chiacchiero un po', sono entusiasti e carichi perché il mattino dopo avrebbero fatto la Via. L'entusiasmo non viene rovinato neanche dalle stupidate che dico io sul serbatoio del PD (attento a non rovinarlo!) e sulle gomme del 1100 (non sono molto adatte!)... Meglio così, spero che si siano divertiti dimenticando le mie gufate.
Torno indietro a Dolceacqua. Passo due giorni senza usare la moto. Intanto arrivano anche il mio socio (con il casco nel bagagliaio della macchina...) e il proprietario della casa.
Il terzo giorno non ce la faccio più, fra mangiate e una giornata in spiaggia sono già stanco.
Torno con l'amico al Colle Langan, il percorso è bellissimo, tanto bello che si ha voglia di andare piano, aprire il casco e respirare l'aria ormai già fresca di inizio settembre.
Arriviamo su e troviamo due tedeschi che hanno appena finito la Via. Hanno un F650 GS Paris-Dakar e un R100 GS con paralever ma messa da urlo! Grosso serbatoio marcato HPN, strumentazione completissima con roadmap, vari particolari da raid, bagaglio su serbatoio e portapacchi. Non hanno borse laterali. Loro indossano Hein Gericke, un completo da off-road molto tecnico e molto impolverato. Ci chiedono qualche informazione sulla strada, e ripartono. Il rombo cupo del GS 100 mi fa venire la bavetta alla bocca. Per consolarmi mi mangio due panini, fra l'odore della resina degli alberi e quello di benzina che emana dalla mia moto tettuta.
A mezzogiorno dell'indomani parto un'altra volta. Non so dove andare, penso al sud, al mare, al caldo. Ma è un po' tardi e non mi rimangono molti giorni. Saluto i due teppisti, il mio vecchio amico e l'altro, e via.
Mi metto questa volta in autostrada. Tutta un tirata da Ventimiglia a La Spezia.
Qui segnalo un accessorio molto utile per chi soffre di cervicale, un collarino della Axo. Da quando lo uso, i dolori al collo e alle spalle si sono attenuati di molto. Come si sa, il G/S non ha protezione aerodinamica, e il cupolino che ho messo serve a ben poco. Il risultato è che alla lunga la testa comincia a ciondolare lievemente. Istintivamente si tendono a contrastare questi movimenti, irrigidendo i muscoli che risultano sempre in tensione... per chilometri e chilometri, per ore. Con il collarino la testa sta più ferma. Provatelo, non costa molto e conviene fare l'esperimento.
A Spezia esco perché mi sono annoiato, vado a cercare l'Aurelia. E mi faccio un bel po' di Toscana, c'è una bellissima temperatura e il cielo è limpido, una giornata veramente bella. Ancora non so dove andare, ma un certo punto penso che l'isola d'Elba può essere un buon compromesso. Ormai è tardi, potrebbe non valere la pena andare avanti ancora. Ed è già mercoledì. Inoltre si verifica il primo e unico inconveniente "tecnico". Faccio per mettere la moto sul cavalletto laterale e si spezza la piastrina. Già sottoposta a duri trattamenti su sterrati calabresi l'anno scorso, ha deciso di cedere definitivamente. Ora il cavalletto è come un punteruolo e mi costringe a mettere sempre il centrale.
Arrivo a Piombino alle 18.15. Dopo 40 minuti sarebbe partito il traghetto.
Spendo 23 neuri circa per moto e passeggero, destinazione Portoferraio.
Quando vi imbarcate, portatevi sempre dietro uno straccio sufficientemente grande per proteggere la sella dalle cime che usano per fissare la moto. Inutile protestare se non hanno troppi riguardi per le nostre moto, i marittimi fanno il loro lavoro: fissare i mezzi in modo che non cadano. E d'estate lo fanno non so quante volte al giorno.
Arrivo un'ora dopo sull'isola. Ci sono stato tre anni fa, cerco il posto dove avevo campeggiato allora. Sbaglio strada due o tre volte (sì, sono capace di perdermi anche su un'isola) e arrivo piuttosto tardi al campeggio, dove sistemo la tenda quasi al buio. Sono finalmente dentro nel sacco da dieci minuti quando si scatena un temporale con i fiocchi e controfiocchi. Che fortuna...
Le strade sull'isola sono molto belle, e a parte gli appostamenti di carabinieri e polizia urbana, piuttosto frequenti, non vale proprio la pena farle veloci. Oltre al panorama, indubbiamente bello, la tenuta non mi sembra eccezionale. Curve e controcurve cambiano di continuo, e in poche centinaia di metri. Mi sono ritrovato quasi sempre in terza, in pochi tratti sono arrivato alla quarta. Vero è anche che sono arrivato che ormai era buio e volevo ridurre al minimo il rischio di una scivolata.
La sera ormai fa piuttosto fresco sull'isola. La mia giacca Dainese Zentex traforata (comprata in saldo) è stata un buon acquisto per l'estate, ma devo fermarmi e mettere il sottogiacca Phase Change, anche questo un ottimo investimento (visto il costo). Se penso a quando andavo in giro in Belstaff unto e un giubbetto di pelle sotto per il freddo...
Giovedì e venerdì ozio totale e spiaggia. Venerdì sera prendo la mukka e vado a Marciana Marina, dove spero di incontrare un'amica. Non le telefono, una volta arrivato le mando un sms e mi richiama subito. Appena arrivata a Piombino, sta tornando a Milano... Pazienza, almeno mi sono fatto un giro in moto invece di ciondolare al campeggio.
Sabato mattina, si riparte, purtroppo questa volta per tornare a casa. Ho in mente di fare il passo della Cisa in statale, per cui cerco di tenere un buon ritmo in autostrada fino a Sarzana. 130 orari fissi di tachimetro, il vecchio boxer non fa una piega. Qualche sorpasso con l'ago che segna 155, quanta birra che ha ancora. Quasi mi dispiace al pensiero di separarmene... Anche questa è un'altra storia.
Mi faccio la Cisa. Non l'avevo mai fatta in statale e devo dire che mi è piaciuta molto. Belle curve, spazi a volte ampi e a volte stretti, molto divertente. Quello che non mi è piaciuto è stato vedere molti intutati che se la fanno a velocità assurde. Ho percepito il pericolo sia per loro sia per chi malauguratamente se li dovesse trovare davanti quando tagliano le curve. Perché rischiare così? E alcuni con le ragazze dietro con le natiche sporgenti e abbigliamento imbarazzante.
Io invece continuo con il mio passo. Sono anche stanco e mi aspetta il deprimente percorso autostradale Parma – Milano. Invece no, sbaglio la strada e mi faccio la campagna da Parma a Fiorenzuola. Che disdetta...
Entrato in autostrada, mi fermo poi a Piacenza per una cicca e per fare benza. Incontro una coppia sui 45 anni circa con una Yamaha XT abbastanza recente, con borse rigide e grosso bauletto, oltre ad altre borse. Sono stati in Grecia e si sono divertiti molto, mentre io inorridisco vedendo che indossano scarpe tipo timberland e jeans, insomma niente di tecnico a parte forse il giubbotto. Io con abbigliamento supertecnico mi vergogno un po' e non dico che vengo dall'Elba... Li ho ammirati molto, una bella coppia con un bello spirito. Come un forumista di cui ho appena letto con piacere il resoconto di viaggio. Beh, ce ne sono tanti di esempi sul forum a dire il vero.
Arrivo a Milano, smonto il bagaglio in garage, guardo il vecchio boxer un po' zozzo e sorrido. Sono stanco, è una moto che ormai sento un po' faticosa per questo genere di cose. Ho bisogno di qualcosa di più moderno.
Ma le voglio bene, mi ha sempre portato a casa.
Un'ultima considerazione, grazie a questo forum ho imparato un sacco di cose e anche se non scrivo molto leggo sempre molto volentieri. Ho riscoperto un modo di andare in moto che avevo perso, anche a causa di fidanzate non troppo entusiaste.
Adesso vorrei partire un'altra volta. E lungo il percorso, fermarsi sempre ogni tanto, spegnere il motore e ammirare il panorama.
Buoni chilometri a tutti.